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Marchesato di Caravaggio

piccolo feudo medievale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Marchesato di Caravaggio
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Il marchesato di Caravaggio è stato un piccolo feudo situato nella pianura bergamasca occidentale e governato, dal 1529 al 1796, da un ramo naturale degli Sforza, derivato dal duca di Milano Ludovico il Moro. Il marchesato comprendeva, oltre al capoluogo, le località di Masano e Vidalengo, e le contee di Galliate, Casteggio e Lacchiarella.

Fatti in breve Dati amministrativi, Lingue parlate ...
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Storia

Riepilogo
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Palazzo Gallavresi o della marchesa, a Caravaggio
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Chiesa dei Santi Fermo e Rustico (Caravaggio), luogo di sepoltura degli Sforza

Da Ludovico il Moro e da Lucrezia Crivelli, nel 1497, nacque Giampaolo I, nominato dal fratellastro Francesco II Sforza primo marchese di Caravaggio e confermato tale (con la qualifica di "Illustre") nel 1532 dall'imperatore Carlo V.[1] Il marchesato, seppure minuscolo, godeva di una posizione strategica perché inserito tra i territori controllati dai sovrani di Spagna e dalla repubblica di Venezia. L'investitura imperiale aveva conferito agli Sforza anche il diritto di mero et mixto imperio, cioè l'esercizio effettivo della giurisdizione civile e penale.

Il figlio di Giampaolo, Muzio I Sforza di Caravaggio, succedette alla morte del padre nel 1535 al marchesato di Caravaggio, rimanendo però per alcuni anni sotto la reggenza della madre, e morendo poi in battaglia nel 1553.

Oltre alla presenza del santuario eretto nel 1575 durante il governo di Francesco I Sforza di Caravaggio, in seguito ad una presunta apparizione della Madonna, divenne famoso per aver dato il nome ad uno dei più significativi artisti italiani. Tra il 1577 e il 1584, infatti, visse a Caravaggio il piccolo (sei anni) futuro grande pittore Michelangelo Merisi (1571-1610), nato a Milano. I genitori, Fermo e Lucia Aratori, erano caravaggini e si unirono in matrimonio all'inizio del 1571 con il sostegno del marchese Francesco I Sforza: si recarono subito a Milano per lavoro per rientrare sei anni dopo a causa della pestilenza. Il tredicenne Michelangelo ritornò poi in città per intraprendere la sua brillante carriera artistica.[2]

La famiglia Merisi rimase ancora in contatto con gli Sforza nella persona della marchesa Costanza Colonna, figlia di Marcantonio e giovanissima sposa di Francesco I: la zia di Michelangelo era la nutrice dei bambini della signora e il ragazzo frequentava le lezioni di catechismo impartite da lei. La protezione di Costanza[3] accompagnò il pittore per tutta la vita: da Milano, a Roma, a Napoli, al castello di Paliano, già di proprietà di Marcantonio.

Morto il 13 dicembre 1535, per un "attacco catarrale", il primo marchese Giampaolo I, gli subentrò il primogenito Muzio I che evitò di avanzare le pretese paterne inerenti alla successione nel feudo e si mise disciplinatamente al servizio dell'imperatore Carlo V e, combattendo per lui, morì nel 1552 nel corso della battaglia di Metz. Avendo Muzio I soltanto quattro anni, quando succedette come marchese a suo padre, assunse la reggenza per dieci anni la volitiva madre Violante Bentivoglio, residente nel Castello Sforzesco di Galliate, da cui amministrava con sagacia il marchesato.[4]

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La donna ritratta nel quadro Profilo di giovane donna, attribuito a Leonardo da Vinci, sarebbe Lucrezia Crivelli, madre di Giovanni Paolo I Sforza.

La precoce scomparsa di Francesco I, erede di Muzio I, del quale si è detto, causò una nuova reggenza femminile, data l'età di Muzio II, da parte di Costanza Colonna. Il marchese, poi anche conte di Casteggio e Lacchiarella (ex Filippo III di Spagna), governò dedicandosi alla prosperità dei sudditi e fu cultore delle arti e della poesia.[5] Giampaolo II, Muzio III, Francesco II e Francesco III non si distinsero per significativi avvenimenti, anche per la brevità della loro vita e le continue reggenze materne: tali fatti indebolirono la dinastia e il potere del marchese che dimorava sempre più spesso nel palazzo milanese. Oltre a questo, la famiglia disponeva del cosiddetto palazzo della marchesa, residenza ufficiale a Caravaggio della corte e degli uffici amministrativi, dei castelli di Casteggio e Galliate. Il luogo di sepoltura della casata era nella chiesa dei Santi Fermo e Rustico.[6]

Dal 1697 al 1796, il marchesato visse tempi difficili: era passato nel 1707 dalla tutela spagnola a quella imperiale e la dinastia si era ridotta a una bambina di tre mesi, figlia di Francesco III, Bianca Maria I. La marchesa madre Eleonora Salviati riuscì a proteggere, seppur labilmente, il decadente dominio e l'imperatore Carlo VI concesse l'investitura nel 1712 a Bianca Maria per sé e per gli eredi: la giovane, tuttavia, morì di parto a 20 anni nel 1717. Le succedettero formalmente la figlia Bianca Maria II von Sinzendorf Sforza e la nipote Bianca Maria III Doria Sforza, ultima marchesa. Il territorio, occupato nel 1796 da Napoleone Bonaparte, sarà poi incorporato nell'Impero austriaco.[7]

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Marchesi di Caravaggio (1529-1796)

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Note

Bibliografia

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