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partito politico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Partito Marxista-Leninista Italiano (PMLI) è un partito politico italiano comunista antirevisionista fondato a Firenze il 9 aprile 1977.
Partito Marxista-Leninista Italiano | |
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Segretario | Giovanni Scuderi |
Stato | Italia |
Sede | Via Antonio del Pollaiolo, 172 50142 Firenze |
Abbreviazione | PMLI |
Fondazione | 9 aprile 1977 |
Ideologia | Comunismo[1] Antirevisionismo[2] Marxismo-leninismo[3] Maoismo[4] Internazionalismo proletario[5] Antifascismo[6] Antimperialismo[7] Neostalinismo[8] Astensionismo[9][10] |
Collocazione | Estrema sinistra |
Testata | Il Bolscevico |
Sito web | pmli.it |
I militanti fondatori entrarono nel 1967 nel Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista) per poi uscirne nel 1969 fondando l'Organizzazione Comunista Bolscevica Italiana marxista-leninista che nel 1977 diede vita al PMLI. Il partito ha come scopo finale la realizzazione del comunismo e rifiuta la visione trotzkista del marxismo.[1] Criticato in passato per le sue posizioni neostaliniste, per la sua difesa dello stalinismo e appoggio dell'ISIS (in chiave anti-imperialista)[11], ed accusato di settarismo, è anche uno dei pochi partiti dichiaratamente atei presenti in Europa.[12][13] Non partecipa alle elezioni e sostiene l'astensionismo[14].
Il PMLI è un partito marxista-leninista che si pone come obiettivo l'instaurazione in Italia della dittatura del proletariato, tappa intermedia per la realizzazione della società comunista.[15] Trae ispirazione anche dagli ideali di Karl Marx, Friedrich Engels, Vladimir Lenin, Iosif Stalin e Mao Zedong,[16] definiti infatti come i «cinque grandi maestri del proletariato internazionale».[17] Sul modello della rivoluzione d'ottobre del 1917 e di quella cinese del 1949 mira all'azione rivoluzionaria per abbattere il governo italiano, definito «capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, espressione dei partiti della destra e della sinistra del regime», per realizzare un'Italia «unita, rossa e socialista», ma esclude risolutamente qualsiasi forma di terrorismo[18]. A livello storico-ideologico, il PMLI rifiuta il trotskismo in quanto ritenuto «deviazione borghese e anticomunista»,[8] nonché ogni forma di revisione del marxismo, quella rifomista dell'Ottocento, quella sovietica di Nikita Sergeevič Chruščëv, quella cinese di Deng Xiaoping (la Cina è oggi definita dal PMLI «una nera dittatura capitalista e fascista[19]) e quella italiana del Partito Comunista Italiano fin dai tempi di Antonio Gramsci.[20] Il PMLI inoltre giudica negativamente le figure di Fidel Castro e Che Guevara come non leninisti.[21] Per il PMLI dalla morte di Mao nel mondo non esiste nessun Paese autenticamente socialista.[22] In quanto marxista ortodosso il PMLI è un partito ateo, ma seguendo l'esempio di Mao sono accettati come simpatizzanti di partito e possono svolgere propaganda per il partito i credenti anticlericali e comunisti.[13] Nell'ambito del conflitto israeliano-palestinese si schiera nettamente, come affermato nel loro giornale a favore della Palestina e di Hamas, definendo Netanyahu come Nazista e terrorista. Durante le elezioni politiche e amministrative il PMLI svolge una campagna astensionistica, ma ciononostante non esclude in linea di principio di utilizzare le istituzioni rappresentative qualora lo ritenesse opportuno per i propri scopi.[10] Il PMLI propone alle masse la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ovvero le assemblee popolari e i comitati popolari, che sono da intendere come alternativa dal basso alle odierne istituzioni rappresentative.[23] Non accetta l'Unione europea (definita imperialista) e non si candida quindi alle sue elezioni.[24] Fornisce invece indicazione di voto ai referendum abrogativi e ai referendum costituzionali.[25].
I primissimi fondatori del PMLI, che il partito ricorda come «i quattro pionieri», erano Giovanni Scuderi, Mino Pasca, Nerina Paoletti (alias Lucia) e Patrizia Pierattini. Iniziarono la loro militanza marxista-leninista nel 1967 entrando nel Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista) di Fosco Dinucci. Successivamente nel 1969 i quattro accusarono il PCd'I di revisionismo, «copertura a sinistra del PCI» e tradimento delle originali aspirazioni rivoluzionarie.[26][27] Il 14 dicembre 1969 i quattro dirigenti con il Comitato provinciale di Firenze si scissero dal PCd'I e fondarono l'Organizzazione Comunista Bolscevica Italiana marxista-leninista, per poi stampare dal giorno successivo il primo numero dell'organo ufficiale dell'Organizzazione, Il Bolscevico.
Il lavoro dell'Organizzazione era principalmente quello di raccogliere le forze per creare un partito rivoluzionario. Ebbe una corona di fiori di fianco alla salma di Mao Zedong il 18 settembre 1976 al termine delle onoranze funebri[28] e fu tra i pochi gruppi italiani che non ruppe con la nuova dirigenza cinese di Hua Guofeng – insieme all'Organizzazione dei Comunisti (marxisti-leninisti) d'Italia) di Osvaldo Pesce e a differenza del PCd'I (ml)[29]. Dopo avere radunato alcune decine di militanti provenienti da Toscana, Lombardia, Sicilia e Calabria fondò il Partito Marxista-Leninista Italiano il 9 aprile 1977.[27] Il congresso fondativo del PMLI, tenutosi a Firenze, adottò lo statuto e il programma, il simbolo (falce e martello neri sovrastati dall'effigie di Mao in campo rosso) e gli inni (L'Internazionale, Il Sole Rosso e Bandiera rossa). Giovanni Scuderi venne acclamato all'unanimità segretario generale.[28] Egli è rimasto segretario da allora.[29] Tale movimento ha sedi dislocate in varie parti d'Italia, oltre ad altre organizzazioni territoriali nel Paese.[30][31]
Alla quinta sessione plenaria del comitato centrale del Partito l'11 ottobre 2015 il PMLI ha assunto una posizione di sostegno allo Stato Islamico contro la «santa alleanza imperialista» che combatte,[32] sebbene abbia anche condannato gli attentati attribuiti allo Stato Islamico in Europa e altrove.[33] Nel 2021 questa formazione politica, tramite comunicato stampa, dichiarò che i combattenti islamici afghani, definiti talebani, sono un esempio da seguire perché hanno cacciato dalla loro terra l'esercito dei capitalisti e imperialisti.[34]
Il PMLI ha avuto stretti contatti con il Partito Comunista Cinese fino al 1981, anno del ripudio della Rivoluzione culturale da parte del PCC, che ha causato la rottura definitiva tra i due partiti. Il PMLI ha cercato anche di stringere rapporti amichevoli con il Partito del Lavoro d'Albania, ma poi si è dissociato da Enver Hoxha dopo che quest'ultimo ha respinto il maoismo.
Dal 1975 il partito ha avuto stretti rapporti con il Partito Comunista di Kampuchea (PCK) e Pol Pot, anche in seguito all'invasione vietnamita della Cambogia nel 1978. Un dirigente del Partito ha visitato una zona controllata dal PCK nel 1987. Il partito ha inoltre sostenuto la rivoluzione iraniana in chiave antimperialista e un dirigente del Partito ha visitato l'Iran nel 1992.
Intrattiene o ha avuto rapporti con il Partito Marxista-Leninista di Germania, il Partito Comunista Marxista-Leninista di Grecia, il Nucleo Marxista Leninista in Messico, il Partito Marxista-Leninista d'Ucraina, il Partito Comunista delle Filippine, il Partito Comunista Rivoluzionario d'Argentina, il Partito Comunista (marxista-leninista) di Panama, il Partito Comunista Rivoluzionario dell'Uruguay e il Partito Comunista d'India (marxista-leninista) Liberazione.
A luglio 2022 il PMLI ha dato vita al coordinamento "Unità Popolare" insieme a Partito Comunista Italiano (2016), Democrazia Atea, Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, Confederazione Sinistre Italiane e Inventareilfuturo.[35][36]
Il 2 marzo 2003 il partito fu al centro di svariate polemiche a seguito della volontà di commemorare il cinquantenario della morte di Stalin.[37] Un mese prima il 5 febbraio Italo Bocchino a nome di tutto il gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale svolse un'interrogazione parlamentare sulla liceità della commemorazione. Il governo non poté che constatare che essa «non si pone[va] contro i principi del nostro ordinamento».[38] Il giorno della commemorazione a Firenze ebbero luogo tre contro-manifestazioni organizzate da Forza Italia, Alleanza Nazionale e Forza Nuova.[39] In seguito l'esponente del partito Mino Pasca partecipò alla trasmissione 8 e 1/2 condotta da Giuliano Ferrara e alla quale partecipava l'esponente di Rifondazione Comunista Rina Gagliardi, che Pasca additò come «trotzkista».[40]
Ogni anno a Firenze il PMLI tiene una commemorazione in ricordo di Mao (scomparso il 9 settembre 1976) alla quale partecipano militanti e simpatizzanti del partito.[41]
Ogni anno a gennaio il PMLI tramite l'organizzazione dell'Emilia-Romagna organizza a Cavriago la commemorazione della scomparsa di Lenin con un discorso ufficiale del responsabile seguito da un pranzo collettivo.[42]
Il Bolscevico | |
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Stato | Italia |
Lingua | Italiano |
Periodicità | Settimanale |
Genere | Politico, organo di partito |
Fondatore | Giovanni Scuderi |
Fondazione | 15 dicembre 1969 |
Inserti e allegati | 16 pagine |
Sede | Via Gioberti, 101, Firenze |
Editore | Editoriale Il Girasole |
Direttore | Monica Martenghi |
Redattore capo | Loris Sottoscritti |
Distribuzione | |
cartacea | |
Edizione cartacea | Abbonamento |
multimediale | |
Edizione digitale | bolscevico.php |
Sito web | 0ilbolscevico.htm |
Il PMLI ha un organo editoriale ufficiale settimanale con sede a Firenze, Il Bolscevico, fondato negli stessi giorni di strage di piazza Fontana.[43][44][45] Sin dai primi numeri il ritratto e le citazioni di Mao campeggiano sulla prima pagina de Il Bolscevico, venendo successivamente spostati di fianco alla testata.
Il quotidiano si distingue per esporre molte statistiche, rapporti e relativi grafici dei più importanti istituti statistici e organizzazioni socio-economiche internazionali.
La pubblicazione cartacea è stata sospesa dal 18 settembre 2013[46], venendo invece pubblicato regolarmente in forma digitale ed essendo liberamente scaricabile e stampabile, come incoraggiato dal sito del PMLI stesso.
Ogni tanto viene ripreso anche da altre testate online.[47][48]
In tema di politica estera, il settimanale (e quindi anche il PMLI stesso) si è schierato:
Il partito ha un inno ufficiale, Il Sole Rosso.[59]
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