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lente con spessore trascurabile Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
In ottica, una lente sottile è una lente che ha uno spessore trascurabile (ovvero, la distanza tra le due superfici della lente, misurata lungo l'asse ottico), rispetto ai raggi di curvatura delle sue superfici e rispetto alla lunghezza focale (la quale determina anche il rapporto tra le distanze dell’immagine e dell’oggetto, dalla lente stessa[1]). In genere, è usata anche come esempio equivalente di un gruppo di lenti, aventi uno spessore non più trascurabile (come ad esempio, gli obiettivi fotografici). Le lenti singole il cui spessore non è trascurabile, sono talvolta chiamate lenti spesse e necessitano di calcoli più complessi, poiché l'approssimazione della lente sottile non tiene conto degli effetti ottici dovuti allo spessore, semplificando i calcoli di tracciamento dei raggi. Spesso è combinata con l'approssimazione parassiale in applicazioni come l'analisi della matrice di trasferimento dei raggi.
La lunghezza focale di una lente (in aria), è data dall'equazione:
dove è l'indice di rifrazione del materiale della lente e e sono i raggi di curvatura delle due superfici. Per una lente sottile è molto più piccolo di uno dei raggi di curvatura. In queste condizioni, l'ultimo termine dell'equazione diventa trascurabile e la lunghezza focale di una lente sottile in aria, può essere approssimata a:[2]
In questo caso è considerato positivo se la prima superficie è convessa, oppure negativo se la superficie è concava. I segni sono invertiti per la superficie posteriore della lente: è positivo se la superficie è concava e negativo se convessa[3]. Questa convenzione di segno è del tutto arbitraria ed alcuni autori scelgono segni diversi per i raggi, il che modifica l'equazione.
Quando passano attraverso una lente sottile, i raggi parassiali seguono alcune semplici regole, talvolta riunite nella dicitura metodo dei tre raggi:[4]
Il punto in cui i tre raggi si incontrano, sarà il punto in cui si forma l'immagine.
La relazione tra la distanza dell'oggetto che funge da sorgente e la distanza dell'immagine può essere rappresentata come:[5]
dove prende il nome di lunghezza focale (o distanza focale) ed è la distanza tra il punto e il centro della lente.
Tale relazione è conosciuta come equazione della lente sottile o equazione degli ottici.
Quando i raggi luminosi (emessi da una sorgente luminosa o riflessi da un oggetto illuminato) colpiscono una lente, il risultato ottico (l'immagine) che si ottiene può avere caratteristiche differenti:[6][7]
Il risultato dipende dal tipo di lente (convergente o divergente) e dal punto in cui viene posizionata la sorgente:
Nell'ottica ondulatoria una lente è una componente che sposta la fase del fronte d'onda. Matematicamente questo può essere inteso come un prodotto del fronte d'onda per la seguente funzione:[8]
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