Timeline
Chat
Prospettiva
Matteo Matteotti
giornalista e politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Remove ads
Gianmatteo Matteotti, meglio noto come Matteo Matteotti (Roma, 17 febbraio 1921 – Verona, 13 giugno 2000), è stato un giornalista, politico e partigiano italiano, deputato e ministro della Repubblica, figlio di Giacomo Matteotti e fratello minore di Giancarlo, anch'egli politico.
Remove ads
Remove ads
Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Il padre Giacomo, martire dell'antifascismo, fu ucciso quando Gianmatteo aveva solo tre anni. Il giovane orfano studiò al Liceo Terenzio Mamiani di Roma[1] e si laureò in Scienze politiche.
Dopo l'8 settembre 1943, è stato Commissario della brigata partigiana comandata da Eugenio Colorni. Giornalista Professionista iscritto all'Albo del Veneto, è stato direttore dal 1944 di Rivoluzione Socialista, il settimanale della Federazione Giovanile Socialista Italiana; editore e collaboratore di Tempi moderni, rivista diretta da Fabrizio Onofri; collaboratore di Critica Sociale, Tempo presente e Ragionamenti.
Ha fatto parte della Costituente; è stato deputato per otto legislature, e Presidente dell'Unione Internazionale della Gioventù Socialista dal 1945 al 1946. Tra i protagonisti della scissione di Palazzo Barberini del 1947; è stato segretario del PSDI dal 1954 al 1957, nel 1959 rientrò al PSI, per poi ritornare nel PSDI nel 1969.
Fu ministro del Turismo e dello spettacolo nel governo Colombo dal 1970 al 1972, e del Commercio estero dal 1972 al 1974 (nel secondo governo Andreotti e nel quarto e quinto governo Rumor). Dal 1985 al 1988 è stato direttore politico de L'Umanità, organo ufficiale del PSDI; essendo un parlamentare, Matteotti fu affiancato da Gianpiero Orsello in qualità di direttore responsabile, ai sensi della legge 47/1948.
Nel 1998 confluì (insieme al PSDI) nei Socialisti Democratici Italiani, cui rimase iscritto fino alla morte nel 2000,[2] anno della sua dipartita. Oggi riposa a Fratta Polesine accanto al padre ed al fratello.
Matteo Matteotti è stato anche presidente generale del Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani (CNGEI)[3].
Remove ads
Le opinioni sull'omicidio del padre
Riepilogo
Prospettiva
Matteo Matteotti sostenne sempre l'intenzionalità dell'uccisione del padre. A sapere che Matteotti doveva essere ucciso, secondo il figlio, erano Amerigo Dumini e Amleto Poveromo; mentre ad assassinarlo furono i colpi vibrati da Poveromo stesso, il quale, dopo aver chiesto a Dumini (al volante dell'auto) di uscire da Roma, seppellì sommariamente il cadavere nel bosco della Quartarella con gli altri complici. Il seppellimento sarebbe stato volontariamente sommario - nell'auto non c'erano strumenti da scavo - perché in caso d'arresto l'assassinio doveva apparire preterintenzionale[4].
In varie interviste alla stampa e allo storico Marcello Staglieno[5], inoltre, condivise le accuse a Vittorio Emanuele III di essere stato il mandante dell'omicidio del padre, essendo divenuto il re azionista della compagnia petrolifera statunitense Sinclair Oil Corporation, a titolo di tangente per non permettere a un ente petrolifero italiano di intraprendere trivellazioni nel deserto libico[6]. Giacomo Matteotti sarebbe stato ucciso in quanto in possesso di documenti attestanti il coinvolgimento del sovrano, e sul punto di divulgarli. Al momento dell'omicidio, il deputato socialista avrebbe avuto con sé una busta con dentro i documenti sui rapporti tra il re e la Sinclair.
Remove ads
Opere
- Gianmatteo Matteotti, Il nostro commercio con l’estero: fatti e problemi, Roma, Banco di Roma, 1974.
- Matteo Matteotti, La classe lavoratrice sotto la dominazione fascista (1921-1943), Roma, Lavoro Italiano, 1983.
- Matteo Matteotti, Quei vent’anni: dal fascismo all’Italia che cambia, Milano, Rusconi, 1985.
- Matteo Matteotti, Il duello Treves-Mussolini, Milano, SugarCo, 1987.
- Enrico Fedi e Matteo Matteotti (a cura di), Il processo Nagy: il revisionismo comunista alla sbarra, Roma, Edizioni di Tempo Presente, 1987.
- Matteo Matteotti, Le rivoluzioni promesse, Napoli, Loffredo, 2000.
Note
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Wikiwand - on
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Remove ads