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scrittore e saggista statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Jonathan Earl Franzen (Western Springs, 17 agosto 1959) è uno scrittore e saggista statunitense.
Franzen è nato il 17 agosto 1959 a Western Springs, una cittadina a pochi chilometri da Chicago, nell'Illinois, ma è cresciuto a Webster Groves, nel Missouri, da padre statunitense di origini svedesi e da madre statunitense. Ha studiato allo Swarthmore College e alla Freie Universität di Berlino, infatti parla il tedesco, e ora vive a New York.
Esordisce nel 1988 con La ventisettesima città[1]. Nel 2002 viene consacrato dalla critica con Le correzioni che riceve il National Book Award nella sezione Romanzo[2] e il James Tait Black Memorial Prize per la narrativa[3]. Pubblica regolarmente racconti e saggi sul New Yorker e su Harper's, ed è uno dei compilatori dei lemmi del Futuro dizionario d'America (The Future Dictionary of America, 2005).
Nel corso del 2007 stringe un accordo con la casa editrice Farrar, Straus and Giroux per il suo nuovo romanzo, ma a seguito di ritardi e collaborazioni con giornali e riviste, non completa la prima stesura fino al dicembre 2009[4]. Il romanzo, Libertà (Freedom in originale), è estremamente atteso negli Stati Uniti[5]. Il Time dedica anticipatamente a Franzen l'onore della copertina. Il volume, incentrato sulla vita di una famiglia del Midwest, esce in libreria il 31 agosto 2010[5]. L'attenzione dedicata a Franzen da parte del New York Times nel corso del 2010 ha causato alcuni malumori da parte delle colleghe Jodi Picoult e Jennifer Weiner[6].
Nel 2015 viene pubblicato Purity[7], una storia che si snoda nell’arco di due generazioni, dagli anni cinquanta a oggi, abbracciando più continenti (dalla Germania dell’Est al Colorado, dalla California alla giungla boliviana)[8].
Ha vinto il Whiting Writers' Award nel 1998[9], l'American Academy's Berlin Prize nel 2000, ed è annoverato tra i venti scrittori del XXI secolo dal New Yorker ed uno dei Best Young American Novelists da Granta
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