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ideologia politica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il liberalismo conservatore è una scuola di pensiero liberale dell'Ottocento, le cui radici risalgono all'evoluzione su posizioni "di destra" [1][2][3][4] del liberalismo classico, rispetto al quale si contraddistingue per un minore radicalismo.
Si tratta di una filosofia politica che ritiene innanzitutto fondamentale che lo Stato garantisca costantemente i diritti del singolo[5][6]; similmente al conservatorismo mantiene una posizione intransigente nei confronti dell’immigrazione, del terrorismo e del crimine[7][8].
Predilige anche un efficiente modello di libero mercato secondo i princìpi liberisti, tutela la distribuzione sul mercato delle risorse naturali, difende la proprietà privata ed è favorevole a delle privatizzazioni mirate[9].
Altre posizioni riguardano il taglio delle tasse e della spesa pubblica improduttiva, il pareggio di bilancio, l'alleggerimento del welfare, abolendo i servizi pubblici non fondamentali ed eliminando le barriere protezioniste.[10][11][12]
In politica estera emergono posizioni affini ai neoconservatori degli Stati Uniti d'America[11][13].
Anche in Italia, come nella maggioranza dei Paesi europei fino alla Prima guerra mondiale, la classe politica governante era prevalentemente formata da suoi esponenti, età giolittiana compresa. [14][15][16][17][18][19][20][21]
Nell'ambito dell'Unione europea i partiti liberali conservatori sono riuniti all'interno del Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa[22][23] [24] (ALDE) e del Partito Popolare Europeo (PPE)[25].
Alcuni tra i maggiori partiti liberali conservatori sono i seguenti:
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