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La Kawasaki ER-6 (Essential Riding, cioè il necessario per farsi una "cavalcata") è stata una motocicletta prodotta dalla casa giapponese Kawasaki dal 2005 al 2016. Ha un motore bicilindrico da 649 cm³ riprogettato a partire da quello della ER-5, che l'ha preceduta per molti anni e viene venduta nella versione "n" (nuda) e "f" (carenata), mentre in America il modello carenato viene chiamato Kawasaki Ninja 650R. Da questo progetto a sua volta, deriva quello della Versys.
Kawasaki ER-6 | |
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ER-6n modello del 2012 | |
Costruttore | Kawasaki |
Tipo | Stradale |
Produzione | dal 2005 al 2016 |
Stessa famiglia | Kawasaki Versys |
Dal 2017 la denominazione esce dal catalogo, sostituita dal modello Kawasaki Z 650 per la versione naked e dal modello Kawasaki Ninja 650 per la versione carenata.
Commercializzata a partire dal 2005 la ER-6, che non ha nulla a cui spartire con la quasi "omonima" ER-5 a parte la facilità di guida, è disponibile in versione n (naked) o f (faired, carenata) nei colori giallo, argento e nero ebano la prima, solo nero e argento la seconda. Ha telaio con struttura "a diamante" in tubi di cromo-molibdeno saldati, ottimo compromesso tra robustezza ed economicità.
Dotata di soluzioni moderne come l'apparato frenante anteriore, con doppi dischi "a margherita", e il cambio estraibile, derivati dall'esperienza di un'altra sportiva Kawasaki la ZX-10R. La marmitta catalitica è sottopancia, soluzione che abbassa il baricentro facendo acquisire ulteriore maneggevolezza. Inoltre, questa soluzione avvantaggia il passeggero che ha meno ingombri e non deve subire il riscaldamento provocato dai gas di scarico.
Nel 2009, a seguito del successo di vendite dovuto principalmente alla vincente combinazione di maneggevolezza e prezzo aggressivo, è avvenuto il primo restyling che ha visto modificati i due componenti più spartani, gli unici che nelle versioni 2005-2008 avevano palesato l'economia generale di progetto: la strumentazione di bordo e il codino[1]. È stato inoltre lievemente modificato l'aspetto del gruppo ottico anteriore e sostituiti gli specchietti retrovisori, ora più aggressivi. Nel 2012 invece è stato commercializzato un nuovo modello con telaio perimetrale a doppia trave in tubi di acciaio e con significativi cambiamenti estetici. Inoltre la nuova ER-6n comprende anche un utile computer di bordo che permette di gestire i consumi.
Il motore è un bicilindrico 4 tempi ad iniezione elettronica e 4 valvole per cilindro da 649 cm³ con cambio a 6 marce, Sviluppa una potenza di 72 CV o 53 kW di potenza all'albero. La velocità massima è di circa 205 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 4,1" e percorre i 400 m riprendendo da 50 km/h in 6ª marcia in 13,8".
Dalle prove su strada effettuate dalle riviste di settore risulta che l'ER-6 è una moto docile ma pronta, con una ciclistica moderna e agile. È adatta ai principianti, ai motociclisti "di ritorno" e a quelli che desiderano un mezzo non eccessivamente impegnativo ma comunque divertente[2]. I progettisti Kawasaki sono riusciti a imperniare il monoammortizzatore posteriore nella parte alta del telaio. Questo permette di basare il retrotreno su un forcellone a "cantilever", quindi molto lungo (la lunghezza del forcellone incide per circa il 40% della lunghezza della moto) ma ancorato molto in avanti. In questo modo la moto resta corta e, pertanto, molto stabile, benché rapida a scendere in piega.
La posizione di guida è quella classica delle moto stradali: le braccia non troppo raccolte e leggermente allungate. Le leve e i comandi sul manubrio sono disposti in maniera razionale e pertanto comodi da raggiungere senza distogliere lo sguardo dalla guida. Inoltre la moto è molto bassa e ciò la rende sicura anche per conducenti non molto alti.
La sella è stretta e si raccorda bene al serbatoio, anch'esso stretto nella parte bassa, che permette di stringere bene le gambe e la giusta angolazione anche ai conducenti più alti. Ma i tecnici hanno pensato anche al passeggero: la sella risulta, infatti, comoda anche per esso, ha a disposizione dei comodi maniglioni e le pedane sono alla giusta altezza per non farlo sentire "sul trespolo".
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