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dirigente sportivo e partigiano italiano (1926-2017) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lelio Speranza (Savona, 18 ottobre 1926 – Savona, 4 gennaio 2017) è stato un dirigente sportivo e partigiano italiano.
Lelio Speranza è stato un noto dirigente sportivo nazionale, che nella sua lunga attività si è molto prodigato a favore della costruzione di impianti sportivi[1][2]. Da vari decenni ha retto la carica di presidente provinciale di Savona del CONI[3][4], ma altresì è largamente conosciuto anche per i suoi trascorsi nella Resistenza. Fino alla scomparsa è stato Vicepresidente Nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà. [5]
È stato coniugato con Regina Sambarino e padre di due figli: Anna, laureata in agraria e già consigliere comunale a Savona[6], e Carlo, laureato in legge, dirigente aziendale.
Nel suo curriculum scolastico risulta inizialmente il diplomato in ragioneria, ma successivamente ottiene una laurea honoris causa in economia e commercio.
Proviene da una nota famiglia savonese. Il padre Carmelo, comandante di Marina, fu perseguitato politico nel 1933 ed incarcerato nel 1940. Dopo l'8 settembre 1943, esponente della Resistenza, fu membro del Comitato di liberazione nazionale della provincia di Savona. Arrestato, torturato e condannato a morte, fu liberato alla vigilia della Liberazione.
La madre Anna Schiappacasse fu impegnata nel sociale e nell'assistenza durante la Resistenza e dopo la Liberazione.
Lelio Speranza ha fatto parte di quella generazione di giovani che scelsero di opporsi al regime fascista ed entra molto presto nel movimento partigiano[7].
Giovane studente, l'8 settembre 1943 è a Savona. Insieme ad altri, il giorno successivo entra nella caserma cittadina del Prolungamento a mare e da quel momento inizia il suo impegno nella Resistenza, con le prime azioni di sabotaggio e di cattura di armi e munizioni. Parte del gruppo dei giovani studenti si ritra in seguito sulle alture di Montenotte nelle formazioni partigiane che erano costituite dai garibaldini della Divisione “Bevilacqua” e dagli autonomi della Divisione "Fumagalli". Gli altri si uniscono a formazioni partigiane di varie zone.
Rastrellato da tedeschi viene avviato ai lavori forzati per la costruzione di fortificazioni belliche. Fuggito, raggiunge le formazioni partigiane che operano sulle alture savonesi compiendo significative missioni belliche.
Nell'autunno-inverno del 1944 partecipa ad aspri combattimenti contro le forze germaniche nelle zone di confine tra le provincie di Cuneo e Savona. Nel dicembre 1944 viene arrestato dai fascisti, sottoposto ad estenuanti interrogatori, riesce con ostentato silenzio a mantenere ogni segreto. Rinchiuso nel carcere di Sant'Agostino di Savona, condivide la cella con il padre, a sua volta torturato, seviziato e condannato a morte.
Trasferito nel carcere della caserma di San Giacomo, sempre a Savona, riesce ad evadere e si aggrega alla Divisione Autonoma "Eugenio Fumagalli" dislocata sulle alture savonesi. Diventa, quindi, comandante di battaglione della Divisione Autonoma “Fumagalli” del “Corpo Volontari della Libertà”.
Partecipa alla liberazione della Città di Savona nell'aprile del 1945[8].
Il 23 aprile 1945 al comando di un gruppo d'assalto, tutti travestiti da San Marco, entra alla periferia di Savona occupando la Caserma di San Giacomo, ove era già stato imprigionato, catturando uomini, armi e munizioni.
Il 24 aprile, con il suo gruppo irrompe nelle carceri di Sant'Agostino ubicate nel centro cittadino: trecento prigionieri politici vengono liberati, tra cui il padre: torturato, seviziato e condannato a morte dal Tribunale speciale di Torino, doveva essere fucilato il 30 aprile.
Durante la notte fra il 24 e il 25 aprile occupa il palazzo dei telefoni, catturando una trentina di tedeschi e fascisti, evitando la distruzione di tale stabile già ordinata dal Comando germanico. Dopo aspri combattimenti e perdite di feriti, la sera del 25 aprile assume il controllo del centro di Savona.
Lelio Speranza è il capo partigiano di don Silvio Ravera, il quale gli dedica la poesia in dialetto A-o mae Cu-mandante[9].
Dopo la liberazione, come Ufficiale della Polizia Provinciale, gli viene affidato il Comando dell'ordine pubblico dei comuni del savonese e il collegamento con la Polizia Militare Alleata.
Gli è stata consegnata dal Sindaco di Savona la Medaglia d'Oro con la seguente motivazione: “La Città di Savona memore grata per l'alto contributo dato in difesa agli ideali della lotta per la Libertà e per il conferimento alla Città della Medaglia d'Oro al Valor Militare per la Resistenza”.
Ha ricevuto dal Maresciallo Harold Alexander Comandante Supremo Alleato delle Forze del Mediterraneo Centrale un attestato di riconoscimento: “Per aver combattuto per l'onore e la libertà”.
Il Ministero della Difesa gli ha conferito la Croce al merito di guerra.
Lavora sin dagli anni cinquanta come dirigente in nell'Agip, avendo la possibilità di collaborare agli inizi della sua carriera con Enrico Mattei. Nella sua trentennale carriera riveste prestigiose posizioni aziendali: responsabile dell'organizzazione commerciale Agipgas ed AGIP per le regioni Lombardia, Piemonte e Liguria, responsabile del Centro di Formazione Commerciale AGIP Petroli, docente di Marketing Management. Nel novembre 1994, per la sua competenza nelle problematiche d'organizzazione commerciale del settore petrolifero gli viene riconosciuta la laurea honoris causa in Economia e Commercio dalla prestigiosa Università Internazionale di Studi Superiori Saint Paul's Chapel, Columbia University New York USA. Assieme a Speranza ricevono il riconoscimento altri due italiani: la figlia del conte Marzotto, il professor Manfredi presidente dell'Associazione per la lotta contro il cancro e fratello dell'attore Nino Manfredi. Nell'elenco dei premiati c'era anche il ministro della Difesa, Cesare Previti, che però non può partecipare per impegni di governo. LA STAMPA
Parallelamente all'attività professionale, ricopre rilevanti cariche in ambito civile, amministrativo, culturale e sportivo presso istituzioni e associazioni a livello locale e nazionale.
Nel 1948 è tra i fondatori della Federazione Italiana Volontari della Libertà, FIVL, diventandone consigliere nazionale, già sotto la Presidenza del generale Raffaele Cadorna.
Facevano parte del primo Consiglio Direttivo Nazionale della FIVL Enrico Mattei, Eugenio Cefis, Mario Ferrari Aggradi, Giovanni Marcora, Paolo Emilio Taviani, Aurelio Ferrando "Scrivia", Aldo Sacchetti, Lelio Speranza, le Medaglie d'Oro al Valor militare Paola Del Din, Rino Pachetti, Enrico Martini "Mauri" ed altri esponenti della Resistenza.
Viene quindi eletto membro della Giunta Nazionale dell'organismo sotto la Presidenza dell'On. Ing. Enrico Mattei. Rieletto mantiene sempre l'incarico sotto la Presidenza del Senatore a vita Prof. Paolo Emilio Taviani, ed attualmente.
Ha fatto parte per otto anni della Delegazione FIVL nel Direttivo Nazionale del Movimento Europeo.
È presidente dell'Associazione Volontari della Libertà della Liguria aderente alla FIVL, ininterrottamente dal 1950.
Già dal primo dopoguerra è esponente di spicco della Democrazia Cristiana, ricoprendo per quindici anni la carica di Membro Effettivo del Collegio Nazionale dei Probiviri del partito[10].
Presidente del Comitato della provincia di Savona, comprendente tutti i partiti, le organizzazioni sindacali, le associazioni Partigiane, la Curia Vescovile, le amministrazioni Comunali e l'Amministrazione Provinciale, coordina l'azione di difesa durante gli attentati dinamitardi che sconvolgono con perdite di vite umane e feriti Savona e Provincia nel periodo aprile 1974 – marzo 1975.
Nominato nel 1963, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Commissario Interprovinciale in Liguria dell'Ente Nazionale Gioventù Italiana dà impulso al progresso delle attività sportive proprie dell'istituzione, creando una sede di strutture di base necessarie alla pratica delle varie discipline. Ricopre detto incarico fino al 1976.
Dal 1977, è Presidente del Comitato olimpico nazionale italiano di Savona, riconfermato ogni quadriennio olimpico fino ad oggi. Nel mondo sportivo savonese e ligure, ha dato notevole impulso alle tante Associazioni dilettantistiche e Società sportive in ben 48 discipline, riportando notevoli risultati federali a tutti i livelli: regionali, nazionali, internazionali ed olimpici. Promuove e pianifica con le Amministrazioni comunali la realizzazione di una lunga serie di impianti sportivi polivalenti, progetti che sono stati finanziati all'epoca con mutui e contributi stimati per circa 150 miliardi di Lire, portando la Provincia di Savona ai primi posti della graduatoria nazionale per l'impiantistica sportiva.
Vari pertanto sono gli encomi, i riconoscimenti e le benemerenze, che gli vengono attribuiti nel corso degli anni a fronte dei suoi multiformi impegni, solo tra i più significativi si citano:
È membro benemerito dell'Associazione Nazionale Atleti Azzurri d'Italia, dell'Unione Nazionale Veterani Sportivi e della Sezione Italiana dell'International Police Association (IPA).
Lasciato il lavoro negli anni ottanta, continua fino ai giorni nostri a prodigarsi a tempo pieno in tutti gli impegni a cui si dedica sin da giovane.
“In sce-o fâ da séia” è il titolo di una raccolta di poesie che l'Associazione Volontari Libertà Liguria (FIVL), pubblica, all'inizio degli anni ottanta, con una presentazione di Lelio Speranza, ed una prefazione di Domenico Astengo[9].
Ha partecipato alla costituzione dell'Istituto Storico della Resistenza di Savona l'11 dicembre 1989, diventandone in seguito Presidente[13].
Nel 1997 cura la prefazione del libro "Panoramica" di Silvio Ravera.
Le cronache politiche in occasione delle varie tornate elettorali hanno spesso avanzato ipotesi di sue candidature senza che però tali supposizioni mai si concretizzassero[14][15].
I principali incarichi che attualmente riveste sono i seguenti:
In campo sportivo riceve ulteriori riconoscimenti:
Tra i fatti salienti più recenti che lo vedono protagonista:
Lelio Speranza ha collaborato alle seguenti pubblicazioni:
Lelio speranza risulta citato sulle seguenti pubblicazioni:
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