Incidenti mortali di Formula 1
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Qui di seguito vengono riportati tutti gli incidenti mortali di Formula 1. Sono citati i piloti deceduti a seguito di incidenti occorsi mentre erano alla guida di una vettura di Formula 1 e gli addetti di percorso rimasti vittime di episodi accaduti nelle gare o nei test di Formula 1 in cui stavano prestando servizio.

Piloti
Riepilogo
Prospettiva
Considerazioni storico-statistiche
Dei quarantaquattro piloti di Formula 1 morti, trentadue hanno perso la vita in conseguenza di incidenti capitati nei fine settimana di campionato, quattro in quelli delle gare non titolate e otto nello svolgimento di test privati. Alla fine della stagione 2024 l'indice di mortalità dei Gran Premi validi per il titolo mondiale, 1 125 in totale (comprese le undici edizioni della 500 Miglia di Indianapolis disputate dal 1950 al 1960 che da sole furono teatro di ben otto decessi), è dello 0,0284.

Il britannico Cameron Earl, morto il 18 giugno 1952 durante un test drive a Nuneaton, nel Warwickshire, fu la prima vittima di un'auto di Formula 1.[1] Sedici piloti sono morti negli anni 1950, undici negli anni 1960, dieci negli anni 1970 – tra i quali l'austriaco Jochen Rindt nel 1970, unico campione del mondo postumo poiché deceduto nelle qualifiche del Gran Premio d'Italia a Monza –, quattro negli anni 1980, due negli anni 1990 e uno negli anni 2010. Undici di loro erano statunitensi, dieci britannici, sette italiani, quattro francesi, tre austriaci e uno per Belgio, Argentina, Germania, Messico, Paesi Bassi, Svizzera, Svezia, Canada e Brasile.

Il decesso dell'astro nascente francese François Cevert nelle prove del Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1973 a Watkins Glen, in un'epoca in cui queste tragedie erano più frequenti, portò a un primo ripensamento sulla sicurezza dei piloti di Formula 1: scosso da quanto accaduto all'amico e compagno di squadra, Jackie Stewart fu uno dei primi a impegnarsi attivamente contribuendo, dagli anni 1970 in poi, a rendere più sicura la categoria.[2]
Dal 1994, anno della morte nel Gran Premio di San Marino a Imola del brasiliano Ayrton Senna tre volte campione del mondo,[3] al 2015, quando perì il francese Jules Bianchi dopo nove mesi di coma per l'incidente occorsogli l'anno prima nel Gran Premio del Giappone a Suzuka,[4] la Formula 1 ha attraversato più di vent'anni senza lutti.[5]
Elenco
Piloti deceduti a seguito di incidenti avvenuti nel corso dei Gran Premi di Formula 1 validi per il titolo mondiale.
Altri piloti della massima formula deceduti a seguito di incidenti avvenuti al di fuori delle gare titolate.
Addetti di percorso
Nel corso degli anni sei addetti di percorso sono morti in pista durante quattro gare e un warm up. È ricordato per la straziante dinamica e fatalità l'incidente accaduto al Gran Premio del Sudafrica 1977 dove Frederik Jansen van Vuuren, un diciannovenne addetto di gara come pompiere, mentre stava attraversando il tracciato di Kyalami con un estintore per prestare soccorso a Renzo Zorzi, fu investito da Tom Pryce a 270 km/h: il giovane morì sul colpo e l'estintore colpì al capo Pryce uccidendolo a sua volta all'istante.[20]
In precedenza la guardia Richard Huttner e il segnalatore Manfred Schaller erano morti nel warm up del Gran Premio d'Austria 1975 in seguito all'incidente mortale di Mark Donohue.[21] Al Gran Premio d'Italia 2000 il volontario CEA Paolo Gislimberti fu colpito da una ruota staccatasi dall'auto incidentata di Heinz-Harald Frentzen.[22][23] Nel Gran Premio d'Australia 2001 un altro pneumatico, volato via dopo scontro tra le macchine di Jacques Villeneuve e Ralf Schumacher, uccise Graham Beveridge.[24] Infine al Gran Premio del Canada 2013 Mark Robinson fu travolto dalla gru mobile usata per rimuovere la vettura di Esteban Gutiérrez.[25]
Note
Bibliografia
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