Ivano Beggio
imprenditore italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Ivano Beggio (Rio San Martino, 31 agosto 1944 – Montebelluna, 13 marzo 2018[1]) è stato un imprenditore italiano, per molti anni presidente della casa motociclistica Aprilia.
Incomincia ad appassionarsi di motori già da quando, giovanissimo, affianca il padre Alberto nella fabbrica artigianale di biciclette Aprilia, che questi gestiva a Noale nel primo dopoguerra. Nei primi anni settanta subentra al padre ed avvia la produzione di motociclette e scooter.
Nel 1975 inizia a costruire motociclette da competizione, che nel 1977 si aggiudicano il Campionato italiano cross delle classi 125 e 250.
Nel 1980 comincia a produrre in serie motociclette di piccola cilindrata (50 e 125 cm3) e, a partire dagli anni ottanta e novanta, costituisce un nucleo di progettisti e designer che lancia modelli Aprilia di grande successo, destinati alla mobilità urbana, esteticamente e tecnologicamente innovativi: nel 1991 lo Scarabeo; nel 1992 il primo scooter e la prima moto due tempi con marmitta catalitica; nel 1993 il primo scooter targato; nel 2000 il motore Ditech (Direct Injection Technology).
Nel 1998 entra nel mondo delle moto di grande cilindrata con la RSV Mille (moto dell'anno nel 1999).
Nel 2000 Aprilia acquisisce i marchi Moto Guzzi e Moto Laverda e consegue numerosi successi anche in campo sportivo.
Nel 2004 Beggio cede il gruppo alla Piaggio, restando comunque Presidente onorario dell'azienda fino al 2006.
Muore il 13 marzo 2018, a 73 anni, dopo una lunga malattia[1].
Ivano Beggio è tra i fondatori dell'Associazione Amici del cuore e della Fondazione Salus Pueri.
Lauree honoris causa: ingegneria meccanica dall'Università di Pisa nel 1999 e in economia aziendale dall'Università Ca' Foscari Venezia nel 2002.
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