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Maurice Utrillo

pittore francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Maurice Utrillo
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Maurice Utrillo i Morlius, nato Maurice Valadon (Parigi, 26 dicembre 1883Dax, 5 novembre 1955), è stato un pittore francese, specializzato in paesaggi urbani.

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Ritratto di Utrillo eseguito da sua madre Suzanne Valadon nel 1921

Biografia

Riepilogo
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Suzanne Valadon e Maurice Utrillo

Utrillo è stato uno dei pochi celebri pittori di Montmartre realmente nato nel quartiere. Era il figlio naturale della pittrice e modella francese Suzanne Valadon (nata Marie-Clémentine Valadon) che, al tempo del parto aveva diciotto anni e posava per vari artisti, non rivelò mai chi fosse il padre del bambino. Alcune congetture volevano che fosse nato dal rapporto con un giovane pittore sconosciuto di nome Boissy, mentre altre lo davano figlio di Pierre Puvis de Chavannes o addirittura di Pierre-Auguste Renoir[1][2]. Nel 1891, Miquel Utrillo, un artista catalano, firmò un documento legale in cui ne riconosceva la paternità,[3] ma non si sa se costui fosse effettivamente il padre.

Venne cresciuto dalla nonna che, impaurita dai violenti attacchi epilettici del ragazzo, cercava di calmarlo dandogli da bere un bicchiere di vino. Per questo motivo Utrillo mostrò presto una certa inclinazione all'alcolismo (che gli valse il soprannome di Litrillo[4] affibbiatogli dai bambini del quartiere) e all'assenteismo scolastico.

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Atelier di Suzanne Valadon e Utrillo a Montmartre

Quando nel 1904, a ventuno anni, manifestò i primi sintomi di una malattia mentale che l'avrebbe tormentato a lungo, fu incoraggiato a dipingere proprio dalla madre, mostrando un precoce talento. Senza altri insegnamenti, se non quelli datigli da Suzanne Valadon, dipingeva e disegnava scorci di Montmartre, Montmagny e dei dintorni di Parigi.[5]

Dopo il 1910 le sue opere iniziarono ad attirare l'attenzione dei critici, e verso il 1920 era già divenuto una figura leggendaria e le sue opere avevano ormai una fama internazionale. Nel 1928, il governo francese gli attribuì la Legion d'Onore. In seguito i suoi disturbi mentali lo portarono ripetutamente all'internamento in manicomio.[6]

Utrillo si sposò nel 1935, all'età di cinquantadue anni, con Lucie Valore, pittrice anche lei, e si trasferì a Le Vésinet, appena fuori Parigi. A quell'epoca era già troppo malato per lavorare all'aria aperta, così dipingeva paesaggi visti dalla finestra, da cartoline o a memoria. Nonostante la dipendenza dall'alcol e l'epilessia, Utrillo visse fino a settantadue anni: morì infatti il 5 novembre del 1955 e fu sepolto nel Cimitero di Saint-Vincent, a Parigi.

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Stile

Riepilogo
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Rue Lepic, le Moulin de la galette, Musée des Beaux Arts de Nancy
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Rue du Mont-Cenis à Paris (1914), olio su cartone, Musée Marmottan Monet, Parigi

Maurice Utrillo, tipica figura di peintre maudit, è noto principalmente per le sue raffigurazioni di Parigi, in particolare del quartiere di Montmartre, che ha trattato con un’intensa e struggente nostalgia. La sua scelta tematica si allinea, in parte, con quella degli Impressionisti, che senz'altro costituirono un punto di riferimento fondamentale per il suo lavoro. Tuttavia, Utrillo si distacca da loro in maniera decisa. Le sue vedute urbane, infatti, non sono animate dalla freschezza luminosa e dalla vitalità che caratterizza le scene impressioniste, dove Parigi era interpretata come una gioiosa e colorata festa mobile (si pensi al Bal au moulin de la Galette di Renoir, altro dipinto avente come soggetto Montmartre); al contrario, esse appaiono desolate, talvolta abitate da figure isolate, di spalle, lontane e indistinte, totalmente slegate dall’ambiente circostante. Le finestre delle case sono chiuse o, quando aperte, non rivelano nulla di ciò che accade al loro interno, né ricercano un rapporto con l'esterno, e l'atmosfera che avvolge queste scene è quella della solitudine e della separazione, dell’emarginazione di chi non riesce a integrarsi o a trovare accoglienza.[7] Il suo uso del colore riflette questa visione interiore: il bianco di zinco, che predilige nelle sue opere con impasti corposi e stratificati,[8] è spesso una tonalità sporca, incrostata, che evoca la decadenza e il tempo che ha consumato le superfici.[9]

Tra il 1910 e il 1914, in tutta Europa, i movimenti artistici cercavano di trascendere la mera rappresentazione del mondo reale, nelle soluzioni tipiche del fauvismo, espressionismo, cubismo e astrattismo. Utrillo, in tal senso, si mantenne in una posizione di isolamento, rifuggendo l'euforia delle avanguardie e concentrandosi su vedute cittadine: non zelanti riproduzioni del reale, bensì affettuose reinterpretazioni di luoghi che aveva vissuto a lungo e che lo avevano premurosamente accolto, a volte riscoperti tramite vecchie cartoline illustrate, soprattutto quando questi luoghi erano ormai scomparsi a causa dei tumultuosi riassetti urbanistici della capitale. Sebbene il suo approccio alla composizione potesse apparire convenzionale, con scenari dal taglio scontato, l’impasto cromatico adottato e le intelaiature prospettiche orientate all'accentuazione del vuoto conferivano una grande forza alla sua arte, rendendola profonda e originale. In questo contesto, le parole di Suzanne Valadon, madre di Utrillo, risuonano come un giudizio decisivo sul suo talento: "Mio figlio ha creato dei capolavori partendo da una cartolina illustrata, mentre tanti pittori fanno solo cartoline illustrate con le loro opere".[10]

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Alcune opere

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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