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opera di Plutarco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sull'invidia e odio (Περὶ φθόνου καὶ μίσους - De invidia et odio) è un breve scritto di Plutarco, incluso nei Moralia[1].
Sull'invidia e odio | |
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Titolo originale | Περὶ φθόνου καὶ μίσους |
Altri titoli | De invidia et odio |
Busto moderno di Plutarco nella sua Cheronea. | |
Autore | Plutarco |
Periodo | I-II secolo |
Genere | saggio |
Sottogenere | morale |
Lingua originale | greco antico |
Serie | Moralia |
Secondo Plutarco le malattie dell’anima sono causate dalla smodata manifestazione delle passioni che vi risiedono; esse sono più gravi di quelle del corpo, poiché è malata la parte con cui si giudica, cioè la ragione e quindi è più difficile prenderne coscienza.
Per curare un male bisogna prima averne consapevolezza: solo allora, come un malato va a farsi curare dal medico, chi vuol guarire dai propri vizi potrà ricorrere alla medicina della filosofia. Il tema si collega a dibattiti di ambito platonico-aristotelico e trova precisi riscontri in Cicerone[2]. L’opuscolo, che nasce come testo di una conferenza, si interrompe bruscamente.
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