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canzone socialista e comunista Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'Internazionale (francese L'Internationale) è la più famosa canzone socialista e comunista,[1] considerata «l'inno dei lavoratori per eccellenza».[2] Dalla fine del XIX secolo è stato adottato come inno dalla Seconda Internazionale, da non confondere con l'attuale Internazionale Socialista.
L'Internazionale inno internazionale dei lavoratori | |||||||||||||||
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Dati generali | |||||||||||||||
Organizzazione | Internazionale socialista | ||||||||||||||
Lingue | francese russo altre (vedi sezione) | ||||||||||||||
Adozione in altri paesi | |||||||||||||||
Unione Sovietica dal 1917 al 1944 RSFS Russa dal 1917 al 1918 | |||||||||||||||
Componimento poetico | |||||||||||||||
Testo in francese | |||||||||||||||
Autore | Eugène Pottier | ||||||||||||||
Epoca | 1871 | ||||||||||||||
Altri testi | |||||||||||||||
vedi sezione | |||||||||||||||
Composizione musicale | |||||||||||||||
La Marseillaise | |||||||||||||||
Autore | Rouget de Lisle | ||||||||||||||
Epoca | 1792 | ||||||||||||||
L'Internationale | |||||||||||||||
Autore | Pierre de Geyter | ||||||||||||||
Epoca | 1888 | ||||||||||||||
Inni nazionali russi | |||||||||||||||
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Audio | |||||||||||||||
(info file) |
Le parole originali in francese furono scritte nel 1871 da Eugène Pottier per celebrare la Comune di Parigi. Pierre de Geyter mise tali parole in musica nel 1888[1]. Prima di allora il testo veniva generalmente cantato sull'aria della Marsigliese. Ne esistono anche versioni anarchiche, cantate sia sulla musica tradizionale, sia sulla Marsigliese.[3]
L'Internazionale divenne l'inno del socialismo di ispirazione rivoluzionaria internazionale, come specifica il suo ritornello: C'est la lutte finale / groupons-nous et demain / l'Internationale / sera le genre humain ("È la lotta finale / Raggruppiamoci e domani / l'Internazionale / Sarà il genere umano"). Il testo è stato, da allora, tradotto in innumerevoli lingue e, tradizionalmente, è cantata col pugno destro alzato in segno di saluto.
In molte nazioni europee l'Internazionale fu illegale all'inizio del XX secolo a causa della sua immagine rivoluzionaria e delle sue liriche d'ispirazione insurrezionalista, sebbene, in passato come al giorno d'oggi, sia stata e sia invece usata anche da partiti e individui che intendevano ed intendono raggiungere il socialismo mediante una via democratica e non insurrezionalista.
L'Internazionale è stata tradotta in almeno 95 lingue o più.[4]
Di seguito l'originale, con una traduzione letterale in italiano (non in uso):
Debout, les damnés de la terre |
In piedi, dannati della terra, |
La terza strofa riecheggia i "tre ideali traditi" della Rivoluzione francese, un tema caro ai canti socialisti ottocenteschi e di inizio Novecento, in quanto il movimento operaio era visto come il prosecutore e il coronatore della lotta dei sanculotti. La sua versione russa fu invece l'Inno Nazionale dell'U.R.S.S. dal 1917 al 1944, quando, sostituita dal nuovo Inno dell'Unione Sovietica (la musica che vinse il concorso è del generale Aleksandr Aleksandrov), L'Internazionale divenne l'inno di partito del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Fu inizialmente tradotta da Aron Koc (vero nome: Arkadij Jakovlevič Koc) nel 1902 e fu pubblicata a Londra da Жизнь (Žizn', Vita), rivista per immigrati russi. La prima versione russa era formata da tre strofe e il ritornello, poi fu estesa e rimaneggiata.
L'internazionale viene cantata da tutti coloro che si ispirano all'ideale socialista, quindi socialisti, comunisti (a seguito delle successive scissioni dai partiti socialisti negli anni '20 da coloro che fonderanno i partiti comunisti sull'allora frattura politica attorno alla rivoluzione d'ottobre) ma anche, attualmente più raramente, dai socialdemocratici. Fu anche il motivo cantato dagli studenti e dagli operai durante le proteste di Piazza Tiananmen nel 1989.
Nella fattoria degli animali di George Orwell l'autore prende ispirazione dall'inno per il motivo Beasts of England. Tra le varie versioni dell'inno vi è quella prodotta nel 1974 dal gruppo di rock progressivo italiano Area, e quella di Robert Wyatt pubblicata nel 1982 nella raccolta di autori vari Recommended Records Sampler.
Attualmente la musica dell'Internazionale è di pubblico dominio in Italia e in tutti i paesi in cui il diritto d'autore dura meno di 80 anni dalla morte dell'autore (in Italia dura 70 anni dalla morte dell'autore).
La traduzione in italiano non è fedele all'originale e, all'inizio, fu criticata per questo[2]. Nasce grazie a un concorso indetto nel 1901 dal giornale socialista satirico L'Asino, in cui vinse una versione firmata dallo sconosciuto E. Bergeret, probabilmente pseudonimo di Ettore Marroni[2], giornalista che usava appunto firmarsi "Bergeret" o "Ettore Bergeret" nei suoi articoli su Il Mattino di Napoli o La Stampa di Torino[2][5], oppure di Umberto Zanni[6], avvocato e collaboratore di "Rassegna popolare del socialismo"). Questa è la versione cantata ancor oggi, seppur con piccole variazioni a seconda delle fonti. Benché non sia molto fedele all'originale francese è diventato col tempo la versione più conosciuta e cantata in Italia. A volte la terza e quarta strofa non vengono cantate per accorciare il canto, eseguito spesso prima di incontri, celebrazioni o congressi politici. Negli anni '70, il poeta Franco Fortini ne scrisse una versione leggermente più simile all'originale, ma poco conosciuta, cosicché è rimasto il testo di Bergeret il più famoso e diffuso in italiano.[7] La prima strofa è quella che si avvicina di più al testo francese, in particolare all'ultima strofa dell'originale. L'ultimo verso dell'ultima strofa fa riferimento ancora una volta alla Rivoluzione Francese e in particolare al mese di Germinale, corrispondente nel calendario rivoluzionario francese al periodo dal 21 marzo al 19 aprile, l'inizio della primavera, simbolicamente la nascita della società proletaria, celebrata anche da Émile Zola nell'omonimo romanzo.
Compagni avanti, il gran Partito
noi siamo dei lavoratori.
Rosso un fiore in petto c'è fiorito
una fede ci è nata in cuor.
Noi non siamo più nell'officina,
entro terra, dai campi, al mar
la plebe sempre all'opra china
Senza ideale in cui sperar.
Su, lottiamo! l'ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro al fine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Un gran stendardo al sol fiammante
dinanzi a noi glorioso va,
noi vogliam per esso giù infrante
le catene alla libertà!
Che giustizia venga noi chiediamo:
non più servi, non più signor;
fratelli tutti esser vogliamo
nella famiglia del lavor.
Su, lottiamo! l'ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Lottiam, lottiam, la terra sia
di tutti eguale proprietà,
più nessuno nei campi dia
l'opra ad altri che in ozio sta.
E la macchina sia alleata
non nemica ai lavorator;
così la vita rinnovata
all'uom darà pace ed amor!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro fine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Avanti, avanti, la vittoria
è nostra e nostro è l'avvenir;
più civile e giusta, la storia
un'altra era sta per aprir.
Largo a noi, all'alta battaglia
noi corriamo per l'Ideal:
via, largo, noi siam la canaglia
che lotta pel suo Germinal!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l'ideale
nostro fine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
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