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inglese parlato nel periodo compreso tra l'invasione normanna e il tardo Rinascimento inglese. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'inglese medio (Middle English) è il nome dato alla fase storica successiva all'inglese antico, parlata nel periodo compreso tra l'invasione normanna e il tardo Rinascimento inglese. Grazie a Geoffrey Chaucer l'inglese medio emerse come una lingua letteraria, soprattutto grazie alla sua più celebre opera, i Racconti di Canterbury.
Inglese medio † Englisch, Inglis | |
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Parlato in | Regno Unito |
Periodo | Medioevo |
Locutori | |
Classifica | estinta |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue germaniche Lingue germaniche occidentali Lingue anglo-frisoni Lingue angliche Antico inglese |
Codici di classificazione | |
ISO 639-2 | enm
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ISO 639-3 | enm (EN)
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Linguist List | enm (EN)
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Glottolog | midd1317 (EN)
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Estratto in lingua | |
Il Padre Nostro Oure fadir þat art in heuenes halwid be þi name; þi reume or kyngdom come to be. Be þi wille don in herþe as it is doun in heuene. yeue to us today oure eche dayes bred. And foryeue to us oure dettis þat is oure synnys as we foryeuen to oure dettouris þat is to men þat han synned in us. And lede us not into temptacion, but delyuere us from euyl. | |
Alla morte di Edoardo il Confessore (1066) si scatenò la lotta per il trono d'Inghilterra tra Aroldo II, discendente designato dal re morente, e Guglielmo Duca di Normandia. Il 14 ottobre 1066 Guglielmo (da allora detto Il Conquistatore) sbaragliò le truppe di Aroldo nella Battaglia di Hastings e venne incoronato a Westminster il giorno di Natale del 1066.
Il giorno della Battaglia di Hastings passò alla storia inglese come il "Giorno del Giudizio". Lo fu certamente per i nativi che persero quello che avevano (dall'Apocalisse fu soprannominato anche l'enorme libro il Domesday Book: dom è la grafia arcaica per l'attuale doom, "giorno del giudizio". Si tratta del libro in cui Guglielmo I fece catalogare meticolosamente tutte le proprietà dell'isola, fino all'ultima pietra). L'antica lingua inglese, tuttavia, resistette a lungo, anche perché i Normanni continuarono a essere malvisti per secoli e odiati dalla popolazione: i testi di William Langland (XIII secolo) sono oggi incomprensibili anche per un madrelingua di una certa cultura, mentre Geoffrey Chaucer (XIV secolo) è già leggibile e incorpora una grande quantità di francesismi. Si nota anche la caduta dei casi tipici delle antiche lingue germaniche.
Con il progressivo insediamento di una nuova classe governativa ed ecclesiastica normanna, l'inglese avviò comunque una lenta regressione dinanzi alla preponderanza del franco-normanno. Gli stessi re passavano spesso più tempo nei loro possedimenti francesi che sull'isola: le loro terre, nel XII secolo, comprendevano l'Angiò, il Maine, la Turenna, il Poitou e l'Aquitania, oltre all'Inghilterra e alla Normandia.
Con Giovanni Senzaterra pressoché tutti i possedimenti francesi andarono perduti (tranne le Isole del Canale, ultimo brandello del Ducato di Normandia). A partire dalla Guerra dei Cent'Anni i legami con la Francia, quindi, si affievolirono. Il vecchio proverbio "Jack wold be a gentilman if he cold speke Frensk" cominciò a perdere molto del suo significato. In Inghilterra cominciò a delinearsi un nuovo standard, basato sul dialetto di Londra e delle Home Counties.
Sebbene sia possibile sopravvalutare l'entità dello shock culturale rappresentato dal passaggio di potere del 1066, la rimozione dai livelli più alti di una classe sociale politica ed ecclesiastica anglofona, ed il loro rimpiazzamento con una parlante normanno, essa ha aperto la possibilità all'introduzione del francese come lingua per la parlata gentile e per la letteratura ed ha fondamentalmente alterato il ruolo dell'inglese antico nel campo dell'istruzione e dell'amministrazione. Sebbene l'inglese antico fosse senza significato standardizzato in inglese moderno, le sue forme di scrittura erano meno soggette alle variazioni dialettali in generale rispetto all'inglese rinascimentale.
Tuttora, dopo quasi mille anni, l'influenza normanna sulla lingua inglese è ancora visibile.
Prendete in considerazione ad esempio questa lista di parole in inglese moderno. La prima di ogni coppia è derivata dall'antico inglese e la seconda è di origine anglo-normanna: pig/pork (maiale), cow/beef (mucca, manzo), wood/forest (foresta), sheep/mutton (pecora, montone), house/mansion (casa, villa), worthy/honourable (onorevole), bold/courageous (coraggioso).
Il ruolo dell'anglo-normanno come lingua usata negli atti di governo e di legge può essere notato dall'abbondanza delle parole nell'inglese moderno, appartenenti al gergo giuridico, derivate dall'anglo-Normanno: court (corte), judge (giudice), jury (giuria), appeal (appello), parliament (parlamento). Sono anche prevalenti i termini legati alle culture cavalleresche che crebbero nel XII secolo come risposta ai requisiti del feudalesimo ed all'attività dei crociati. Presto, questo vocabolario di comportamento raffinato comincia a farsi posto nell'inglese: la parola 'debonaire' (affascinante, sofisticato) appare nelle Peterborough Chronicle, del 1137, come anche 'castel' (castello), un altro termine di importazione normanna che acquista sempre più un alto uso.
Questo periodo di attività trilingue ha permesso lo sviluppo di sinonimi flessibili tripli nell'inglese moderno. Per questo motivo, l'inglese ha tre parole per descrivere brevemente "di o correlato ad un re":
Geoffrey Chaucer, autore dei Canterbury Tales è riconosciuto come padre della letteratura inglese e in particolar modo si deve a lui uno dei primi celebri utilizzi del Medio inglese. Il testo del Prologo infatti mostra la lingua e la somiglianza che ha questa con il moderno inglese.
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La grammatica del medio inglese prevede un sistema di declinazioni semplificato rispetto all'antico inglese, molto più prossimo all'inglese moderno.
Nonostante la perdita di alcune inflessioni declinazionali, il medio inglese conserva due diverse declinazioni per il nome, derivate dell'antico inglese: ad esempio si può vedere ciò comparando le parole engel (angel) e nome (name):
singolare | plurale | |||
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nom/acc | engel | nome | engles | nomen |
gen | engles* | nome | engle(ne)** | nomen |
dat | engle | nome | engle(s) | nomen |
La forma plurale s è sopravvissuta fino al moderno inglese, mentre la forma -n è più rara, ma non totalmente estinta: troviamo infatti termini come oxen, children, brethren e in alcuni dialetti eyen, al posto di eyes.
Molti dettagli della fonologia del medio inglese ci sono noti grazie all'Ormulum, un'esegesi in versi della Bibbia nella quale l'autore ha utilizzato un'ortografia esclusivamente fonetica con il preciso scopo di illustrare la corretta pronuncia.
Nel passaggio dall'AI al MI hanno luogo i seguenti mutamenti fonetici:
Fatti di fonetica e di analogia, in parte già attivi nel tardo AI, portarono alla quasi totale perdita della flessione. Tutte le finali -m diventarono -n. Contemporaneamente le vocali a, o, u, e in sillaba atona tesero verso il suono indistinto (schwa) e vennero generalmente scritte e (talvolta i).
La flessione dapprima si riduce a tre casi con la perdita dell'accusativo (ston, stones, stone), ma già in Sir Gawain and the Green Knight il dativo è scomparso (stan, stanes).
Per il plurale si estende la desinenza -es - -en per alcuni antichi sostantivi in nasale (oxen).
L'aggettivo si riduce a un singolare adesinenziale e a un plurale in -e (blind, blinde). Presto cadde anche questa marca del plurale (blind, blind).
Una delle conseguenze più rilevanti dei fatti fonetici descritti fu la perdita pressoché totale del genere grammaticale.
AI stān, stānas, stāne, stān MI ston, stones, ston(e)
AI stānas, stāna, stānum, stānas MI stones
Inoltre, scompare il duale.
Con la perdita della flessione, i parlanti dipesero in misura sempre maggiore dai pronomi per avere indicazioni sul genere, sul caso e (quando gli aggettivi persero la desinenza -e del plurale) anche sul numero. Tra i dimostrativi delle forme AI sê, sêo e þæt solamente the e that, originariamente forme neutre, sopravvissero nel MI. Un plurale tho esisteva in età elisabettiana. Dei dimostrativi þês, þêos e þis solo quest'ultimo sopravvisse in MI.
Tra i pronomi personali le perdite furono meno gravi poiché qui c'era una maggior necessità di distinguere generi e casi. La prima persona ha nom., gen., dat.-acc. I, min, me, plur. we, our, us. La seconda þu (thou), þin, þe, plur. ye, your, you. La terza masch. he, his, him, femm. heo (sche), hir, hire (her), neutro (h)it, his, (h)it. Il plur. he (þei), here (þair), hem (þem).
Le nuove formazioni in sh- per il femm. e in th- per il plurale sono di origine settentrionale e sono quelle che si affermeranno. Curioso è l'uso, attestato attorno al 1375, di scrivere sempre il pronome personale singolare "i" nella forma maiuscola "I". È probabile che tale scelta abbia seguito l'esigenza di rendere più visibile questo importante ma allora graficamente poco appariscente pronome personale.
1) La caduta delle e e delle n finali in quasi tutte le forme condurrà a una notevole semplificazione della coniugazione verbale. Questo è il presente di drinken nei dialetti meridionali: drinke, drinkest, drinketh, plur. drinketh. Al preterito nel Nord c'è ormai solo una forma (drank) per tutte le persone. 2) I verbi inglesi hanno due forme principali: il simple present e il continuous present. Il primo indica azioni abituali; si forma togliendo "to" dall'infinito del verbo. Per tutte le persone si usa la forma base preceduta dal soggetto, con l'eccezione della terza persona singolare che aggiunge la desinenza -e oppure -es alla forma base. Il secondo si usa per indicare un'azione che si svolge in quel momento; si forma con il presente del verbo to be + il gerundio del verbo in questione. Il gerundio si forma a sua volta aggiungendo -ing all'infinito tematico (infinito senza "to").
Esistono due pronomi interrogativi: who [hwo:] (masch. e femm.) e what [hwat] (neutro). Derivano direttamente dall'AI hwâ e hwæt. Il genitivo è whos [hwo:s] per tutti i generi, il dativo-accusativo risp. whom [hwom] e what [hwat].
Who ha anche funzione di pronome interrogativo indefinito (mod. whoever). Le altre forme sono impiegate sia come pronomi interrogativi che relativi. In funzione di pronome relativo si inizia a fare ampio uso di what e di which, entrambi usati per tutti i generi e numeri.
Con la perdita di -ch finale la desinenza -lich (rimasta nel tedesco moderno) diventa -ly e trova un vasto impiego come indicatore della funzione avverbiale (deep, deeply).
Un esempio di MI, dalla "Ballad Of Our Lady" di Dunbar
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 48754 · LCCN (EN) sh85043414 · GND (DE) 4039676-9 · J9U (EN, HE) 987007545879005171 · NDL (EN, JA) 00573929 |
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