Mater Matuta
divinità romana del Mattino o dell'Aurora Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Nella mitologia romana, Mater Matuta (in italiano Madre Propizia[1]) era la dea del Mattino o dell'Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose.[2] Più tardi fu associata alla dea greca Eos, a Leucotea[3] o, appunto, Aurora[4].

Descrizione
Aveva un tempio nel Foro Boario, accanto al Porto fluviale di Roma, consacrato secondo la leggenda da Romolo, distrutto nel 506 a.C. e ricostruito nel 396 a.C. da Marco Furio Camillo, per adempiere al voto fatto durante l'assedio di Veio[5], nell'odierna area di Sant'Omobono, realizzato, forse, all'epoca di Servio Tullio (secondo quarto del VI secolo a.C.).
Altri templi dedicati alla dea erano nelle città di Capua, Cosa e Satricum,[6] quest'ultimo tempio costruito (e ricostruito) sull'acropoli cittadina.
La sua festa, i Matralia, veniva celebrata l'11 giugno. A questo culto erano ammesse solo le donne vergini o sposate una sola volta, il cui marito era ancora vivo, mentre le schiave ne erano severamente escluse[7]. Per l'occasione venivano offerti alla dea cibi cotti in vasi di terra[8].
La dea fu associata alla divinità greca di Leucotea, e poiché questa era la madre di Palemone, a sua volta associato dai romani alla divinità di Portuno, Mater Matua era la madre di quest'ultimo.[9].
Etimologia
L'etimologia del nome Matuta, è ancora incerta, facendola derivare dai termini indoeuropei[10] "*mā-tu-to‑", ossia mattinierio, mattino,[11] oppure da *mā-tu-ro‑", maturo, pronto per il raccolto.[12]
Opere
Il Museo archeologico nazionale di Firenze espone la statua della Mater Matuta etrusca rinvenuta nella necropoli della Pedata presso Chianciano Terme.[13]. Una copia è esposta al museo etrusco di Chianciano Terme.
Il Museo Provinciale Campano di Capua, in provincia di Caserta, dedica una sala alla dea, Matres Matutae, dove sono esposte numerosissime terrecotte architettoniche e votive, ed oltre centocinquanta statue in tufo, di varie dimensioni, che raffigurano costantemente donne sedute.
La dea è rappresentata sulla facciata settentrionale dell'Arco di Costantino, nel gruppo di soggetti che rappresentano l'Adventus, ossia l'arrivo dell'Imperatore.
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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