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romanzo scritto da Octave Mirbeau Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il diario di una cameriera (Le Journal d'une femme de chambre) è un romanzo dello scrittore francese Octave Mirbeau, pubblicato a puntate dal 20 ottobre 1891 al 26 aprile 1892[2] ne L'Écho de Paris. La decima edizione rimaneggiata, del 1900, fu pubblicata dalla rivista La Revue blanche.
Il diario di una cameriera | |
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Titolo originale | Le Journal d'une femme de chambre |
Altri titoli | Diario di una cameriera, Le memorie d'una cameriera, Memorie di una cameriera, Le memorie licenziose di una cameriera[1] |
Edizione francese del 1915 | |
Autore | Octave Mirbeau |
1ª ed. originale | 1900 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | realista, critica sociale |
Lingua originale | francese |
Ambientazione | Normandia e Parigi, anni 1890 |
Protagonisti | la cameriera Célestine |
Il romanzo si svolge a Parigi ed è diviso a capitoli contrassegnati dalle date del diario: 14 settembre, 15 settembre, 18 settembre, 26 settembre, 1º ottobre, 6 ottobre, 25 ottobre, 28 ottobre, 3 novembre, 10 novembre, 12 novembre, 13 novembre, 13 novembre, 20 novembre, 24 novembre, marzo 1900.
in Italia il romanzo è conosciuto anche con i titoli Diario di una cameriera, Le memorie d'una cameriera, Memorie di una cameriera e Le memorie licenziose di una cameriera[1]
Octave Mirbeau dedica il libro a Jules Huret e ne sintetizza così il contenuto:
«A MONSIEUR JULES HURET
Mon cher ami,
En tête de ces pages, j'ai voulu, pour deux raisons très fortes et très précises, inscrire votre nom. D'abord, pour que vous sachiez combien votre nom m'est cher. Ensuite,—je le dis avec un tranquille orgueil,—parce que vous aimerez ce livre. Et ce livre, malgré tous ses défauts, vous l'aimerez, parce que c'est un livre sans hypocrisie, parce que c'est de la vie, et de la vie comme nous la comprenons, vous et moi... J'ai toujours présentes à l'esprit, mon cher Huret, beaucoup des figures, si étrangement humaines, que vous fîtes défiler dans une longue suite d'études sociales et littéraires. Elles me hantent. C'est que nul mieux que vous, et plus profondément que vous, n'a senti, devant les masques humains, cette tristesse et ce comique d'être un homme... Tristesse qui fait rire, comique qui fait pleurer les âmes hautes, puissiez-vous les retrouver ici...»
«Al signor Jules Huret
Caro amico,
ho voluto che il suo nome aprisse queste pagine per una serie di ragioni molto importanti e precise. Innanzitutto perché desidero che lei sappia quanto mi è caro il suo nome. E poi - lo dico con sereno orgoglio - perché questo libro le piacerà. E le piacerà perché, pur con tutti i suoi difetti, è un libro senza ipocrisia, perché è fatto di vita, e di vita quale lei ed io la concepiamo...
Ho sempre in mente, caro Huret, le figure così varie e così straordinariamente umane che lei ha fatto sfilare in una lunga serie di studi sociali e letterari. Ne sono ossessionato. Nessuno meglio di lei, e più profondamente di lei, ha infatti sentito, davanti alle maschere umane, la tristezza e la comicità di essere uomini...Quella tristezza che fa ridere, quella comicità che fa piangere le anime nobili, possa lei ritrovarla qui.»
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