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La locomotiva gruppo 480 era una locomotiva a vapore con tender delle Ferrovie dello Stato tra le più grandi e potenti del parco rotabili costruita per servizio merci pesante e su linee acclivi.
Locomotiva FS 480 | |
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Locomotiva a vapore | |
Locomotiva 480.017 conservata al museo nazionale ferroviario di Pietrarsa | |
Anni di progettazione | 1920 |
Anni di costruzione | 1923 - ?? |
Anni di esercizio | 1923- 1968 |
Quantità prodotta | 18 |
Massa in servizio | 84,7 t |
Massa aderente | 75 t |
Tipo di motore | a vapore |
Alimentazione | carbone |
Velocità massima omologata | 70 km/h |
Rodiggio | 1-5-0 |
Diametro ruote motrici | 1.370 mm |
Portanti anteriori | 860 mm |
Distribuzione | Walschaerts |
Tipo di trasmissione | bielle |
Numero di cilindri | 2 |
Diametro dei cilindri | 670 mm |
Corsa dei cilindri | 650 mm |
Pressione in caldaia | 12 |
Potenza continuativa | 1.500 CV a 45 km/h kW |
Alla fine della prima guerra mondiale vennero riprese le costruzioni di locomotive ferroviarie tenendo presente tuttavia la necessità di non aumentare i carichi assiali perché le linee erano uscite dal lungo e logorante periodo bellico in condizioni piuttosto precarie. Ciò spinse a produrre locomotive con un numero maggiore di assi allo scopo di contenere entro limiti accettabili il peso per asse.
I primi anni venti furono degli anni in cui iniziò il rinnovamento e potenziamento delle ferrovie come indirizzo dell'allora governo fascista: furono progettate e costruite locomotive potenti come le 480[1] le 744, per il traino dei pesanti treni merci, e veloci come le 691 per le linee e i treni viaggiatori del centro-nord.
Le locomotive del gruppo 480 furono inviate al Brennero[2] allo scopo di sostituire le 10 482 (già gruppo austriaco BBÖ 580) che la Südbahn aveva costruito per le linee della Val Pusteria e del Brennero che erano rimaste entro i nuovi confini italiani dopo l'armistizio del 1918 a svolgervi servizio; le 480 infatti ne avevano ripresa l'impostazione progettuale di massima allo scopo di sostituirle risolvendo contemporaneamente i seri problemi di riparazione e manutenzione determinati dalla mancanza di ricambi.
Quando la linea venne elettrificata in trifase vennero trasferite in altri impianti; prestarono servizio sulla Porrettana, e in Sicilia, dove vennero assegnate al Deposito Locomotive di Catania che le impiegò sulla linea per Caltagirone, sulla linea per Caltanissetta e sulla linea per Regalbuto per i pesanti treni derrate della campagna agrumaria[3].
Una locomotiva 480, la 016, il 2 marzo del 1944 si trovava aggiunta in testa al treno 8017 protagonista del terribile incidente di Balvano sulla linea Battipaglia-Potenza in cui persero la vita 626 persone.
La locomotiva del gruppo 480 era una locomotiva di rodiggio 1-5-0, a vapore surriscaldato, a 2 cilindri e semplice espansione con la potenza nominale di 1500 CV. Il tipo di distribuzione adottato è quello Walschaert. Il carrello di guida anteriore era il tipico carrello italiano.
Il suo peso in servizio era di 84,7 t, la velocità massima 70 km/ora. Venne impiegata per treni merci pesanti su linee particolarmente acclivi.
Al giorno d’oggi l’unico esemplare sopravvissuto del gruppo è la 480.017, che si trova esposta al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa
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