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politico tedesco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Max Naumann (Berlino, 12 gennaio 1875 – Berlino, 15 maggio 1939) è stato un politico tedesco.
Si laureò in legge all'Università di Berlino, e prese parte alla prima guerra mondiale come capitano di fanteria, venendo decorato con la Croce di Ferro di I e II Classe.[1]
Nel 1921 fondò il Verband nationaldeutscher Juden ("Unione degli ebrei nazionali tedeschi"), un'organizzazione di destra che predicava la completa assimilazione degli ebrei tedeschi, la rinuncia alle loro tradizioni e alla loro identità in nome del valore superiore dell'appartenenza alla nazione tedesca.[1] Oggetto dei suoi attacchi furono spesso dei bersagli ebrei, come gli Ostjuden, gli immigrati ebrei dell'est definiti razzialmente inferiori rispetto agli ebrei tedeschi, e i sionisti, accusati di essere razzisti verso i tedeschi e di fare gli interessi inglesi.[1]
Fu presidente dell'organizzazione fino al 1926.[1] Nel 1932 aderì ufficialmente al Partito nazista e il 1933 tornò a capo dell'organizzazione.[1] Il Verband nationaldeutscher Juden fu ufficialmente dichiarato fuorilegge nel 1935 e Naumann fu brevemente incarcerato. Morì di cancro pochi anni dopo.[1]
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