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geografo persiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Abū l-Qāsim ʿUbayd Allāh ibn Khordādhbeh (820 – 911) è stato un geografo persiano. Altrimenti detto Ibn Khurradādhbih, Ibn Khordādhbeh (in persiano ابو القاسم عبید الله اِبْن خُرْداﺫﺑﻪ)[1] è stato il primo autore musulmano a scrivere in lingua araba un testo di geografia. Fu anche un funzionario statale di rilievo del IX secolo.
Ibn Khordādhbeh nacque tra l'800 e l'825 in Khorasan da una ricca famiglia persiana del nord del Paese (suo padre era stato Wali di al-Maʾmūn per il Ṭabaristān[2]).
Zoroastriano, si convertì all'Islam per compiacere la potente dinastia vizirale persiana dei Barmecidi, Ricevette un'ottima educazione nella cerchia di persone che gravitavano intorno a Isḥāq al-Mawṣilī e fu presto nominato "Direttore delle Poste e delle Informazioni" (Ṣāhib al-barīd wa l-khabar ) della provincia del Jibāl, nel nord-ovest della Persia[3] all'epoca del califfo abbaside al-Muʿtamid e agì in tale veste tra l'869 e l'885). In quanto responsabile del barīd (ebbe in seguito responsabilità ancora maggiori a Baghdad e Sāmarrāʾ), Ibn Khordādhbeh era il responsabile del controspionaggio califfale.
Verso l'870, mettendo a frutto le conoscenze acquisite nel suo lavoro, Ibn Khordādhbeh scrisse il suo capolavoro, il Kitāb al-masālik wa al-mamālik (Il libro delle strade e dei Reami) nel quale descrisse i differenti popoli e le varie province del califfato. Opera questa assai importante anche perché è l'unica a descrivere le attività dei mercanti Radaniti, di cultura ebraica, su cui scrisse con intelligenza e dottrina lo storico arabista francese Claude Cahen.
Ibn Khordādhbeh morì nel 911.
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