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I Martiri Amiternini, o gli Ottantatré Martiri Amiternini, (? - Amiternum, ?) sono un gruppo di cristiani martirizzati nella città di Amiternum e venerati come santi dalla Chiesa Cattolica. La memoria liturgica ricorre il 24 luglio.
La memoria di questi soldati di origine orientale di stanza ad Amiternum veniva ricordato nell'antico Martirologio Romano con le seguenti parole: Amiterni in Vestinis passio Sanctorum militum octogintatrium.[1]
Il martirio, secondo le testimonianze scultoree, è avvenuto per tortura e straziamento dei corpi[2], ma risulta difficile da collocare cronologicamente in quanto gli autori ne discutono la collocazione sotto gli imperi di Nerva, Massimino e Decio[3]. I corpi dei martiri furono seppelliti nelle catacombe della chiesa di San Vittorino ed erano venerati dalle popolazioni dell’antica Diocesi di Amiternum nel mese di maggio.
Una tela, raffigurante il martirio e attribuita a Pompeo Cesura, era conservata nell’altare del barone Lorenzo Alfieri nella parrocchiale di San Vittorino e successivamente traslato all’interno della chiesa di San Domenico[4] a L’Aquila. Un’altra tela era presente nella chiesa di San Pietro di Sassa intra moenia[5].
Il culto dei Martiri Amiternini viene nel Seicento introdotto anche a Roma e, grazie alla mediazione dei gesuiti, si concentra nella chiesa del Gesù.[senza fonte]
La stessa memoria viene riportata anche dai martirologi di Usuardo, del Baronio e del Tillemont.
Con la riforma del Martirologio Romano dopo il concilio Vaticano II la memoria del martiri amiternini è stata soppressa.[6]
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