Lorenzo Gennari
militare italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lorenzo Gennari (Quattro Castella, 18 febbraio 1921 – Bibbiano, 19 aprile 1945) è stato un militare italiano, Carabiniere insignito di medaglia d'oro al valor militare.
Lorenzo Gennari | |
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Nascita | Quattro Castella, 18 febbraio 1921 |
Morte | Bibbiano, 19 aprile 1945 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Arma dei Carabinieri |
Grado | Carabiniere |
Decorazioni | Medaglia d'oro al valor militare alla memoria |
Fonte Carabinieri.it | |
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Biografia
Nacque il 18 febbraio 1921 a Montecavolo di Quattro Castella in provincia di Reggio Emilia. Chiamato in servizio di leva prestò servizio presso il 12º reggimento Bersaglieri nel 1941, fu mobilitato nel maggio dell'anno successivo e assegnato al LXX battaglione motomitraglieri del 1º raggruppamento celere. Nel luglio 1942 passò a domanda nei Carabinieri Reali in qualità di Carabiniere ausiliario. Prestò così servizio presso la legione di Bari e, dal 9 settembre 1942, in quella di Firenze. Nel febbraio 1943, fu destinato alla 79 Sezione Carabinieri Reali mobilitata. Rientrato al centro di mobilitazione nell'aprile successivo, fu aggregato alla legione Roma dove fu sorpreso all'atto dell'armistizio. Riuscito a sottrarsi alla cattura dei tedeschi raggiunse i monti del Reggiano dove si aggregò alla 37 brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) divenendone il comandante di fatto con la qualifica di tenente[1].
La lotta partigiana
Nel corso della sua attività partigiana Fiorello (questo il suo nome di battaglia) aveva partecipato, con la 37ª Brigata Gap V. Saltini, a varie azioni di sabotaggio contro impianti telefonici e telegrafici, prendendo parte ad attacchi contro colonne in transito e presidi isolati nemici. Il 13 aprile 1945, alla testa di una pattuglia di quattro partigiani, si portò nei pressi di Bibbiano, a pochi chilometri da Reggio Emilia, per appoggiare le azioni contro i tedeschi. Purtroppo, il fienile adiacente ad una casa colonica, dove il carabiniere Gennari con i suoi compagni d'armi si era sistemato, fu raggiunto da una colonna composta da una brigata nera e da un reparto di nazisti, probabilmente a causa di una delazione. Il Carabiniere Gennari aprì il fuoco con una mitragliatrice che avevano a disposizione. Nel frattempo, si scatenò il combattimento con il sopraggiungere di altre unità naziste che si trovavano nelle vicinanze, ma egli, con altri due partigiani, portò la mitragliatrice in mezzo alla strada obbligando il nemico a disperdersi. Il carabiniere Gennari ordinò ai compagni di porsi in salvo, tuttavia un proiettile lo raggiunse in pieno petto. Negli ultimi attimi di vita ebbe la forza di urlare, nel suo dialetto emiliano, ai compagni accorsi per prestargli aiuto: «Purté via la mitraglia e lascem que me!»[2]
Riconoscimenti
- L'Arma dei Carabinieri ha voluto dedicargli la sede della Compagnia Carabinieri di Guastalla, la cui caserma porta ora il suo nome[3].
- Il 180º corso Allievi Carabinieri Ausiliari (1993) venne intitolato alla memoria del Gennari.
- Il 15 aprile 2015, la Sezione[4] dell'Associazione Nazionale Carabinieri di Quattro Castella[5] è stata intitolata alla memoria di Lorenzo Gennari.
- Il 9 aprile 1995, il comune di Reggio Emilia ha inaugurato un cippo commemorativo dove caddero Lorenzo Gennari, Walter Giovanardi e Ettore Tarasconi[6].
- Il 7 agosto 2020 presso l'area della biblioteca comunale "Pablo Neruda" di Vezzano sul Crostolo è stato presentato il volume "Fiorello (Al secolo Lorenzo Gennari di San Rigo) Carabiniere, Medaglia d'Oro" di Giuseppe Spadoni, pubblicato dalle Edizioni San Lorenzo[7].
Onorificenze
«Comandante di una esigua pattuglia di quattro uomini, non esitava ad accettare combattimento con preponderanti forze avversarie. Accerchiato, non abbandonava la lotta e con tiro calmo e preciso di un'arma automatica, da lui azionata, teneva a bada il nemico per dar modo ai suoi partigiani di salvarsi. Gravemente ferito, cadeva esausto ma non domo sull'arma e ai compagni accorsi per dargli aiuto rispondeva fieramente nel nativo idioma " purté via la mitraglia e lascem que mè ". In questo supremo atto di attaccamento al dovere e gridando " Viva l'Italia ", esalava lo spirito degno del valore della sua gloriosa 37ª Brigata. Bibbiano (Reggio Emilia), 19 aprile 1945.»
Note
Collegamenti esterni
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