Linda Gazzera
medium e spiritualista italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Linda Gazzera (Roma, 1890 – Brasile, 1942[1]) è stata una medium e spiritualista italiana.
Tra il 1908 e il 1909, Gazzera fu oggetto di un'indagine, nel corso di una serie di sedute spiritiche in diversi salotti esoterici d'Italia e d'Europa, dallo spiritista Enrico Imoda[1], il quale sostenne l'autenticità delle sue presunte materializzazioni. Lo psicologo la definì la più importante medium italiana della sua generazione.[1] Per fugare lo scetticismo, la medium si sarebbe cambiata con l'aiuto della padrona di casa e avrebbe delegato gli ospiti per preparare il “gabinetto medianico”; durante la presunta trance, la sensitiva avrebbe parlato per volontà di un ufficiale di cavalleria di nome Vincenzo, narratore delle vicende di altre anime.[1]
Furono scattate fotografie, che avrebbero suscitato un dibattito nella comunità medica internazionale,[1] poi pubblicate nel 1912 in un libro postumo intitolato Fotografie di Fantasmi.[2] Già nel 1909 diciannove stampe vennero raccolte nell'Album Imoda, che sarebbe stato in seguito donato da Imoda a Cesare Lombroso; da qui fanno parte dell'eponimo Archivio storico del Museo di Antropologia criminale dell'Università di Torino.[1]
Il ricercatore parapsicologico francese Guillaume de Fontenay, in una postfazione per Fotografie di Fantasmi, mise in dubbio l'autenticità delle fotografie, osservando che le materializzazioni sembravano dubbie e bidimensionali con ombre sospette.[3] L'autore scettico Joseph McCabe scrisse che Gazzera fu smascherata come una ciarlatana nel 1911. Secondo McCabe "Le sue materializzazioni e i suoi trucchi erano semplici. Portava i suoi uccelli, i suoi fiori, la sua mussola e le sue maschere (o le sue immagini) tra i capelli (che erano in gran parte falsi e mai esaminati) e la biancheria intima, e, con un trucco comune, rilasciava mani e piedi dal controllo per manipolarli."[4]
Gli “ectoplasmi” delle fotografie sarebbero in realtà «ritagli dipinti da qualche mano esperta».[1] Le fotografie, «documento di un affascinante artificio e, contemporaneamente, la testimonianza di quanto il corpo possa rendersi teatro dei più convincenti incantesimi»[1], hanno fatto parte dell'esposizione Corpo orbita della 59ª Biennale di Venezia del 2022.[1]
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