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composto chimico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lo ioduro di zinco è una molecola ottenuta dalla reazione tra zinco e iodio.
Ioduro di zinco | |
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Nome IUPAC | |
diioduro di zinco | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | ZnI2 |
Massa molecolare (u) | 319,18 g/mol |
Aspetto | solido bianco |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 233-396-0 |
PubChem | 66278 |
DrugBank | DBDB15961 |
SMILES | [Zn](I)I |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 4,74 (20 °C) |
Solubilità in acqua | 4500 g/l (20 °C) |
Temperatura di fusione | 446 °C (719 K) |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 314 |
Consigli P | 280 - 305+351+338 - 310 [1] |
A temperatura ambiente si presenta come un solido bianco con struttura a reticolo covalente e dall'odore caratteristico.
Può essere sintetizzato con la reazione tra zinco e iodio, con una reazione che libera molto calore.[2][3]
Viene utilizzato in soluzione con sali e polipropilene come liquido di contrasto per le radiografie di materiali compositi.
La sua caratteristica è, infatti, di ostacolare il passaggio dei raggi X più di quanto non facciano i materiali compositi.
Nel XX sec. era utilizzato come potente antisettico.[4]
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