Luigi Vaschi (Scorzarolo di Borgoforte, 22 aprile 1899 – Endà Selessie, 28 dicembre 1935) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].
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Nacque a Scorzarolo di Borgoforte, provincia di Mantova, il 9 ottobre 1914.[3] Non ancora diciannovenne otteneva nel 1918 di passare dal 65º Reggimento fanteria della Brigata Valtellina al Servizio Aeronautico ed ottenuto il brevetto di pilota militare partecipava alle fasi finali della prima guerra mondiale in forza a una squadriglia da bombardamento.[1] Divenuto sergente, nel 1923 fu veniva assegnato all'Aviazione della Cirenaica dove, per i successivi due anni, si distinse nelle operazioni di grande polizia coloniale raggiungendo il grado di sergente maggiore e meritandosi due encomi solenni.[1] Dopo un breve periodo di servizio in Italia nel 1928 ritornava in Libia assegnato all'Aviazione della Tripolitania coi grado di maresciallo meritandosi anche altri due encomi solenni.[1] Rimpatriato nel 1932, si specializzò nel pilotaggio degli aerei da caccia presso il campo d'aviazione di Mirafiori e nel gennaio 1935 partì per l'Eritrea con la 106ª Squadriglia.[1] Partecipò alle operazioni belliche della guerra d'Etiopia, cadendo in combattimento a Selaclacà il 28 dicembre 1935.[2] Un anno dopo l’eroico episodio di Selaclacà la sua salma e quella del maresciallo Avallena vennero ritrovate e sepolte nel cimitero di Mai Edagà.[1] Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]
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Pilota di monoposto da caccia, in azione di mitragliamento del nemico in fuga, atterrava volontariamente presso un aereo della propria squadriglia, abbattuto dalla fucileria in località percorsa dall’avversario, nell’intento di prendere a bordo il pilota incolume e sottrarlo alle gravi conseguenze della cattura. Impossibilitato a ripartire per le avarie subite nell’atterraggio, tentava, insieme al camerata, di raggiungere la zona occupata dalle nostre truppe. Per tre giorni riusciva ad aprirsi eroicamente la via del ritorno, eludendo le ricerche di giorno e combattendo di notte, finché premuto e circondato da ogni parte cadeva con il proprio camerata dopo strenua difesa contro il nemico numeroso e bene armato, irritato ed ammirato insieme dalla manifestazione di tanto eroismo. Esempio di insuperabile dedizione al più elevato e nobile senso di cameratismo. Selaclacà, Beles, 25-28 dicembre 1935.
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Regio Decreto 10 giugno 1937.
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«Ottimo pilota d'aeroplano, ardito ed entusiasta si è sempre prodigato anche in condizioni atmosferiche decisamente avverse nell'eseguire lunghi e difficilissimi voli su zone desertiche. Nei numerosi bombardamenti e mitragliamenti eseguiti a volo rasente si comportava da valoroso portando sempre brillantemente l'azione quantunque il proprio velivolo fosse seriamente colpito dalla fucileria nemica. Nei giorni 1 e 2 novembre nei pressi di Hon eseguendo contro una forte mehalla ribelle violente azioni aeree infliggeva ad esse gravissime perdite tanto da costringerla a precipitosa fuga. Tripolitania, maggio-novembre 1928.»
«Ardito instancabile pilota compieva in più occasioni efficacissimi bombardamenti su lontani obiettivi, lunghissime ed esatte ricognizioni nonostante le pessime condizioni atmosferiche dimostrando alto senso del dovere, spirito di abnegazione, sprezzo del pericolo. Già distintosi in molte azioni precedenti riusciva con lunghissimo volo ad individuare esattamente la dislocazione dei ribelli, permettendo in tal modo a nostre colonne operanti ch'erano rimaste priva di notizie al riguardo, di facilmente e vantaggiosamente assalirli. Cielo di Maraua, 10 maggio 1924.»
«Audace abilissimo pilota in numerosi voli, noncurante delle avverse condizioni atmosferiche, tutto superando, portava a perfetto compimento importanti ed ardite operazioni di guerra. Il giorno 15 gennaio 1930, incurante della presenza di numerosi ribelli atterrava presso due apparecchi da ricuperare, e, nonostante la grave minaccia, cooperava al loro rifornimento. Sorvolava poi a bassa quota i ribelli effettuando su di essi un preciso bombardamento. Cielo del Fezzan, gennaio-febbraio 1930.»
«In ripetute occasioni scendeva a quota bassissima per più efficacemente bombardare e mitragliare accampamenti ribelli. Durante il volo nonostante un colpo di artiglieria nemica gli avesse colpito e spezzato i comandi degli aleroni sinistri dell'apparecchio, proseguiva nella ricognizione, rientrando in campo solo a bombardamento effettuato. Cielo Sud Bengasino, Suani el Bedin, Agedabia, 6 marzo-21 aprile 1923.»
- Renzo Paolo Corritore e Enzo R. Laforgia, La provincia di Varese negli anni Trenta: istituzioni, società civile, Milano, Franco Angeli, 2002, p. 428.
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1924-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 137.
- Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
- Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.
- Vaschi, Luigi, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.
- Luigi Vaschi, su Pietre della Memoria. URL consultato l'11 gennaio 2022.