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baraccopoli in Kenya Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Kibera è uno slum (baraccopoli) della città di Nairobi, in Kenya. Stando ai dati del Kenya Population and Housing Census del 2009, Kibera è composta da dodici villaggi, per una popolazione totale di circa 2 milioni e mezzo di persone.[1] Data l'estrema povertà dell'insediamento, le condizioni igieniche sono critiche, e si registra un'elevata percentuale di malati di HIV.
Il governo ha avviato un programma di bonifica per sostituire la baraccopoli con un quartiere residenziale di appartamenti a molti piani e per trasferire i residenti in questi nuovi edifici una volta completati.
Il quartiere è diviso in diverse città tra cui Kianda, Soweto East, Gatwekera, Kisumu Ndogo, Lindi, Laini Saba, Siranga, Makina, Salama, Ayany e Mashimoni.
Kibera iniziò a prendere forma nel 1912, quando il governo coloniale britannico fondò un insediamento per i 600 soldati Nubiani del reggimento Kings African Rifles e le loro famiglie.
Il nome "Kibera" deriva dal nubiano e significa "foresta"; si trattava infatti di un'area di boschi. Pochi anni dopo l'intera area, per un'estensione di 4 km², fu dichiarata "riserva militare".
Nel 1928 l'esercito britannico trasferì l'amministrazione di Kibera al consiglio comunale di Nairobi. Il primo atto dell'amministrazione civile fu quello di revocare temporaneamente tutti i permessi abitativi, chiedendo agli abitanti di Kibera di dare prova della loro discendenza nubiana. A coloro che provarono tale discendenza venne concesso il titolo di Tenant of the Crown ("inquilino della Corona"), che comportava il diritto di risiedere a Kibera ma anche la possibilità di perdere tale diritto in seguito a una decisione unilaterale delle autorità. Come conseguenza di questa precarietà, a Kibera non potevano essere edificate abitazioni di mattoni e cemento. Ancora oggi il governo ha il potere di demolire qualunque struttura o proprietà di Kibera.
Nel 1948, il degenerare delle condizioni di igiene di Kibera portò alla formulazione delle prime richieste formali di smantellamento dello slum. Questo progetto non fu mai portato a compimento, e la popolazione di Kibera continuò a crescere, fino a una vera e propria esplosione demografica a partire dagli anni settanta: dai 6.000 abitanti del 1965 si passò a 62.000 nel 1980, 248.360 nel 1992 e 500.000 nel 1998. Con una crescita annuale stimata al 17% , la popolazione attuale (mai formalmente censita) viene valutata fra 700.000 e 1.000.000 di persone, con una densità di popolazione di 200.000 persone per km², il che corrisponde a 3-4 persone per ogni stanza di ogni abitazione.[2]
Nel 2008 è stato avviato un progetto di mappatura di Kibera ad opera di un gruppo di ricerca indipendente denominato Map Kibera Project,[3] avente lo scopo di mappare le caratteristiche fisiche dell'insediamento (topografia, strutture, infrastrutture) e le dimensioni socio-demografiche della popolazione che vi abita. Ad oggi, sono stati raccolti dati su uno dei 13 villaggi (Kianda) che compongono la baraccopoli, in base ai quali è verosimile stimare che nell'intero insediamento vivano attualmente tra le 235.000 e le 270.000 persone, per una densità di 95.000 persone per km².[4]
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