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trattato di Andrea Palladio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I quattro libri dell'architettura sono un trattato in quattro tomi pubblicato nel 1570 dall'architetto rinascimentale Andrea Palladio (1508-1580), che ispirò lo stile detto «palladianesimo». Secondo Howard Burns essi rappresentano «la più preziosa pubblicazione illustrata di architettura che si sia avuta fino a quel momento».[1]
I quattro libri dell'architettura | |
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Frontespizio della prima edizione | |
Autore | Andrea Palladio |
1ª ed. originale | 1570 |
Genere | trattato |
Sottogenere | architettura |
Lingua originale | italiano |
Palladio iniziò a scrivere il trattato a soli 22 anni e lo arricchì poi con le proprie opere. La prima edizione de I quattro libri dell'architettura vide la luce a Venezia nel 1570. Seguono varie edizioni e rifacimenti posteriori, oltre a traduzioni in francese, olandese e inglese. All'interno di questo testo sono presenti illustrazioni atte a dimostrare le idee del Palladio circa la purezza e la semplicità dell'architettura classica, disegnate di suo pugno.
Il libro riscosse notevole successo e ispirò l'opera di un gran numero di architetti fino a tutto il XIX secolo. L'architettura palladiana guadagnò popolarità in tutta Europa e, per la fine del XVIII secolo, fu conosciuta anche in America settentrionale, divenendo la più influente pubblicazione d'architettura mai prodotta e determinando gran parte dell'immagine architettonica della civiltà occidentale.[2]
Il trattato è suddiviso in quattro libri che trattano argomenti diversi:
Nei Quattro libri sono indicate regole sistematiche per il costruire ed esempi di progetti, cosa che all'epoca non era usuale. Anziché modelli da copiare, le tipologie architettoniche assumono la fisionomia di schemi compositivi dove poter esercitare infinite varianti. L'inconfondibile stile della villa palladiana si basa sull'applicazione di dettagli ad un sistema strutturale costruito in laterizio, in pietra e in legno. Palladio presentò due canoni cui attenersi nelle costruzioni: regole di progettazione basate sull'aspetto e regole per l'edificazione basate sulla logica della costruzione della villa.
Thomas Jefferson, presidente degli Stati Uniti d'America e uno dei più fervidi estimatori di Palladio, una volta si riferì a questo testo definendolo "la Bibbia" dell'architettura.[3][4] Jefferson possedeva cinque diverse edizioni del testo[4] e progettò la propria residenza di Monticello in stile neopalladiano.
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