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filosofo, psicoanalista e scrittore francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Jean-Bertrand Lefèvre-Pontalis, noto come J.-B. Pontalis e per gli amici Jibé (Parigi, 15 gennaio 1924 – Parigi, 15 gennaio 2013), è stato un filosofo, psicoanalista e scrittore francese.
Di famiglia alto-borghese, frequenta il Lycée Pasteur e il Lycée Henri-IV, quindi la Sorbonne, dove studia filosofia. Si impegna nei movimenti politici di sinistra, a seguito di Maurice Merleau-Ponty (che lo aiuta a entrare al Centre national de la recherche scientifique), quindi di Jean-Paul Sartre, che è stato suo docente. Scrive su "Les Temps modernes" e ne accede al comitato di redazione. Dopo aver insegnato in licei di Alessandria d'Egitto (1948-49), Nizza (1949-51) e Orléans (1951-52), diviene psicoanalista[1], seguendo Jacques Lacan (con cui è in analisi didattica dal 1953 al 1960 e di cui raccoglie i seminari del 1956-59[2]).
Con Jean Laplanche, sotto la direzione di Daniel Lagache, Pontalis porta a termine nel 1967 la prima edizione del Vocabulaire de la psychanalyse, sintesi scientifica e successo editoriale tradotto in diverse lingue. Nel 1964 ha intanto partecipato alla fondazione dell'Association psychanalytique de France (APF) e inizia a insegnare all'École pratique des hautes études.
Dirige presso Gallimard la collana "Connaissance de l'inconscient". Nel 1970 fonda la rivista "Nouvelle Revue de psychanalyse" (NRP) con Didier Anzieu, André Green, Jean Pouillon, Guy Rosolato, Victor Smirnoff, Jean Starobinski, François Gantheret e Masud Khan, più tardi anche con Michel Schneider, Michel Gribinski e Laurence Kahn. La rivista chiude, dopo 50 numeri, nel 1994.
A partire dal 1980 pubblica opere letterarie. È convinto che esista "un'evidente analogia tra psicoanalisi e letteratura. Vediamo compiersi, sicuramente attraverso vie diverse [...] la stessa premessa: essere, per la prima volta, sentiti, riconosciuti, [...] e nello stesso movimento, avere paura di essere assorbiti dal pensiero e dal linguaggio"[3].
Nel 1989 fonda e dirige la collana "L'Un et l'autre", ancora da Gallimard.
Nel 2011 riceve il Grand Prix de littérature de l'Académie française.[4]
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