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Lo spagnolo antico o spagnolo medievale fu una varietà dello spagnolo parlata nella Penisola Iberica approssimativamente tra il X e l'inizio del XV secolo; più specificamente prima che avvenisse la riorganizzazione consonantica che avrebbe dato origine allo spagnolo contemporaneo. La prima opera di un certo spessore della letteratura in castigliano medievale è quella del Cantar de Mio Cid o Poema de mio Cid, scritta verso la fine del XII o inizi del XIII secolo da autore anonimo.
Il sistema fonologico dello spagnolo antico era molto più vicino a quello delle altre lingue romanze rispetto a quello attuale. Quello più antico che possiamo ricostruire con certezza si sarebbe mantenuto più o meno senza mutazioni grosso modo tra il X e il XIV secolo. Questo sistema sarebbe stato dato da tre paia di sibilanti, sorde e sonore con valore fonologicamente distinto:
Nello spagnolo medievale non esisteva il suono fricativo velare sordo ([x]), corrispondente alla grafia j o (davanti ad e/i) g, come nella controparte moderna; nemmeno esisteva il suono interdentale fricativo sordo ([θ]), che viene oggi rappresentato con la grafia z o (davanti ad e/i) c.
La v si pronunciava sempre come un suono fricativo, sebbene non si sappia con certezza se la sua realizzazione esatta fosse stata bilabiale o labiodentale. Un'incongruenza della lingua dell'epoca era che la lettera f poteva rappresentare non solo il suo valore fonetico attuale ma anche una aspirazione (simile alla h inglese), scomparsa poi nella pronuncia ma non nella grafia, dove è diventata una h etimologica: fasta (oggi "hasta"), fablar (oggi "hablar"). In alcuni regioni dell'America Latina e della Spagna ancora si pronuncia la h, per esempio in hierro pronunciato come se fosse scritto jierro (AFI: [ˈχjɛro]).
Un fenomeno tipico di alcuni momenti dello spagnolo medievale fu la cosiddetta «apocope estrema».
Il sistema consonantico trattato nella sezione precedente può riassumersi nel seguente schema fonemico:[1]
Viene evidenziato nel sistema precedente l'esistenza di una serie completa di fricative sonore, scomparsa nello spagnolo moderno, attraverso diversi mutamenti: /β /> /b/, /ɸ /> /f/ o "Ø" a seconda del contesto fonetico; /z /> /s/, /ž/> /š/> /x/. Spariscono anche diverse fricative attraverso i cambiamenti: /ĵ /> /č/, /dz/> /ş/, /ts/> /ş/. Quest'ultimo fonema /ş/ diede nello spagnolo settentrionale moderno /θ/ e nel resto dello spagnolo /s/.
A partire dalla fine del XVI secolo e la metà del XVII secolo l'inventario fonologico si sarebbe assottigliato a causa della perdita di sonorità nelle fricative e della riorganizzazione consonantica secondo il seguente schema:
Nel mutamento dallo spagnolo antico allo spagnolo moderno si produssero numerosi cambiamenti analogici e regolarizzazioni, specialmente nel paradigma verbale. Per esempio, nello spagnolo antico sono frequenti forme di preterito perfetto semplice in -uve molte delle quali conservatesi nella lingua moderna (anduve, tuve, ...) mentre altre sono scomparse come (conuve 'conocí' o in modo similare truje 'traje', ...).
Infinito spagnolo | Spagnolo antico | Forma regolarizzata | Stadio |
---|---|---|---|
conocer | conuve | conocí | (1) |
traer | truje | traje | (2) |
andar | anduve | *andé | (3) |
tener | tuve | *tení | (4) |
I primi due esempi mostrano forme di preteriti regolarizzati nello spagnolo generale, mentre gli ultimi due mostrano tendenze nello spagnolo popolare e nello spagnolo infantile che non sono state accettate unanimemente nella lingua (di conseguenza essi sono contrassegnati con [*]).
Si sono inoltre eliminate alcune forme di singolare in -s come tiempos (latino < tempus) 'tiempo' (ormai conservatesi solo in alcune proverbi) o uebos (latino < opus) 'lavoro, opera, sforzo' come nelle frasi seguenti:
Nello spagnolo medievale i perfetti composti dei verbi di movimento si costruivano con l'ausiliare "ser" (come in italiano):
L'appartenenza o possesso si esprimeva (come in italiano) con il verbo aver (oggi haber):
Nel preterito perfetto composto, il participio passato di solito concordava in genere e numero con l'oggetto diretto. Per esempio:
Le caratteristiche (1) a (3) ormai non si trovano nello spagnolo moderno, diversamente da altre lingue romanze, come il francese e l'italiano:
I pronomi personali atoni potevano essere enclitici (posposti al verbo) non solo all'imperativo positivo, all'infinito e al gerundio, ma anche in qualunque forma verbale, compreso nei sostantivi (come attestano molte di queste forme nel poema del Cid). Generalmente, i pronomi atoni erano enclitici nelle proposizioni principali e proclitici nelle subordinate. Per esempio: tornós' (tornóse) pora su casa; la mánol' (mánole) va besar = la mano le va a besar. L'ordine delle parole all'interno della frase era più libero che nello spagnolo moderno, molte volte con il verbo posto alla fine: Cuya es la cosa, genitivo caso es.
Il vocabolario evolve continuamente nel corso della storia di una lingua. Ci sono vocaboli che man mano diventano arcaici e disusati; poi sono sostituiti da nuovi termini o semplicemente cambiano di significato. Inoltre, lo sviluppo della tecnologia comporta anche l'incremento di nuove parole nel vocabolario di una lingua. Nel castigliano medievale, esistevano parole, oggi non più in uso, che risulterebbe impossibile comprendere senza l'ausilio del dizionario: cras (dal latino CRAS, sp. mod. 'mañana' nel significato di "giorno dopo"); man (dal latino MANE, sp. mod. 'amanecer', "alba"); uço (uzo) (dal latino USTIUM 'piccola porta, imposta').
Una curiosità dello spagnolo antico è che molte parole recanti un gruppo consonantico dotto latino come -CT- o -PT- erano semplificate. Ma poi la forma dotta finì per essere reintrodotta nella lingua, dando a volte "doppioni" con significati diversi. Per esempio: ACCEPTARE > acetar (forma arcaica) > aceptar (forma moderna); CAPTARE > catar (forma arcaica, nel significato di 'mirar', "guardare") > captar (forma moderna); RESPECTUS > respeto (forma arcaica) > respeto e respecto (forme moderne).
Qui di seguito mostriamo alcune forme in latino con le corrispondenti in castigliano medievale e in spagnolo moderno.
Latino | Castigliano antico | Spagnolo moderno |
---|---|---|
acceptare, captare, effectus, respectus | acetar, catar, efeto, respeto | aceptar, captar, efecto, respecto e respeto |
et, non, nos, hic | e, et; non, no; nós; í | y, e; no; nosotros; ahí |
stabat; habui, habebat; facere, fecisti | estava; ove, avié; far/fer/fazer, feziste | estaba; hube, había; hacer, hiciste |
hominem, mulier, infans | omne; mugier, muger; ifante | hombre, mujer, infante |
cras, mane (maneana); nunquam | cras, man, mañana; nunqua | mañana, nunca |
quando, quid, qui (quem), quo modo | quando, que, qui, commo/cuemo | cuando, que, quien, como |
Questo è un passo tratto dal Poema del Cid (versi 330–365) che si può ascoltare nella sua pronuncia medievale Archiviato il 29 novembre 2020 in Internet Archive. restituita (letto da Jabier Elorrieta). Nella prima colonna si può vedere la trascrizione normativa del manoscritto originale; nella seconda, la traduzione in spagnolo moderno.
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