Luigi Maini
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Luigi Maini (Ferrara, 17 luglio 1912 – Ferrara, 27 ottobre 1995) è stato un pittore italiano.
Nacque da Aroldo e da Adriana Bolognesi, i quali gestivano un albergo a Ferrara. Frequentò in città la civica scuola d'arte Dosso Dossi, dove fu sotto la guida dei fratelli Angelo e Giovan Battista Longanesi-Cattani, quindi a Roma fu allievo privato di Roberto Melli, celebre pittore che frequentò dal 1946 al 1957. Melli eseguì nel 1951 un suo ritratto, gli insegnò i segreti del suo peculiare tonalismo, presentandogli inoltre nel 1955 una mostra personale tenuta a Bologna presso il Palazzo Re Enzo.
Maini si era difatti trasferito nel capoluogo emiliano, perseguendo la lezione stilistica di Melli ed esercitando soprattutto nel genere della natura morta e del ritratto. Tra gli altri, ritrarrà anche l'attrice Sophia Loren[1].
Nel contempo, Maini si dedicava al commercio antiquariale, occupandosi ad esempio della progettata vendita di alcuni capolavori rinascimentali della collezione Vendeghini-Baldi, poi pervenuti alla Pinacoteca nazionale di Ferrara[2].
Trasferitosi a Lizzano in Belvedere, Maini si stabilì nell'albergo Nappini dove rimase tre anni, eseguendo ritratti ai clienti, vendendo nature morte e tenendo una personale a Pesaro presso la Brigata amici dell'arte. Rientrato a Ferrara, creò ben presto un'articolata rete di amicizie e di collezionisti che gli permise di vivere dignitosamente con il solo esercizio della pittura. Ad esempio, riuscì a vendere negli anni ben 12 quadri alla Camera di commercio di Ferrara[3].
Nel 1966 presentò a Palazzo dei Diamanti una sorta di antologica di circa trenta dipinti: l'anno precedente aveva vinto il I Premio Eurofrut, concorso al quale avevano partecipato 63 artisti. Secondo classificato fu Giorgio Balboni.
Negli anni, Maini eseguì i ritratti di Cesare Bertelli, presidente della Camera di commercio, e di Vito Cavallini, presidente della Cassa di Risparmio di Ferrara e divenne quindi il poeta dei fiori[4], costruendo nature morte sempre più sintetiche e dalla pennellata quasi gestuale.
Pur amatissimo dai collezionisti di Ferrara, città in cui aveva tenuto diverse personali negli anni '70 e '80, Maini divenne sempre più ipocondriaco e depresso, fino a decidere di togliersi la vita a 83 anni gettandosi da una finestra della sua casa-studio.
Sue opere si conservano altresì presso la raccolta d'arte del Comune di Ferrara.
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