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attivista pakistana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Malala Yousafzai (in pashtu ملاله یوسفزۍ; Mingora, 12 luglio 1997) è un'attivista e blogger pakistana. È la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace,[1] nota per il suo impegno per l'affermazione dei diritti civili e per il diritto all'istruzione – bandito da un editto dei talebani pakistani[2] – delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat.
Malala Yousafzai, nata il 12 luglio 1997 a Mingora, nel Pakistan settentrionale, figlia dell'insegnante e attivista Ziauddin e di Toor Pekai, è un'attivista pakistana che all'età di 13 anni è diventata celebre per il blog, da lei scritto per la BBC, nel quale documentava le violenze dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne e il diritto all'istruzione per le bambine.[3][4] È stata candidata all'International Children's Peace Prize 2011.[5]
Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente colpita alla testa da dei talebani armati saliti a bordo dello scuolabus con cui lei tornava a casa da scuola. Insieme a lei sono state colpite anche le sue due amiche e compagne di scuola Zolanda e Ambrin.[6] Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all'attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani, ha rivendicato la responsabilità dell'attentato, sostenendo che la ragazza «è il simbolo degli infedeli e dell'oscenità»; il leader terrorista ha poi minacciato che, qualora sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. La ragazza è stata in seguito trasferita al Queen Elizabeth Hospital di Birmingham che si è offerto di curarla.[7]
Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno, ha parlato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, indossando lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto e lanciando un appello per l'istruzione delle bambine e dei bambini di tutto il mondo.[8] Dal 2013 l'ONU ha dichiarato il 12 luglio Malala Day.[9]
Il 10 ottobre 2013 è stata insignita del Premio Sakharov per la libertà di pensiero;[10] l'annuncio è stato dato dall'allora presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che l'ha motivato dicendo che «è una ragazza eroica e ricca di spirito».[11] Il premio le è stato consegnato in occasione della sessione plenaria del Parlamento, a Strasburgo, il 20 novembre 2013.
Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio Nobel per la pace assieme all'attivista indiano Kailash Satyarthi, diventando con i suoi diciassette anni la più giovane vincitrice di un premio Nobel. La motivazione del Comitato per il Nobel norvegese è stata: «per la loro lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all'istruzione».[12]
«I don't mind if I have to sit on the floor at school. All I want is education. And I'm afraid of no one.»
«Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è l’istruzione. E non ho paura di nessuno.»
Molte scuole l'hanno menzionata il 20 novembre 2014 per la giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.[13][14] La Federazione delle scuole private pakistane (APPSF) ha comunicato che avrebbe indetto contro di lei la giornata I am not Malala per alcune righe del suo libro definite dall'associazione antislamiche e antipakistane.[15][16] Si tratta delle righe in cui parla dell'opposizione del padre al bando del romanzo I versi satanici di Salman Rushdie e alla fatwā pronunciata contro Rushdie da Ruhollah Khomeyni. Ha scritto anche l'autobiografia Io sono Malala, pubblicato in Italia l'8 ottobre 2013 da Garzanti.
Il 25 settembre 2015 viene lanciata in tutto il mondo l'iniziativa The Global Goals che vede Malala una delle protagoniste insieme a tanti altri attivisti ed artisti tra i quali: Anastacia, Stephen Hawking, Stevie Wonder, Kate Winslet, Bill Gates e Melinda Gates, la regina Rania di Giordania, Jennifer Lopez, Meryl Streep e molti altri.[17] I leader mondiali si stanno impegnando a rispettare 17 obiettivi globali da realizzare nei prossimi 15 anni, tre dei più importanti: eliminare la povertà estrema, combattere la disuguaglianza, le ingiustizie e arrestare il cambiamento climatico.[18]
Il 12 aprile 2017 il primo ministro canadese Justin Trudeau le ha conferito la cittadinanza onoraria del Canada, decisa dalla Camera dei Comuni nel 2014.[19] Prima di lei, tale onorificenza era stata rinocosciuta solo ad altri cinque cittadini stranieri.[19]
Nell'agosto 2017 è stata ammessa all'Università di Oxford, presso il college Lady Margaret Hall, per studiare il corso Philosophy, Politics, and Economics[20][21]; ottenendo la laurea nel giugno del 2020.[22] Nel settembre 2017 ha criticato, attraverso un tweet[23][24], la leader politica birmana Aung San Suu Kyi per il suo silenzio di fronte alle violenze delle quali sarebbe vittima la minoranza musulmana Rohingya. Malala è inoltre politicamente pacifista e socialista: è membro del movimento Socialist Alternative («Sono convinta che il socialismo sia l'unica risposta e sprono tutti i compagni a combattere questa battaglia fino a una conclusione vittoriosa. Solo questo potrà liberarci dalle catene del bigottismo e dello sfruttamento»).[25]
Il 29 marzo 2018 Malala è tornata in Pakistan per la prima volta dopo l'attentato. Incontrando il primo ministro Shahid Khaqan Abbasi,[26] ha tenuto un discorso nel quale ha affermato che era stato il suo sogno tornare senza alcuna paura.[27] Malala ha poi visitato la sua città natale, Mingora, nel distretto di Swat.[28] L'APPSF, che rappresenta 173 000 scuole private in Pakistan, ha organizzato per il 30 marzo una giornata I am not Malala in risposta a quelle che la federazione ha definito le sue opinioni «anti-Islam e anti-Pakistan».[29] Malala ha risposto dicendo: «Sono orgogliosa della mia religione e del mio paese».
In seguito alla presa di Kabul da parte dei talebani il 15 agosto 2021, ha espresso preoccupazione per il destino dei diritti delle donne, temendo che le donne in Afghanistan perderanno i progressi sociali ed educativi ottenuti nei due decenni precedenti.[30] Malala ha condannato il divieto dei talebani all'istruzione delle ragazze oltre la scuola primaria e ha detto che «i talebani continueranno a trovare scuse per impedire alle ragazze di studiare oltre la scuola primaria».[31] Ha inoltre detto che i talebani «vogliono cancellare ragazze e donne da tutta la vita pubblica in Afghanistan» e ha chiesto «ai leader di tutto il mondo di intraprendere un'azione collettiva per ritenere i talebani responsabili della violazione dei diritti umani di milioni di donne e ragazze».[32]
Il 9 novembre 2021 Malala, tramite il suo account Twitter, annuncia di essersi sposata con rito musulmano nella sua casa di Birmingham, con il compagno Asser Malik.[33]
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