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militare e ufficiale tedesco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Joachim Peiper (Berlino, 30 gennaio 1915 – Traves, 14 luglio 1976) è stato un militare tedesco, comandante di unità militari nelle Waffen-SS durante la seconda guerra mondiale. Ufficiale estremamente determinato e fanaticamente devoto alla Germania nazista, si distinse alla testa di unità meccanizzate delle Waffen-SS sia sul fronte orientale che sul fronte occidentale, conseguendo alcuni successi tattici sul campo di battaglia.
Joachim Peiper | |
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Soprannome | "Jochen" |
Nascita | Berlino, 30 gennaio 1915 |
Morte | Traves, 14 luglio 1976 |
Cause della morte | Assassinio collegato ai crimini di guerra commessi |
Luogo di sepoltura | Schondorf am Ammersee |
Dati militari | |
Paese servito | Germania nazista |
Forza armata | Waffen-SS |
Unità | 1. SS-Panzer-Division Leibstandarte SS Adolf Hitler |
Anni di servizio | 1933 - 1945 |
Grado | SS-Standartenführer |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Polonia Campagna di Francia Operazione Barbarossa Offensiva delle Ardenne |
Decorazioni | Croce di Cavaliere della Croce di Ferro con fronde di quercia e spade |
"fonti nel corpo del testo" | |
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Peiper tuttavia si rese responsabile di numerosi crimini di guerra, tra cui la strage di Boves in Italia, il massacro di Malmédy durante la battaglia delle Ardenne e numerosi episodi di brutalità e devastazione in terra sovietica.
Nato a Berlino nel 1915, a 18 anni si arruolò nelle SS, divenendo a 25 ufficiale di collegamento delle Waffen-SS come aiutante nello stato maggiore di Himmler. Promosso Hauptsturmführer partecipò alle campagne di Polonia, Francia e Unione Sovietica, ottenendo la Croce di Ferro di I e II classe.
Promosso Sturmbannführer, nel settembre del 1943, alla guida del III Battaglione del 2º Reggimento Granatieri Corazzati della 1. SS-Panzer-Division Leibstandarte SS Adolf Hitler presiedette all'occupazione del Cuneese e all'eccidio e alla distruzione per rappresaglia dei paesi di Boves e Castellar (trentadue civili fucilati e bruciati vivi, la maggior parte anziani, più il parroco e il vice parroco di Boves).
Nel corso della guerra combatté nuovamente sul fronte orientale e nelle Ardenne, dove il 17 dicembre 1944 la sua unità si rese responsabile del massacro di Malmédy.
Condannato all'impiccagione, la sentenza fu in seguito commutata in carcere a vita, ma venne liberato con la condizionale nel dicembre del 1956.
Dopo essere stato liberato, Peiper lavorò per Porsche e Volkswagen. Si trasferì a Traves, in Francia dove si dedicò alla carriera di traduttore freelance con lo pseudonimo di Rainer Buschmann. Riconosciuto da un militante comunista e denunciato sui giornali, Peiper ricevette numerose minacce di morte finché morì il 14 luglio 1976 nell'incendio della sua casa, colpita da bombe Molotov; gli autori dell'attentato non furono mai identificati, ma si sospettò si trattasse di ex partigiani francesi o comunisti.
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