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Per Manoscritti non biblici di Qumran si intendono tutti quei manoscritti di Qumran che non sono contenuti nei canoni del testo masoretico. Fanno parte dei manoscritti del Mar Morto e sono complementari ai manoscritti biblici di Qumran.
Frammento 1QS. Il serek hayyahad, più comunemente chiamato "Regola della comunità" o "Il Manuale di disciplina", datato al 100 – 75 a.C. Questa è la copia di un regolamento comunitario scritto in calligrafia asmonea e contiene undici colonne di uno scritto settario ebraico. Il Manuale di disciplina ha un'introduzione che fissa lo scopo e il fine della comunità insediata a Qumran, descrive poi il rito d'ingresso nell'alleanza della comunità, i principi teologici settari, come ad esempio la dottrina dei due spiriti, il codice penale, il testo di un inno di lode al Creatore. Il testo è chiaramente composito ed ha subito revisioni a varie riprese, riscontrabili nei diversi livelli di composizione.
Frammento 1QM. Il milhamah, anche detto "Regola della guerra", scritto in calligrafia erodiana. Composto verso la fine del I secolo a.C., è un libro di istruzioni per una guerra escatologica di quarant'anni che la comunità di Qumran, chiamata "i figli della luce", pensava di intraprendere insieme a Dio e ai suoi angeli, contro i suoi nemici, "i figli delle tenebre", alla fine dei tempi. Inizia con una generica descrizione della guerra a venire, il massacro finale e la distruzione dei figli delle tenebre. Più in dettaglio detta regole circa le trombe, gli stendardi e gli scudi da usare nella lotta e descrive l'ordine di battaglia della fanteria e le sue armi.
Frammento 1QH. Gli hodayot, ossia gli "Inni di ringraziamento", così chiamati perché molti degli inni iniziano con le parole odeka adonay, "ti ringrazio o Signore". Questa copia è scritta in calligrafia erodiana, datata paleograficamente al 50 a.C. – 68 d.C., e raccoglie almeno 25 salmi o inni rassomiglianti ai Salmi canonici, che tendono ad imitare.
Frammento 3Q15. Nella grotta 3 sono state trovate due sezioni di un testo inciso su un foglio di metallo (rame con 1% di stagno), alto circa 30 cm, datato verso il 50-100 d.C. È l'unico documento scritto su un materiale diverso dal cuoio o dal papiro. Quando è stato trovato, il rotolo era talmente ossidato che è stato impossibile srotolarlo; per poterne leggere il contenuto è stato necessario tagliarlo in 23 strisce verticali. Il reperto è conservato presso il Museo archeologico giordano di Amman.
Negli studi qumranici questo testo è un caso unico e rappresenta una specie di enigma, perché differisce dagli altri rotoli trovati nel Mar Morto sia per linguaggio, che è diverso dall'ebraico letterario e richiama più l'ebraico usato molto più tardi nel Mishnah, il codice giuridico ebraico compilato attorno al 200 d.C., sia per paleografia (lo stile usato per scrivere le lettere), per ortografia, datazione e contenuto (non è un testo letterario ma un elenco).[1] Il metallo non è databile come gli altri documenti con il metodo del carbonio 14. L'utilizzo del rame quasi puro nell'area non è consueto all'epoca, dato che era stato soppiantato dal bronzo mille anni prima; il rame tuttavia consente di essere facilmente arrotolato. Il contenuto è formato da dodici colonne di testo che elencano una lista di sessantaquattro località della Palestina in cui sarebbero nascosti dei tesori in oro e argento.[2] Il professor John Marco Allegro, credendo che la lista parlasse di un vero tesoro sepolto, diresse una campagna di scavi nel 1962 in alcuni dei siti facilmente identificabili nel testo, ma non rinvenne nulla.
Al momento della prima decifrazione sembrava che si parlasse di un immenso tesoro, forse quello di re Salomone. Ma questo procedimento è stato reso difficoltoso da errori di ortografia, che sembrano essere stati messi apposta per evitare di trovare il tesoro. Ciò è dimostrato dal fatto che i principali errori siano quelli di un analfabeta, che, per via della sua mancanza di conoscenza della scrittura, ha confuso inconsapevolmente chiunque avrebbe tentato di decifrare il rotolo. Ma non sapeva nemmeno ciò che scriveva: in questo modo non poteva approfittarsene per riuscire a trovare a sua volta il tesoro.
Il frammento 7Q5 fu identificato nel 1972 dal gesuita spagnolo José O'Callaghan con un passo del Vangelo secondo Marco[3]. Questa attribuzione è però stata rigettata dalla maggioranza degli studiosi; in particolare, Ernest Muro sostiene che tale frammento si riferisce al capitolo 103 del Libro di Enoch.
Frammento 11QMelch/11Q13 . Rinvenuto nella grotta 11 è stato datato paleograficamente tra la fine del II secolo a.C. e l'inizio del I secolo a.C. Esso è composto di tredici frammenti dai quali si sono ricavate due colonne. La colonna 2 è preservata molto bene, la colonna 3 è ricostruita solo con alcune parole. Può essere riguardato come una sorta di targum, una parafrasi dei passi biblici che serve a spiegare e a interpretare i brani delle sacre scritture, e in particolare della figura di Melchisedec, figura biblica qui identificata come una creatura celeste ed un Messia. La traduzione in italiano è stata effettuata da Corrado Martone.
Frammento 11QTemple/11Q19. Datato con il radiocarbonio al 97 a.C. – 1 d.C., è un testo ebraico più lungo del libro di Isaia, conservato in 66 colonne e scritto in calligrafia erodiana. Questo testo sembra aver rappresentato, per la comunità di Qumran, una seconda Torah: esso non solo cita molte norme del Pentateuco, ma spesso le affina e le riformula in modo da renderle più stringenti e rigorose. Le sue esigenze di purificazione culturale, in particolare, sono molto rigide. L'inizio frammentario del rotolo contiene alcune parole che richiamano la seconda alleanza stipulata sul monte Sinai (Es 34). Segue una lunga sezione che riguarda il tempio, con le relative feste e i sacrifici. Il tempio che viene descritto qui, non corrisponde a nessuno dei santuari storici d'Israele: era pensato come modello di un nuovo tempio che si sarebbe costruito in futuro, quando i giusti sarebbero riusciti a prevalere. Secondo un elenco steso dallo studioso J. H. Charlesworth è uno dei 30 manoscritti del Mar Morto non biblici che contengono il Tetragramma biblico.
Nel frammento 4Q202, noto anche come 4QEnoch, troviamo:
«Successe che quando in quei giorni i figli dell'uomo aumentarono, belle ed affascinanti figlie nacquero da loro. I Guardiani, figli del cielo, le videro ed ebbero brama di loro e si dissero: «Andiamo e prendiamo delle donne tra le figlie dell'uomo generiamo dei figli per noi.» Comunque, Shemihazah, che era il loro capo, disse loro: «Ho paura che non vogliate prendere carico di questa azione e che solo io sia il colpevole di un grande peccato.» Essi risposero e tutti gli dissero: «Facciamo tutti un giuramento e diciamo sotto giuramento l'un l'altro di non tornare da questa avventura prima di aver portato a termine questa azione» [...] Loro ed i loro capi tutti si presero delle donne per sé, delle donne tra tutte e tutti loro cominciarono a penetrarle ed essere contaminati da loro e ad insegnare loro la stregoneria, gli incantesimi ed il taglio delle radici ed a spiegare le erbe. Esse divennero gravide di loro e diedero vita a giganti, alcuni alti tre mila cubiti. [...]»
Questo frammento è importante perché ci dice che i Guardiani:
Nella Genesi troviamo lo stesso racconto, con lievi modifiche:
« Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e nacquero loro delle figlie, 2 avvenne che i figli di DIO videro che le figlie degli uomini erano belle, e presero per loro mogli tutte quelle che essi scelsero. 3 E l'Eterno disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo, perché nel suo traviamento egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent'anni». 4 Vi erano dei giganti sulla terra a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di DIO si accostarono alle figlie degli uomini e queste partorirono loro dei figli. Essi sono gli eroi che esistettero nei tempi antichi, sono gli uomini famosi di quei tempi. » ( Gn 6:1-4, su laparola.net.) |
Alcuni manoscritti non biblici contengono principi etici che si trovano nelle lettere di Paolo o nei vangeli. Il metodo del carbonio-14 data i manoscritti del Mar Morto prima della stesura del Nuovo Testamento. Questo farebbe supporre, come sostiene lo stesso Vangelo (vedi ad esempio 5,17-19[4][5]), che il Nuovo Testamento sia una codifica di idee già presenti nella cultura ebraica. Il Nuovo Testamento ed i manoscritti del Mar Morto sarebbero quindi due diversi sviluppi di questo modo di pensare.[6]
Nel Commento ad Abacuc II 1-3, troviamo:
«L'interpretazione del passo si riferisce a coloro che hanno tradito con l'uomo di menzogna poiché non hanno creduto alle parole del Maestro di Giustizia (da lui ricevute) dalla bocca di Dio»
Mentre la Seconda lettera ai Tessalonicesi:
« E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna, 12 affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nella malvagità! » ( 2Te 2,11-12, su laparola.net.) |
La giustificazione per fede che troviamo nelle lettere:
« Ma ora, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, alla quale rendono testimonianza la legge e i profeti, cioè la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo verso tutti e sopra tutti coloro che credono, perché non c'è distinzione; poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. » ( Rom 3,21-24, su laparola.net.) |
Ed in:
« sapendo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù, affinché fossimo giustificati mediante la fede di Cristo e non mediante le opere della legge, poiché nessuna carne sarà giustificata per mezzo della legge. » ( Gal 2,16, su laparola.net.) |
Questo tema lo troviamo in Regola della comunità IQS XI 14:
«egli mi giudicherà nella giustizia della sua verità, e nella sua piena divinità espiante per tutti i miei peccati; nella sua giustizia mi purificherà dalla sporcizia dell'essere umano»
Una apocalisse scritta in aramaico ed identificata col frammento 4Q246 contiene il testo:
«il re. E quando lo Spirito] venne per posarsi su di lui, egli cadde dinnanzi al trono. [Allora Daniele si levò e disse]: 'O [r]e, perché sei così adirato; perché [digrigni] i denti? [Il g]rande [Dio] ti ha rivelato ciò che sta per avvenire]. Tutto questo dovrà avvenire, fino all'eternità. [Vi sarà violenza e gr]andi [Mali]. Oppressione verrà sulla terra. (I) Popoli faranno guerra], e (le) battaglie si moltiplicheranno tra le nazioni, [fino a quando si leverà il Re del popoli di Dio. Egli diverrà] il Re di Siria e dell'[Eg]itto. [Tutti i popoli lo serviranno], ed egli diverrà [gr]ande sulla terra. [... Tutti far]anno [pace], e tutti [lo] serviranno Egli verrà chiamato [figlio del Gr]ande [Dio]; dal suo nome verrà designato. Egli sarà chiamato il figlio di Dio; essi lo chiameranno figlio dell'Altssimo. Come le stelle cadenti che tu hai visto, Così sarà il loro regno. Essi regneranno per un certo periodo d'ann[i] sulla terra e schiacceranno tutti. Un popolo schiaccerà un altro popolo, e una nazione un'altra nazione, fino a che il popolo di Dio si leverà e faccia fermare tutti con la spada. Il suo Regno sarà un Regno Eterno, ed egli sarà Giusto in tutte le sue Vie. Egli [giu]dicherà la terra nella Giustizia, e tutti faranno la pace. La spada sparirà dalla terra, e ogni nazione si inchinerà dinnanzi a lui. In quanto al Grande Dio, con il Suo aiuto egli farà guerra, ed Egli Darà tutti i popoli in suo potere (lett. mano); tutti li sottoporrà a lui. Il suo dominio sarà un dominio Eterno, e tutte le regioni (thwmy lett. abissi) ...»
Questo testo presenta molte somiglianze con:
« E l'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre; e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». E Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?» » ( lc 1:30-34, su laparola.net.) |
Nei manoscritti sono presenti passi che hanno molte similitudini con le proprietà attribuite a Lilith, il demone femminile della religione mesopotamica associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. Un riferimento è nella "Canzone per un sapiente"(4Q510-511), e una allusione trovata da A. Baumgarten nel "La seduttrice" (4Q184).
Il primo riferimento a Lilith nella Canzone appare al 4Q510, frammento 1:
«Ed io, il Maestro [lett. l'Istruttore], proclamo il Suo glorioso splendore così da atterrire e terrorizzare tutti gli spiriti degli angeli distruttori, gli spiriti dei bastardi, demoni, Lilith, urlatori, e [abitatori del deserto] e coloro che cadono sugli uomini senza avvertimento per sviarli da uno spirito di comprensione e per rendere i loro cuori e i loro [-] desolati durante l'attuale dominio di malvagità ed il predeterminato tempo di umiliazione per i figli della luce, attraverso la colpa, nelle ere, di coloro che sono afflitti dall'iniquità- non per la distruzione eterna, ma per un'era di umiliazione per la trasgressione.»
Collegato al Libro di Isaia:
« Le bestie del deserto s'incontreranno con le bestie che ululano, i capri si chiameranno l'un l'altro; vi si stabiliranno anche le civette e vi troveranno un luogo di riposo. » ( Isa 34:14, su laparola.net.) |
Questo testo liturgico tenta di prender le distanze dalla presenza di entità soprannaturali malefiche e allo stesso tempo dimostra familiarità con Lilith. Diversamente dal testo biblico, questo passaggio non ha funzioni socio-politiche in nessun programma. Serve da Esorcismo (4Q560) e Canzone dei Demoni Dispersi (11Q11), a tal punto da essere compresa in alcuni incantesimi. Comparabile al rilievo dell'Arslan Tash, usato per aiuto nella protezione dei fedeli contro il potere degli spiriti. Il testo è così, per una comunità profondamente coinvolto nel regno della demonologia, un inno esorcistico.
Un altro testo scoperto a Qumran, di solito associato al Libro dei Proverbi, si appropria del mito di Lilith nella sua descrizione di una donna pericolosa ed attraente- la Seduttrice (4Q184). L'antico poema, risalente al I secolo ma plausibilmente molto più vecchio, descrive una donna infida e avverte continuamente il lettore dei pericoli di un incontro con lei. Di solito la donna descritta nel testo è eguagliata ad una strana donna del Libro dei Proverbi 2 e 5, e per una buona ragione; il parallelo è immediatamente riconoscibile:
«La sua casa sprofonda nella morte,
Ed il seguirla porta alle ombre.
Tutti coloro che la seguono non possono tornare
E trovare ancora le vie della vita.»
«I suoi cancelli sono cancelli di morte
e dall'entrata della casa
se ne va verso Sheol.
Nessun che entri tornerà mai,
e coloro che la possiedono scenderanno l'Abisso.»
Tuttavia, ciò che questa associazione non considera sono le ulteriori descrizioni della Seduttrice del Qumran che non possono essere associate alla strana donna dei Proverbi; ad esempio, le corna e le ali: una moltitudine di peccati è nelle sue ali. La donna illustrata nei Proverbi è probabilmente una prostituta, o almeno una sua rappresentazione, ed una di quelle con le quali la comunità del testo aveva familiarità. La Seduttrice del testo del Qumran, diversamente, non può aver rappresentato una minaccia sociale esistente date le caratteristiche ascetiche della comunità in questione. Diversamente, il testo del Qumran utilizza l'immagine dei Proverbi per presentare una minaccia più ampia e soprannaturale, la minaccia del demone Lilith.
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