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film del 2006 diretto da Jasmila Žbanić Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il segreto di Esma (Grbavica) è un film del 2006 diretto da Jasmila Žbanić.
Il segreto di Esma | |
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Luna Zimić Mijović e Mirjana Karanović in una scena del film | |
Titolo originale | Grbavica |
Lingua originale | bosniaco |
Paese di produzione | Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Austria, Germania |
Anno | 2006 |
Durata | 107 min |
Genere | drammatico |
Regia | Jasmila Žbanić |
Sceneggiatura | Jasmila Žbanić |
Produttore | Barbara Albert, Damir Ibrahimovich, Bruno Wagner |
Casa di produzione | Coop99 Filmproduktion, Deblokada, Noirfilm Filmproduktion, Jadran Film |
Distribuzione in italiano | Istituto Luce |
Fotografia | Christine A. Maier |
Montaggio | Niki Mossböck |
Musiche | Enes Zlatar |
Scenografia | Kemal Hrustanovic |
Costumi | Lejla Hodzic |
Trucco | Halid Redzebasic |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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La regista Žbanić, al suo primo lungometraggio, è anche autrice della sceneggiatura originale.
Il titolo originale si riferisce all'omonimo quartiere di Sarajevo in cui vivono le due protagoniste, uno dei più colpiti e rimasti segnati dalla guerra in Bosnia ed Erzegovina degli anni novanta.[1]
È stato proiettato in anteprima mondiale alla 56ª edizione del Festival di Berlino, dove si è aggiudicato l'Orso d'oro, il Premio della giuria ecumenica e il Peace Film Award.[2][3]
Nel 2007 è stato designato come film rappresentante il cinema bosniaco alla selezione per l'Oscar al miglior film straniero, venendo però escluso dalla candidatura.
Sarajevo, 2006. Esma è una donna bosniaca che lavora come cameriera e vive con la figlia adolescente Sara a Grbavica, un quartiere profondamente segnato dalla guerra dei Balcani. Le ferite lasciate dagli assedi serbo-bosniaci sono ancora presenti nel tessuto urbano così come nell'animo delle persone.
Sara non ha mai conosciuto suo padre ed è convinta che sia un eroe di guerra, come quello del coetaneo Samir a cui è molto legata. Quando la scuola organizza una gita alla quale i figli degli eroi di guerra possono prendere parte senza pagare, Sara scopre di non essere nella lista. Nonostante Esma faccia di tutto per raccogliere la somma necessaria, la figlia insiste per conoscere la verità sulla morte del padre e la donna decide di rivelarle il suo doloroso segreto: Esma ha subito continue violenze nel campo profughi e Sara è nata da questi soprusi.
Sara è sconvolta dalla rivelazione mentre Esma trova la forza di raccontare la sua drammatica storia anche alle riunioni nel centro di assistenza, dove confessa quanto abbia odiato la creatura che portava in grembo e come questo sentimento sia svanito una volta presa in braccio la figlia la prima volta.
Il giorno della gita, tra madre e figlia c'è il silenzio più assoluto e niente sembra poter ricucire un filo spezzato da una verità nascosta troppo a lungo. Quando il pullman parte, seduta in fondo Sara guarda la madre e la saluta con la mano appoggiata al vetro: il gesto basta a Esma per ritrovare il sorriso.
Jasmila Žbanić ha tratto la sceneggiatura da ciò che ha vissuto durante l'adolescenza, trascorsa in uno dei distretti più traumatizzati durante l'assedio di Sarajevo: «Quello che mi interessava di più da adolescente era il sesso, o meglio parlare di sesso, sognarlo come la più alta realizzazione dell'amore» ha dichiarato la regista in un'intervista.
«Ma nel 1992 tutto è cambiato», ha proseguito, «il sesso veniva usato come parte di una strategia di guerra per umiliare le donne e distruggere un gruppo etnico! Durante la guerra, 20.000 donne furono sistematicamente violentate in Bosnia... Da allora, lo stupro e le sue conseguenze sono diventati un'ossessione per me, ho letto e seguito tutto ciò che riguardava questo argomento. Ancora non sapevo perché lo facevo... Quando ho dato alla luce mio figlio, che era un frutto dell'amore... questo mi ha scioccato completamente. Mi sono chiesta che significato emotivo poteva avere la maternità per una donna che ha un bambino concepito nell'odio. È stato il momento in cui ho saputo quello che volevo da Grbavica e l'ho scritto».[4]
Il film è stato distribuito in Bosnia Erzegovina dal 1º marzo 2006, dopo l'anteprima del 12 febbraio al Festival di Berlino.[5]
Complessivamente il film ha incassato circa 820.000 dollari, di cui oltre la metà in Germania e Spagna (550.000 dollari, circa 470.000 euro).[6]
Il film ha ottenuto soprattutto recensioni positive da parte della critica. Il sito Rotten Tomatoes riporta il 98% di recensioni professionali con giudizio positivo e un voto medio di 7,5 su 10, mentre il sito Metacritic assegna al film un punteggio di 71 su 100 basato su 21 recensioni.[7][8]
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