Jôf Fuârt
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Il Jôf Fuart (in sloveno Viš, in tedesco Wischberg) è una montagna delle Alpi Giulie, alta 2 666 m s.l.m., appartenente alla Catena Jôf Fuârt-Montasio: considerata una delle cime più belle e imponenti delle Alpi Giulie, è una delle due vette principali di un gruppo di cime che si allunga da ovest ad est, proseguimento a est del gruppo del Montasio, da cui è separato dalla forcella Lavinal dell'Orso, elevandosi tra la forcella Mosè e l'Alta Madre dei camosci.
Jôf Fuart | |
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Il gruppo del Jôf Fuart | |
Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Provincia | Udine |
Comune | Malborghetto-Valbruna Tarvisio |
Altezza | 2 666 m s.l.m. |
Catena | Alpi |
Coordinate | 46°25′50.23″N 13°29′28.61″E |
Altri nomi e significati | Wischberg (tedesco) Viš (sloveno) |
Data prima ascensione | 1891 |
Autore/i prima ascensione | Julius Kugy |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Orientali |
Grande Settore | Alpi Sud-orientali |
Sezione | Alpi e Prealpi Giulie |
Sottosezione | Alpi Giulie |
Supergruppo | Catena Jôf Fuart-Montasio |
Gruppo | Gruppo del Jôf Fuart |
Sottogruppo | Sottogruppo del Jôf Fuart |
Codice | II/C-34.I-A.1.a |
La via normale alla cima del monte sale dal versante sud (comune di Chiusaforte). Dalla cima si gode un panorama specialmente sui gruppi del Montasio, Canin, Tricorno e Mangart. A Nord si vedono le verdi vallate della Carinzia, di Tarvisio, di Villaco, i laghi di Wörth e di Ossiach. Come le cime vicine (Monte Canin, Jôf di Montasio) fu luogo di aspri combattimenti nel corso della prima guerra mondiale.
Il più spettacolare percorso orizzontale delle Alpi, lungo 6 km e con passaggi fino al IV+ lungo le pareti del Fuart. Esso parte dalla forcella Lavinal dell'Orso, passa per la gola nord-est tagliando le cime Riofreddo, Innominata e Madri dei Camosci e compie il periplo delle pareti del Fuart fino alla forcella Mosè da cui poi si innesta sul sentiero Goitan. Il primo a completarlo fu Emilio Comici, con Mario Cesca, il 31 agosto 1930[3]. Fu percorso in invernale da Nives Meroi, Romano Benet e Luca Vuerich dal 28 al 30 gennaio 2001.
Lungo le pareti del Fuart sono state tracciate anche numerose vie di arrampicata tutte lunghe, impegnative ed in ambiente selvaggio, poco ripetute, ma di ogni grado di difficoltà.
Il gruppo è servito dal rifugio Luigi Pellarini (1.499 m s.l.m.), situato all'imbocco della carnizza di Camporosso a nord, dal rifugio Guido Corsi (1.874 m) a sud, dal Bivacco C.A.I. Gorizia (1.950 m circa) ad est. Lungo il sentiero che porta al bivacco, nella valle di Riobianco, si trova un capanno attrezzato in legno denominato rifugio Guido Brunner (1.432 m). È inoltre presente nella valle di Riofreddo, a nordest, il bivacco Carnizza di Riofreddo, posto a 1.457 m nella località omonima[4] che va a sostituire il precedente bivacco Olimpia Calligaris, dismesso nel 1997[5].
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