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divinità greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lissa (in greco antico: Λύσσα?, Lýssa[1], in attico Λύττα, Lýtta[2]) è, nella mitologia greca, la dea della rabbia ardente e del furore cieco[3].
È nata dall'unione di Nix e del sangue di Urano.[4] Lissa è rappresentata da Euripide nell'Eracle come una Furia: per ordine di Era, Iride la conduce al cospetto di Eracle perché se ne impossessi; l'eroe, impazzito per furore, uccide la moglie e i figli. Rappresenta un personaggio abbastanza spietato e colmo di terribili sfaccettature, prime tra tutte la crudeltà; pur rappresentando la pura pazzia di Eracle, Euripide sceglie di connotare la furia di Lissa con un minimo di furbizia, come si addice a tutti i demoni: non condivide la scelta di Era e si ribella alla sua decisione, ma essendo costretta ad agire, lo fa nel modo più terribile, spietato e crudele.[5]
Secondo un altro mito, raffigurato su un cratere a campana conservato al Museum of Fine Arts di Boston,[6] Lissa fece impazzire i cani del giovane Atteone per uccidere il loro padrone, dopo che il cacciatore aveva visto Artemide nuda mentre faceva il bagno e non aveva distolto lo sguardo.[7]
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