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tipo di antica tomba egizia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La màstaba è un particolare tipo di tomba monumentale utilizzata durante le prime fasi della civiltà egizia. Il termine, che è stato ripreso in archeologia per riferirsi a questo tipo di costruzione funeraria, significa "panca" o "banchetto".
Normalmente situate in necropoli, se ne ha la massima concentrazione in quella di Saqqara (necropoli di Menfi) come probabili sepolture di funzionari di stato dei periodi della prima e seconda dinastia egizia.
Con l'unificazione territoriale avvenuta sotto la I dinastia[N 1], si rese necessaria la scelta di una nuova capitale che i re meridionali, venuti dall'Alto Egitto, decisero di creare alla confluenza del Nilo con l'estesa area del Delta. Alla fine della II dinastia tale città sarà nota come Ineb Hedj, ovvero "il Muro Bianco", che i Greci denomineranno Menfi. [N 2]
Necessitando, in assonanza con quanto praticato nella terra d’origine, di creare un’area da destinare a necropoli ai margini della città, venne scelta, come area della necropoli reale, Saqqara (a circa 30 km) ove, direttamente derivanti dal tumulo primordiale[1] e dalle pietre sovrapposte a protezione delle sepolture più antiche, furono ideate strutture più squadrate e architettonicamente più definite, complesse e monumentali: le màstabe [N 3]. Queste, di forma tronco-piramidale, al pari dei tumuli di pietre, di fatto proteggevano sepolture sotterranee ed erano, in origine, prive di locali interni[N 4][2]. Esternamente le màstabe erano caratterizzate da un'altezza media di circa 6 m, con pareti a "rientranze e sporgenze" in mattoni cotti al sole[2] che ricordavano la cosiddetta facciata di palazzo, rivestite di latte di calce, a imitazione di stuoie e tende policrome in tessuto.[1]
Nel ventennio 1936-1956, sotto la guida dell'egittologo britannico Walter Bryan Emery [N 5] vennero scavate numerose màstabe di Saqqara riscontrando che, alcune di esse, presentavano riferimenti a re della I e II dinastia di cui erano già note le tombe ad Abido[3]: questo fece supporre che le mastabe di Saqqara, località legata territorialmente alla nuova capitale, fossero in realtà cenotafi delle sepolture autentiche di Abido o viceversa[4] considerando, peraltro, che tale seconda località era intimamente connessa al culto del dio dei morti Osiride.
L'usanza di elevare un tumulo in pietre sulle sepolture, in origine scavate nel terreno, derivava dal desiderio di proteggere i corpi dagli animali predatori; con l'evoluzione delle civiltà egizia, e segnatamente per le sepolture di maggiorenti, personaggi di rango della corte e degli stessi re, si giunse all'ampliamento dell'originale, spesso informe, tumulo strutturandolo architettonicamente in forma tronco piramidale, anche a voler simboleggiare il monticello, personificato in Tatenen, emerso dall'oceano primordiale, il Nun[5]. La forma squadrata delle strutture rinvenute archeologicamente fece loro assegnare il moderno nome di màstaba per assimilazione con le panche che normalmente si trovano dinanzi abitazioni locali.
Il complesso "màstaba" è essenzialmente costituito da tre parti:
Sia la sovrastruttura, sia l'appartamento sotterraneo, come pure la cappella di culto, divennero più complesse durante la V e la VI dinastia con l'aggiunta di stanze interne alla sovrastruttura, con grandi superfici decorate, che giunsero a occupare l'intera area della tomba; analogamente più complessi divennero gli appartamenti sotterranei e le cappelle.
Usata da sovrani delle dinastie thinite questo tipo di struttura resterà poi caratteristica dei funzionari di Corte tra cui visìr, scribi, nobili anche nelle dinastie successive.
L'evoluzione della màstaba portò alla nascita della cosiddetta piramide perfetta che avrà il suo culmine con la IV dinastia e i complessi funerari più famosi di Khufu (Cheope), Khafra (Chefren) e Menkhaura (Micerino). Primo complesso piramidale, diretta evoluzione della màstaba, fu la piramide a gradoni progettata dall'architetto Imhotep e voluta dal re Djoser, nota appunto come piramide di Djoser. Il complesso, che prevede ampie aree e spazi, nacque effettivamente come màstaba, con un pozzo verticale e un appartamento sotterraneo; su questa màstaba originale vennero innestate altre tre màstabe sovrapposte alla prima, con lato a mano a mano decrescente, così da creare una serie di quattro gradoni. Successivamente, si decise architettonicamente di aumentare ancor più l'altezza della sovrastruttura con due ulteriori mastabe, ma per ottenere tale risultato, si spostò l'asse centrale della struttura talché il pozzo verticale e l'appartamento funerario, molto articolato e complesso, risultarono non più al centro della sovrastruttura.
Oltre a quello di Djoser, sono noti a oggi solo altri tre grandi complessi, attribuibili alla III dinastia, comprendenti una piramide a gradoni come evoluzione di una màstaba[6]: a Saqqara, la piramide di Sekhemkhet; a Zawyet el-Aryan, attribuibile forse al re Khaba; a Meidum, attribuibile a Huni, ma successivamente usurpata da Snefru che la trasformò in una piramide perfetta[N 6].
La màstaba reale aveva peculiari caratteristiche che raramente si riscontravano in quelle private che avevano invece schemi molto variabili.
Quattro delle caratteristiche principali[7]:
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