Ljubov' Dostoevskaja
scrittrice e figlia di Fëdor Dostoevskij Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ljubov’ Fëdorovna Dostoevskaja, nota anche con i soprannomi Lilija e - in particolare fuori dalla Russia - Aimée Dostoevskaja[1] (in russo: Любо́вь Фёдоровна Достое́вская; Dresda, 14 settembre 1869 – Bolzano, 10 novembre 1926), è stata una scrittrice russa, seconda figlia di Fëdor Dostoevskij e della seconda moglie Anna.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Il padre morì quando lei aveva undici anni. Fin dagli ultimi anni del XIX secolo la Dostoevskaja visse perlopiù all'estero, a causa dei problemi di salute, in particolare tra Francia, Svizzera e Italia: tra le località in cui visse furono Menaggio, Roma, Montreux, Ginevra, la Costa Azzurra[1][2]. Fece ritorno in Russia per l'ultima volta nell'estate del 1913: lo scoppio della prima guerra mondiale prima, e la rivoluzione d'ottobre poi le impediranno di tornare nuovamente in patria.[1]
Nel 1924 si trasferì da Nizza a Merano e nella primavera di due anni più tardi a Gries, da poco divenuta parte del comune di Bolzano; vi si ferma poco, per tornare a Merano, poi ad Arco, con una parentesi estiva a Milano, ed infine nuovamente a Gries[1], dove morì il 10 novembre, ufficialmente per anemia perniciosa, in realtà probabilmente di tubercolosi.[2][3]
Durante i suoi numerosi viaggi scrisse alcuni libri, i più noti dei quali furono la raccolta di racconti Bol'nye devuški (1911), i romanzi Emigrantka (1912) e Advokatka (1913), e Dostoevskij nei ricordi di sua figlia, scritto in francese ma pubblicato per primo in traduzione tedesca nel 1920 (Dostojewski geschildert von seiner Tochter)[1], e successivamente tradotto in molte lingue (in italiano per prima da Maria Laetitia Lumbroso nel 1922[2]).
La tomba
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La Dostoevskaja venne sepolta nel cimitero nuovo di Gries, con un funerale modesto ed un'altrettanto modesta lapide. Nel 1931 il governo Mussolini, su pressione del prefetto di Bolzano Giovanni Battista Marziali e della Rivista della Venezia Tridentina, fece realizzare un monumento commemorativo realizzato da Franz Ehrenhöfer.[1][2]
Quando il cimitero di Gries venne smantellato, le spoglie ed il monumento (dalle iscrizioni del quale vennero eliminati i riferimenti al fascismo[3]) vennero trasferite, il 31 maggio 1957, nel cimitero di Bolzano; nell'occasione venne modificata la lapide, eliminati i fasci littori ed i riferimenti al fascismo, ed aggiunta una targa in lingua russa.[2]
Opere
- Bol'nye devuški, S. Pietroburgo, 1911
- Emigrantka, S. Pietroburgo, 1912 (ed. it.: L'Emigrante, Bolzano, 2019)
- Advokatka, S. Pietroburgo, 1913
- Dostojewski geschildert von seiner Tochter, Monaco di Baviera, 1920 (ed. it.: Dostoevskij nei ricordi di sua figlia, Milano, 1922)
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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