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architetto, ingegnere e storico dell'architettura italiano (1808-1881) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Luigi Tatti (Como, 1º settembre 1808 – Montano Lucino, 14 ottobre 1881) è stato un ingegnere, architetto e teorico dell'architettura italiano.
Nato nell'allora Regno d'Italia napoleonico in famiglia agiata da Paolo e da Marta Martinez, fece i primi studi presso il Pontificio Collegio Gallio e nel Liceo locale per poi laurearsi in Matematica presso l'Università degli Studi di Pavia nell'anno 1829. Dopo avere concluso il praticantato presso lo Studio Perego di Milano, si trasferì a Roma per un biennio; rientrato a Como progettò il Cimitero Comunale della città. La sua carriera professionale comincia nel 1829 con la progettazione di un monumento per la Congregazione Municipale di Como. Nel 1835 è a Milano per collaborare con lo studio di Giacomo Tazzini.
Sempre nel 1835 il Tatti traduce e postilla l'opera di Edouard Biot, Manuel du constructeur de chemins de fer, in italiano L'architetto delle strade ferrate ovvero saggio sui principi generali dell'arte di formare le strade a ruotaje di ferro. che viene pubblicato nel 1837. Lo stesso anno viene assunto dall'ingegner Giovanni Milani che gli affida il tracciamento della tratta Chiari-Brescia della Imperial-Regia Privilegiata Strada Ferrata Ferdinandea Lombardo-Veneta.[1]
Nel decennio '37-'47 alterna pubblicazioni erudite[2], apprezzate da personaggi in vista come Carlo Cattaneo, a lavori di secondo piano per privati[3] e per le Pubbliche Costruzioni del comune, fino a quando nel '48 riceve l'incarico di arredare il palazzo Arcivescovile.
Alla fine dello stesso anno, perde il posto statale e la sua vita prende la via degli studi tecnici, approfondendo aspetti legati alla forma e al bello.
La sua esperienza troverà fortuna nel periodo post unitario, con molte commissioni per le realizzazioni di importanti opere infrastrutturali, soprattutto ferroviarie, in tutto il Paese da poco unito. Si segnalano le ferrovie del Tirolo e di Gorizia dal 1854 al 1860, lo studio al passo della Spluga nel 1861, la ferrovia Perugina, le linee Meridionali, il Canale Cavour e quello del Lago Maggiore dal 1861 al 1865. Quindi lo tennero occupato le ferrovie del Veneto, il Canale del Ledre nel Friuli, le ferrovie economiche della Valtellina e del Comasco, la linea d'accesso al Gottardo.[4]
Promotore della ricostituzione del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano[5] è ricordato principalmente per le seguenti opere: Il cimitero di Como (1836-40), Villa Litta Modigliani a Tremezzo (1839), Casa Beretta a Milano (1840-45). Un importante progetto mai realizzato è quello per la chiesa del Santissimo Crocifisso di Como (1845), edificio per cui il Tatti ad ogni modo curò un sopralzo della navata[6].
Descritto dai suoi coevi come «d'aspetto maestoso e venerando; (...) d'ingegno meditativo, perspicace: di una operosità indefessa, di costumi severi e patriarcali, affabile nei modi, non molto verboso, ma ponderato nel discorso», il Tatti si spense dopo breve malattia nella sua villa di Lucinasco, Como, il 14 ottobre e fu sepolto presso il Cimitero comunale di Como.[4]
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