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architetto, performance artist e artista concettuale statunitense (1931-2020) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
John Anthony Baldessari (National City, 17 giugno 1931 – Los Angeles, 2 gennaio 2020) è stato un architetto, performance artist e artista concettuale statunitense.
Fu autore di migliaia di opere, che mostrano, ed in molti casi combinano, il potenziale narrativo delle immagini con il potere associativo del linguaggio entro i confini dell'opera d'arte. I suoi lavori sono stati esposti sia negli USA che in Europa in più di 200 mostre.[1]
I primi lavori importanti di Baldessari sono dei dipinti in tela vuoti, ma scritti con frasi e domande provenienti da dipinti di teoria contemporanea dell'arte. Un primo tentativo di Baldessari fu l'inclusione di una frase dipinta a mano: «Supponiamo che sia vero, dopo tutto? E allora? (Suppose it is true after all? WHAT THEN?), il tutto, su una superficie fortemente dipinta. Questo approccio si dimostrò per lui deludente, in quanto la forma ed il metodo usati, erano in contrasto con l'obiettivo di utilizzare il linguaggio preferito.
Baldessari decise che la soluzione era di rimuovere "la propria mano" dalla costruzione dell'immagine rendendo il lavoro privo di vita, in modo che il testo potesse avere un certo impatto sullo spettatore, senza le distrazioni fornite dall'immagine. Le parole venivano poi scritte fisicamente utilizzando lettere di pittori di insegne, formate da semplici caratteri neri. Il primo dipinto di questa serie, risalente al 1967, e presentava tale dichiarazione ironica: «Una superficie bidimensionale priva di articolazioni è un'esperienza morta (A TWO-DIMENSIONAL SURFACE WITHOUT ANY ARTICULATION IS A DEAD EXPERIENCE (EN) )».
Un altro lavoro, Painting for Kubler (1967-1968), presentava allo spettatore istruzioni teoriche su come visualizzare e sull'importanza del contesto e della continuità con le opere precedenti. Le preoccupazioni sull'arte di Baldessari, apparentemente legittime, furono destinate a diventare vuote e ridicole se presentate in modo puramente autoreferenziale.
Correlate ad i suoi iniziali testi dipinti, vi erano le serie Wrong, che accoppiavano immagini fotografiche con linee di testo tratte da un libro sulla composizione.[2] Le sue fotografie California Map Project riportavano forme che assomigliavano alle lettere in "California" geograficamente vicine ai luoghi stampati sulla mappa. In Binary Code Series, Baldessari utilizzava immagini titolari, alternando fotografie con gli stati 1 / 0 del codice binario; in un solo esempio si alternavano in parallelo le foto di una donna che reggeva una sigaretta alla bocca e che la gettava via.
In altre opere delle serie di Baldessari si ritrovano contrapposti l'immagine di un oggetto, come un vetro, od un blocco di legno con la frase «Un vetro è un vetro A glass is a glass (EN) » o «Il legno è legno Wood is wood (EN) » combinato con «ma un sigaro è una buona fumata but a cigar is a good smoke (EN) » e l'immagine dell'artista intento a fumare un sigaro. Esse si riferivano direttamente a Il tradimento delle immagini di René Magritte; allo stesso modo le immagini venivano utilizzate per sostituire gli oggetti descritti. Tuttavia, queste serie, apparentemente si riferiscono anche alla celebre osservazione di Sigmund Freud: «a volte un sigaro è solo un sigaro»[3] similmente alla frase di Rudyard Kipling «una donna è solo una donna, ma un sigaro è una buona fumata».[4]
L'interesse che Baldessari ha espresso per le lingue deriva sia dalle sue somiglianze nelle strutture, che da un operare da parte di un sistema arbitrario e obbligatoria delle norme. In questo spirito, molte delle sue creazioni rappresentano sequenze che mostrano tentativi di realizzare un obiettivo arbitrario, come per esempio: «Lanciare tre palle in aria per ottenere una linea retta : Throwing Three Balls in the Air to Get a Straight Line(EN) », in cui l'artista ha cercato di fare proprio questo: fotografando i risultati, e, infine, selezionando i "migliori su 36", considerando il 36 come il numero della determinazione, solo perché è il numero standard di un rotolo di pellicola da 35 mm. Questo lavoro è stato pubblicato nel 1973 da un giovane editore italiano: Giampaolo Prearo che è stato uno dei primi a credere ed a investire nel lavoro di Baldessari. Stampo' due serie, una in 2000 copie e una seconda più preziosa riservata all'editore in 500 copie.
Molto del lavoro di Baldessari contiene forme di indicazioni precise per l'osservatore, nelle quali sono presenti non solo allusioni su cosa guardare, ma come fare selezioni e confronti, spesso semplicemente per il gusto di farlo. Le valutazioni critiche sul formalismo d'arte di Baldessari nella sezione del suo video How We Do Art Now (Come fare arte adesso) intitolata Examining Three 8d Nails (esaminare tre chiodi in 8 dimensioni), consistono nella sua ossessiva attenzione ad i minimi dettagli dei chiodi, come ad esempio la quantità di ruggine che possiedono, o nella qualità descrittiva, ad esempio, che appare "più fredda, più distante, meno importante" rispetto agli altri.
La serie Commissioned Paintings (Dipinti su commissione) Baldessari sfrutta l'idea di incentrarsi letteralmente nel puntamento, dopo che l'autore aveva letto una critica di arte concettuale nella quale si sosteneva che nell'arte non sussisteva altro che puntamento. Iniziò quindi con delle foto di diversi oggetti con una mano che li indicava; successivamente assunse artisti dilettanti ma tecnicamente abili, per dipingere le immagini. Poi, ad ogni dipinto finito, aggiungeva una didascalia: «Un disegno di [nome dell'artista] A painting by [painter's name] (EN) ». In questo caso, Baldessari è stato paragonato ad un coreografo che dirige le danze, senza esserne direttamente il produttore; questi suoi dipinti vengono in genere letti come la messa in discussione dell'idea della paternità artistica.[5]
Nel 1970 bruciò tutti i dipinti creati tra il 1953 ed il 1966 utilizzando quanto rimasto come parte di un nuovo progetto, intitolato "The Cremation Project" (Progetto Cremazione). Le ceneri di questi dipinti sono state cotte come parte di una ricetta di biscotti ed inseriti in un'urna; la conseguente forma di arte che ne deriva consiste in una targa di bronzo che recita le date di creazione e distruzione dei dipinti, paragonabile ad una ricetta: una ricetta per la preparazione di biscotti.[6] Tramite quest'opera Baldessari esprime un collegamento tra l'attività artistica ed il ciclo della vita umana. Così l'atto di disconoscimento diventa generativo come il lavoro di arte autodistruttiva di Jean Tinguely.
Al Art Basel di Miami Beach il 1 dicembre 2016 viene presentata una BMW M6 GT LM disegnata da Baldessarri, che è la vettura numero 19 del progetto BMW Art Car; essa, realizzata per partecipare alla 24 ore di Daytona, presenta una particolare livrea con la scritta "fast" sulla fiancata, tetto rosso e altri particolari colorati.[7]
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