Maremma amara
canto popolare toscano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Maremma amara è una canzone popolare toscana.
Maremma amara | |
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Artista | |
Autore/i | Anonimo |
Genere | Folk Canzone popolare |
Esecuzioni notevoli | I Gufi Amália Rodrigues Maria Carta Nada Gianna Nannini |
Note | Origini: XIX secolo |
Storia
La canzone risale ai primi decenni dell'Ottocento, quando si cominciò a progettare la bonifica della Maremma, allora paludosa e malsana.
L'autore del testo è sconosciuto, così come non è noto il creatore del modulo musicale che risale, probabilmente, a un'epoca ancora più antica.
Si può tuttavia notare come tale modulo musicale, lo stesso, sia stato adoperato per accompagnare anche un'altra celebre canzone nata più o meno in quel medesimo periodo storico, Partire partirò di Anton Francesco Menchi.
Testo
«Tutti mi dicon Maremma, Maremma
ma a me mi pare una Maremma amara.
L'uccello che ci va perde la penna
io c'ho perduto una persona cara.
Sia maledetta Maremma, Maremma
sia maledetta Maremma e chi l'ama.
Sempre mi trema'l cor quando ci vai
perché ho paura che non torni mai.»
ma a me mi pare una Maremma amara.
L'uccello che ci va perde la penna
io c'ho perduto una persona cara.
Sia maledetta Maremma, Maremma
sia maledetta Maremma e chi l'ama.
Sempre mi trema'l cor quando ci vai
perché ho paura che non torni mai.»
Incisioni
La canzone venne "riscoperta" negli anni sessanta dalla musicologa e cantante fiesolana Caterina Bueno[1].
Nello stesso periodo venne ripresa anche da I Gufi[2] e, successivamente, da Amália Rodrigues[3], da Riccardo Marasco[4], da Maria Carta[5], da Gianna Nannini[6] e da Nada[7].
Note
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