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sociologo statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Jeffrey C. Alexander, nome completo Jeffrey Charles Alexander (30 maggio 1947), è un sociologo statunitense, tra i principali esponenti del Neofunzionalismo,[1] che riprende lo Struttural-funzionalismo di Talcott Parsons, e successivamente della Pragmatica Culturale.
Alexander è autore o coautore di una decina di opere di sociologia, tra cui Neofunzionalismo (1985), e L'etica civile alla fine del XX secolo (1987).
È uno degli editori del periodico Journal Sociological Theory.
Nel 2004 pubblica l'articolo Cultural Pragmatics: Social Performance between Ritual and Strategy,[2] nel quale introduce un nuovo approccio teorico, ossia la Pragmatica Culturale, abbandonando il precedente Neofunzionalismo. Questa prospettiva teorica, similmente all'approccio drammaturgico di Goffman, concepisce l'azione sociale come una perfomance teatrale, ma diversamente dal suddetto autore la estende a livello strutturale.
«From its very beginnings, the social study of culture has been polarized between structuralist theories that treat meaning as a text and investigate the patterning that provides relative autonomy and pragmatist theories that treat meaning as emerging from the contingencies of individual and collective action. In this article, I present a theory of cultural cultural pragmatics that trascends this division, bringing meaning structures, contingency, power, and materiality together in a new way. My argument is that the materiality of pratices should be replaced by the more multidimensional concept of perfomances. Drawing on the new field of percomance studies, cultural pragmatics demonstrates how social performances, whether individual or collective, can be analogized systematically to theatrical ones.»
«Fin dai suoi inizi, lo studio sociale della cultura è stato polarizzato tra teorie strutturaliste che trattano il significato come un testo e indagano la strutturazione che fornisce una relativa autonomia e teorie pragmatiste che trattano il significato come emergente dalle contingenze dell’azione individuale e collettiva. In questo articolo presento una teoria della pragmatica culturale culturale che va oltre questa divisione, apportando strutture di significato, contingenza, potere e materialità insieme in un modo nuovo. La mia tesi è che la materialità delle pratiche dovrebbe essere sostituita da un concetto più multidimensionale di performance. Attingendo al nuovo campo degli studi sulla performance, la pragmatica culturale dimostra come le performance sociali, individuali o collettive, possano essere sistematicamente paragonate a quelle teatrali.»
Elementi fondamentali della Pragmatica Culturale:
La perfomance culturale:
«[...] is the social process by which actors, individually or in concert, display for others the meaning of their social situation. This meaning may or may not be one to which they themselves subjectively adhere; it is the meaning that they, as social actors, consciously or uncosciously wish to have other believe»
«[...] è il processo sociale attraverso cui gli attori, individualmente o collettivamente, mostrano agli altri il significato della loro situazione sociale. Questo significato può essere o meno quello a cui essi stessi aderiscono oggettivamente; è il significato che essi, in quanto attori sociali, desiderano consciamente o inconsciamente far credere agli altri»
Quando la perfomance ha successo si parla di re-fusion, in quanto il pubblico si identifica nell'azione dell'attore accettandola.
Quando, al contrario, la perfomance fallisce si parla di de-fusion, poiché il pubblico la percepisce come artificiale e non naturale e di conseguenza non si identifica nell'attore.
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