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computo del tempo che non ha alcuna relazione col movimento degli astri Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'indizione è un computo del tempo basato su un ciclo temporale di 15 anni, che caratterizza l'anno così come la suddivisione della settimana caratterizza il giorno: si partiva dall'indizione prima (o anno indizionale primo) per arrivare all'indizione quindicesima (o anno indizionale quindicesimo) e tornare all'indizione prima nell'anno successivo.
Questo computo non nasce dal movimento degli astri bensì da cadenze fiscali. È utilizzato nella data di documenti della tarda antichità, medievali e talvolta moderni.
L'indizione è in ambito religioso anche l'inizio dell'anno ecclesiastico (Indiktos, il 1º settembre, per i calendari liturgici ortodosso e greco-cattolico) oppure l'inizio dell'anno santo (per la Chiesa cattolica).
In italiano, il termine indizione deriva dal latino indictionem ed è rafforzato etimologicamente dal greco ινδικτιών, indiktion. Il termine latino è un composto di in e dicere, come "indire", con il senso di "intimare". Questo computo, infatti, deriva esplicitamente dall'indizione di censimenti periodici.
Probabilmente tale computo ebbe origine in Egitto dove ogni cinque anni, a causa delle piene del Nilo, si "indiceva" un censimento fiscale, come testimoniato anche da un papiro probabilmente risalente al 207 a.C.
È invece certo che con tale denominazione si indicasse un tributo fiscale imposto ai cittadini dell'Impero Romano che, secondo alcune fonti, fu introdotto con carattere straordinario[1] e che in seguito divenne ordinario e, secondo altre fonti, a cadenza quinquennale. Ulteriori fonti sostengono che tale tributo fosse divenuto ordinario o, almeno, ne fosse stata riconosciuta ufficialmente l'ordinarietà, con Diocleziano[2] il quale, secondo altre fonti, pare avesse stabilito l'annualità della cadenza del tributo o, almeno, l'annualità del versamento del tributo.[3] Secondo alcune fonti, con il IV secolo d.C. il tributo fiscale sarebbe stato esteso a tutto l'Impero Romano, mentre altre fonti sostengono che ciò avvenne molto prima: è invece certo che con il IV secolo il computo di tale tributo diventa quindicennale.[4]
L'indizione originariamente era segnata solo in documenti di natura fiscale; è indubbio che dal computo quindicennale e, pare anche, dalla denominazione dell'imposta fiscale, cominciò a formarsi un computo cronologico basato su un identico numero di anni che si diffuse rapidamente nell'impero per regolare il tempo[5] e che rimarrà in uso nella tarda antichità e anche oltre. Per volontà di Costantino I, dopo la vittoria su Massenzio l'indizione fu adottata nel 312 d.C. ma per essere applicata dal 313, certamente come elemento cronologico di tutti i documenti, poiché non tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere ciò come un'adozione ufficiale dell'indizione quale sistema di datazione, ma semplicemente come una sorta di riorganizzazione burocratica che prevede una metodologia di allineamento della datazione degli altri documenti rispetto ai documenti fiscali. Nel VI secolo d.C. è Giustiniano che fissa l'indicazione dell'anno indizionale nelle norme del Corpus iuris civilis relative alla confezione dei documenti adottando ufficialmente ed inequivocabilmente l'indizione quale sistema di datazione.[6][7]
L'uso dell'indizione resta in tutto il Medioevo e per buona parte della modernità, anzi, per l'Alto medioevo, risulta essere uno dei criteri di datazione più certi in rapporto alla progressiva perdita di funzionalità di altri computi come gli anni del consolato. Tale uso comincia a diffondersi nella maggior parte delle cancellerie occidentali, cioè fuori dal dominio bizantino, addirittura nel V secolo, ossia prima della legislazione giustinianea, e nel IX secolo viene adottato anche dai Franchi. Fu utilizzato, anche se sporadicamente, fino all'età napoleonica e sussiste ancora per alcuni computi dell'anno ecclesiastico, fra cui quelli inerenti alla determinazione della data della Pasqua.
Nelle scienze ausiliarie della storia, specialmente in diplomatica, è utile ottenere l'indizione in rapporto all'anno dell'era cristiana, perché il risultato permette di avere un ulteriore termine di confronto al fine di stabilire l'esatta data di emissione di un documento, nonché per stabilirne l'eventuale autenticità[8].
Nella seguente tabella si ottiene l'indizione incrociando la colonna del secolo con la riga corrispondente all'anno.[9] A titolo di esempio, in verde è evidenziata la corrispondenza per l'anno 1392 (indizione quindicesima).
Calcolo dell'indizione | 300 | 400 | 500 | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
600 | 700 | 800 | |||||||
900 | 1000 | 1100 | |||||||
1200 | 1300 | 1400 | |||||||
1500 | 1600 | 1700 | |||||||
1800 | 1900 | 2000 | |||||||
00 | 15 | 30 | 45 | 60 | 75 | 90 | III | XIII | VIII |
01 | 16 | 31 | 46 | 61 | 76 | 91 | IV | XIV | IX |
02 | 17 | 32 | 47 | 62 | 77 | 92 | V | XV | X |
03 | 18 | 33 | 48 | 63 | 78 | 93 | VI | I | XI |
04 | 19 | 34 | 49 | 64 | 79 | 94 | VII | II | XII |
05 | 20 | 35 | 50 | 65 | 80 | 95 | VIII | III | XIII |
06 | 21 | 36 | 51 | 66 | 81 | 96 | IX | IV | XIV |
07 | 22 | 37 | 52 | 67 | 82 | 97 | X | V | XV |
08 | 23 | 38 | 53 | 68 | 83 | 98 | XI | VI | I |
09 | 24 | 39 | 54 | 69 | 84 | 99 | XII | VII | II |
10 | 25 | 40 | 55 | 70 | 85 | — | XIII | VIII | III |
11 | 26 | 41 | 56 | 71 | 86 | — | XIV | IX | IV |
12 | 27 | 42 | 57 | 72 | 87 | — | XV | X | V |
13 | 28 | 43 | 58 | 73 | 88 | — | I | XI | VI |
14 | 29 | 44 | 59 | 74 | 89 | — | II | XII | VII |
L'espressione matematica che descrive l'operazione da fare per ottenere l'indizione è la seguente:
Il calcolo dunque si fa sommando 3 all'anno dell'era cristiana di cui si vuole sapere l'indizione, dividendo poi il tutto per 15: il resto della divisione intera (ovvero il risultato dell'operazione modulo) sarà l'indizione; se il resto è 0 l'indizione sarà la XV.
Si può utilizzare la formula seguente in LibreOffice Calc in italiano, dove A1 rappresenta l'anno: =ROMANO(SE(RESTO(A1+3;15)>0;RESTO(A1+3;15);15))
La necessità di sommare 3 all'anno è data dal fatto che se ripercorressimo i cicli indizionali dal 313 d.C. all'inizio dell'era volgare, il primo ciclo utile cadrebbe tra il 3 a.C. ed il 12 d.C., esiste quindi uno sfasamento di tre anni tra le due forme di datazione[10].
A titolo esemplificativo, di seguito si presentano due casi:
Per verificare effettivamente un'indizione è necessario tener conto di eventuali correzioni sia per l'inizio dell'anno sia per l'inizio dell'indizione, corrispondenti a diversi stili, che si potrebbero dover riportare allo stile moderno. Infatti, l'indizione non principia mai il 1º gennaio, quindi la semplice procedura di calcolo descritta sopra non basta, ma è necessario considerare se questa è cominciata prima della data considerata o dopo. Inoltre, fino ad alcuni secoli fa l'usanza di far cominciare l'anno dell'era cristiana il 1º gennaio non era universale nemmeno per tutta la cristianità, quindi prima di valutare la corrispondenza tra il numero dell'indizione e l'anno è necessario anche considerare in che giorno in quel luogo si era soliti far cominciare l'anno nuovo.
Nella data riportata come esempio, sapendo il documento scritto in Valtellina, si può presumere usato per l'anno lo stile della Natività, com'era comune a Como e Milano in quei tempi. Riguardo all'indizione, invece, è più difficile fare considerazioni, non conoscendo gli usi del notaio.
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