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romanzo scritto da Emilio Salgari Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le due tigri è un romanzo d'avventura del 1904 scritto dal novelliere veronese Emilio Salgari ed è il quarto capitolo del suo ciclo indo-malese.
Le due tigri | |
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Copertina di Alberto Della Valle per la prima edizione | |
Autore | Emilio Salgari |
1ª ed. originale | 1904 |
Genere | Romanzo |
Sottogenere | Romanzo d'avventura |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | India, Calcutta, Sundarbans, Delhi, 1857, Moti indiani del 1857 |
Protagonisti | Tremal-Naik, Sandokan, Yanez de Gomera |
Antagonisti | Suyodhana |
Altri personaggi | Kammamuri, Sambigliong, Surama, Remy de Lussac, Sirdar (thug pentito), Bedar (cipay) |
Serie | Ciclo indo-malese |
Preceduto da | I pirati della Malesia |
Seguito da | Il Re del Mare |
La storia si svolge otto anni dopo gli avvenimenti narrati nel primo romanzo del ciclo[1], Le tigri di Mompracem. Se in quel caso il termine "tigri" era riferito, per estensione, a tutti i pirati seguaci di Sandokan (altrove identificati come "tigrotti"), in questo romanzo indica pienamente la "Tigre della Malesia" da un lato e, dall'altro, il suo antagonista Suyodhana, capo dei Thugs e "Tigre dell'India"[2]: rispetto alla sua precedente apparizione ne I misteri della jungla nera, infatti, Suyodhana non è più un uomo senza volto, che poco a poco si materializza nel capo dei Thugs, ma un personaggio di incredibile complessità. Egli «gode di una fama leggendaria, incarna la Trimurti, è egli stesso l'emanazione di un territorio proibito [...]: è insomma un antagonista degno di Sandokan, il quale infatti va a sfidarlo sul suo stesso terreno»[3].
Inoltre, il continuo riferimento alla simbologia della tigre[3] dà un tocco onirico e spettrale all'intero romanzo.
India, 1857. Sandokan giunge in India alla guida dei suoi tigrotti, in soccorso dell'amico Tremal-Naik. Quest'ultimo, rimasto di recente vedovo di Ada Corishant, ha subito un ulteriore dramma: sua figlia, la piccola Darma, è stata rapita dai Thugs comandati da Suyodhana con l'intento di sacrificarla, come già fece con la madre, alla dea del male Kālī.
Surama, una giovane baiadera indiana figlia del deposto rajah dell'Assam e fatta prigioniera dai Thugs[4], riesce a fornire indicazioni importanti alla Tigre e i suoi fedeli. Grazie al suo aiuto, Sandokan e i compagni riescono a rapire il manti, sacerdote della dea Kalì, da cui scoprono che la setta di strangolatori è ancora stanziata sull'isola di Raimangal, già loro covo nel secondo romanzo del ciclo, I misteri della jungla nera.
Il gruppo organizza una spedizione nella giungla alla volta di Raimangal a cavallo di due elefanti. Il viaggio è denso di imprevisti (in sequenza, un violento uragano, l'attacco di un rinoceronte e due tigri, senza contare i Thugs che tentano più volte di sabotare la spedizione, riuscendo ad uccidere entrambi i pachidermi), ma malgrado i contrattempi, Sandokan e i compagni, a cui si unisce anche l'ufficiale francese de Lusaac, giungono a Raimangal e manomettono l'impianto idrico, allagando i sotterranei della setta e distruggendola per sempre.
Lo spietato Suyodhana, però, fugge con la piccola Darma a Delhi, città attanagliata dal dramma della rivolta dei Sepoy, sperando di poter trovare asilo fra i ribelli, ma nulla impedirà a Sandokan di affondare il suo pugnale nel ventre del nemico e di salvare Darma. Distruggendo la setta di Kali, però, la Tigre della Malesia, ironia della sorte, ha reso un servigio storico all'Inghilterra, sua acerrima avversaria. Sandokan, Yanez, Tremal-Naik e la figlia Darma salpano dunque per Mompracem, insieme a Surama e a Sirdar, il giovane bramino che serviva Suyodhana.
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