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politico svizzero Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Maurice Barman (Saint-Maurice, 7 agosto 1808 – Saillon, 4 agosto 1878) è stato un politico svizzero.[1]
Maurice Barman | |
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Consigliere nazionale | |
Durata mandato | 6 novembre 1848 – 6 dicembre 1857 |
Legislatura | 1ª, 2ª, 3ª |
Gruppo parlamentare | Radicali |
Circoscrizione | Vallese |
Presidente del Consiglio di Stato del Canton Vallese | |
Durata mandato | 1840 – 1841 |
Consigliere di Stato del Canton Vallese | |
Durata mandato | 1848-1850, 1852-1857 |
Membro della Dieta del Canton Vallese | |
Durata mandato | 1831 – 1839 |
Sindaco di Saillon | |
Durata mandato | 1835 – 1877 |
Figlio di Joseph-Antoine, notaio e giudice della corte suprema, e di Marie-Angélique Cheseaux, studiò al collegio di Saint-Maurice e alla scuola di diritto di Sion.[1] Dal 1835 al 1877 fu sindaco a Saillon, dove possedeva un'azienda agricola.[1] Sposò Eugénie Morand, figlia di Jean-Philippe Morand.[1] Insieme ai fratelli Joseph-Hyacinthe Barman e Louis Barman fu un tipico rappresentante dell'ideologia radicale, fondata sull'uguaglianza tra il basso e l'alto Vallese e sull'introduzione del sistema proporzionale.[1]
Deputato alla Dieta vallesana dal 1831 al 1839, nel 1840 fu a capo delle truppe del basso Vallese (fu poi colonnello fed. nel 1851) nella vittoriosa battaglia con i secessionisti altovallesani.[1] Nel 1840-1841 fu Presidente del Consiglio di Stato del Vallese, cercando un compromesso tra l'opposizione sistematica dell'alto Vallese e gli oltranzisti della Giovane Svizzera.[1] Sconfessato dal Gran Consiglio in seguito alla questione dei conventi argoviesi e dell'immunità ecclesiastica, nel 1843 diede le dimissioni e assunse la presidenza del Comitato di Martigny, che aveva come obiettivo l'instaurazione dei principi democratici in Vallese.[1] Dirigente dell'ala moderata dei liberali, si unì ai Giovani svizzeri.[1]
Dopo la sconfitta subita nel 1844 nelle gole del Trient dovette riparare a Bex e attendere la fine del Sonderbund per festeggiare il suo ritorno trionfale alla testa del governo provvisorio.[1] In seguito Barman consolidò la propria posizione politica, affermandosi quale capo del partito radicale.[1] Fu Consigliere di Stato dal 1848 al 1850 e dal 1852 al 1857, dirigendo il Dipartimento dei lavori pubblici, 1848-50 e 1852-57. Dal 1848 al 1857 fu Consigliere nazionale e dal 1850 al 1853 ricoprì il ruolo di prefetto del distretto di Martigny.[1]
Fu il principale artefice della legislazione del 1848 e privilegiò lo sviluppo dell'istruzione e dell'agricoltura, dedicando allo studio dell'agricoltura vallesana l'opera Le livre du village (1842-1843 e 1856).[1] Ideatore di grandi progetti, poi realizzati dai suoi successori, si adoperò per la creazione di una banca cantonale, per l'arginatura del Rodano e il miglioramento delle vie di comunicazione, ad esempio il Gran San Bernardo, il Furka, la galleria ferroviaria del Sempione.[1] Nel 1857 il ritorno al potere dei conservatori segnò la fine della sua carriera politica.[1] Pragmatico e moderato, fu un tipico esponente della borghesia radicale preindustriale.[1]
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