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sacrificio dell'ebraismo antico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Con korbàn (traslitterazione dell'ebraico קרבן, plurale קרבנות korbanòt, dalla radice קרב "avvicinare", "accostare" a Dio) si intende il sacrificio cruento (cioè che veniva macellato e/o distrutto tramite il fuoco) o incruento (cioè che non veniva distrutto ma offerto ai sacerdoti o al Tempio di Gerusalemme) proprio dell'antica religione ebraica.
Il Tanakh (Bibbia ebraica) e in particolare la Torah riportano la descrizione dei sacrifici (soprattutto bestiame e volatili ma anche minerali, vegetali e libagioni di vino ed acqua) che venivano offerti a Dio dagli ebrei sia nell'antica condizione nomade e semi-nomade sia all'interno del culto del primo e del secondo Tempio di Gerusalemme. Nel 70 d.C., con la distruzione del secondo Tempio, la religione ebraica non è più caratterizzata da questi sacrifici.
Secondo i testi ebraici già i patriarchi offrivano sacrifici a Dio, presenti peraltro nelle altre religioni dell'antico oriente. Con l'istituzione del sacerdozio ebraico (inizialmente attribuito a Mosè) e del Tempio le persone deputate allo svolgimento dei sacrifici furono i soli sacerdoti (kohanim).
Oggetto del sacrificio erano preferibilmente animali, ma anche vegetali, vino, olio, sale, incenso, grasso animale. Nel caso di sacrifici di animali venivano offerte solo determinate specie, considerate pure, in particolare tori, capre, pecore, tortore e piccioni. Non erano offerti p.es. pesce, cacciagione, cammelli e asini. L'animale doveva essere maschio, senza difetto, preferibilmente adulto. Nell'olocausto l'animale veniva offerto interamente a Dio, negli altri tipi di sacrifici animali questi venivano macellati e suddivisi tra i sacerdoti e, in alcuni casi, l'offerente.
Il luogo deputato al sacrificio era l'altare del tempio di Gerusalemme. Per alcuni sacrifici l'altare veniva spruzzato col sangue dell'animale offerto. Il tempo del sacrificio era particolarmente legato alle determinate festività ebraiche, ma anche ad eventi e ricorrenze personali (p.es. nascita di un figlio, riparazione di un peccato).
Essendo una pratica cultuale caduta da millenni in disuso, non è nota con precisione la distinzione tra i vari tipi di sacrifici. Nei testi ebraici compaiono molti termini che talvolta sembrano riferirsi a un medesimo rito cultuale.
Probabilmente per cruento si intende il korban, come l'olah, completamente bruciato per Dio; un fuoco celeste accompagnava l'"arrostimento" del korban.
Alcuni korbanot potevano essere mangiati anche dalle famiglie e dai servi dei Cohanim, altri in tutta la città e/o cotti in modi diversi.
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