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aviatore, militare, agente segreto e ingegnere aeronautico lettone (1900-1965) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Herberts Cukurs (pronuncia tsúkurs; Liepāja, 17 maggio 1900 – Shangrilá, 23 febbraio 1965) è stato un aviatore, militare, agente segreto e ingegnere aeronautico lettone,[1] vice comandante del Commando Arājs, un gruppo collaborazionista della Polizia Ausiliaria Lettone legato direttamente ai servizi segreti militari nazionalsocialisti, parte delle SS. Il Commando fu coinvolto nell'omicidio di massa e nel genocidio degli ebrei lettoni durante l'Olocausto. Sebbene Cukurs non sia mai stato processato e condannato, diversi testimoni oculari lo collegarono in modo credibile ai crimini di guerra e contro l'umanità.[2][3]
Herberts Cukurs | |
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Cukurs in divisa militare dell'Aeronautica lettone nel 1934 | |
Soprannome | Boia di Riga, Macellaio di Riga |
Nascita | Liepāja, 17 maggio 1900 |
Morte | Shangrilá, 23 febbraio 1965 |
Cause della morte | omicidio |
Dati militari | |
Paese servito | Lettonia Germania nazista |
Forza armata | Aviazione lettone Sicherheitsdienst (SD) - SS |
Arma | Polizia Ausiliaria Lettone collaborazionista |
Specialità | volo aereo, controspionaggio, repressione |
Unità | Commando Arājs |
Anni di servizio | 1930-1945 |
Grado | Vice-comandante |
Comandanti | Adolf Hitler Heinrich Himmler Reinhard Heydrich Ernst Kaltenbrunner Viktors Arājs |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Occupazione tedesca della Lettonia |
Azioni | Massacro di Rumbula Incendio delle sinagoghe di Riga |
Decorazioni | Premio Harmon Trophy per la Lettonia |
Altre cariche | inventore, progettista, ingegnere |
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Dopo la guerra si rifugiò in Brasile e fu assassinato dagli agenti del Mossad, il servizio di intelligence israeliano, nel 1965, in Uruguay, vista l'impossibilità di processarlo o estradarlo.[4] L'agente "Anton Künzle" (Yakoov Meidad), che uccise Cukurs, e il giornalista Gad Shimron scrissero un libro, The Execution of the Hangman di Riga in cui definirono Cukurs il "boia di Riga" (o "macellaio di Riga", Butcher of Riga), e il termine fu poi ripreso da diverse altre fonti[5][6][7][8][9].
Come pioniere dell'aviazione a lunga distanza, Cukurs ottenne il plauso nazionale per i suoi voli in solitaria negli anni '30 (Lettonia-Gambia e Riga-Tokyo). Fu insignito del premio Harmon Trophy per la Lettonia nel 1933 e fu considerato un eroe nazionale, in modo analogo a Charles Lindbergh.[10]
Cukurs costruì almeno tre velivoli di sua progettazione. Nel 1937 riuscì a compiere un tour di 45000 chilometri visitando Giappone, Cina, Indocina e India, pilotando il monoplano di legno C 6 "Trīs zvaigznes" (registrazione YL-ABA) di sua creazione. L'aereo era alimentato da un motore De Havilland Gipsy. Cukurs progettò anche il prototipo di bombardiere in picchiata Cukurs C-6bis nel 1940.[11]
Durante l'occupazione della Lettonia da parte della Germania nazista nell'estate del 1941, Cukurs divenne un membro del famigerato Commando Arajs, responsabile di molti dei crimini contro l'umanità sotto la direzione della SD, il servizio di sicurezza e di intelligence nazista. Molti lettoni e baltici infatti non erano considerati slavi ma razzialmente tedeschi e ariani, e volontariamente si misero al servizio del Reich. Lo stesso gerarca Alfred Rosenberg era un tedesco del Baltico e si adoperò per la pulizia etnica e la germanizzazione con il Generalplan Ost. Cukurs, anticomunista e antisemita, dopo che l'operazione Barbarossa liberò la Lettonia dell'occupazione sovietica del 1940, spontaneamente si arruolò in questa organizzazione paramilitare delle SS.
Nel suo libro The Holocaust in Latvia, 1941-1945, lo storico lettone Andrew Ezergailis scrive che Cukurs svolse un ruolo di primo piano nelle atrocità commesse nel ghetto di Riga in concomitanza con il massacro di Rumbula il 30 novembre 1941.[12] Dopo la guerra, i testimoni sopravvissuti riferirono che Cukurs fu presente durante lo sgombero del ghetto e che sparò sui civili ebrei.
Secondo alcuni testimoni oculari, Cukurs fu l'uomo lettone della SD maggiormente riconoscibile sulla scena del massacro di Rumbula. Ezergailis afferma che: "sebbene gli uomini di Arājs non fossero gli unici alla fine dell'operazione nel ghetto, nella misura in cui hanno partecipato alle atrocità, la responsabilità principale ricade sulle spalle di Herberts Cukurs".[13] Cukurs fu descritto come segue:
«L'assassino lettone Cukurs è sceso da un'auto con una pistola (Nagant) in una fondina di pelle. Andò dalle guardie lettoni per dare loro istruzioni. Sicuramente era stato informato in dettaglio della grande catastrofe che ci aspettava.[3]»
In seguito, Ezergailis ritrattò queste interpretazioni, dicendo che, alla luce dei nuovi documenti, sarebbe sbagliato affermare che Cukurs avesse partecipato al massacro di Rumbula o all'incendio delle sinagoghe di Riga.[14] Durante le interviste con la stampa, Ezergailis affermò che non ci furono prove che Cukurs fosse stato a Rumbula e che non fu dimostrato che Cukurs fosse "il più impaziente tiratore contro gli ebrei in Lettonia".[15]
Secondo un altro racconto, Cukurs partecipò anche all'incendio delle sinagoghe di Riga. Secondo l'autore Bernard Press, nel suo libro L'assassinio degli ebrei in Lettonia, Cukurs diede alle fiamme la sinagoga in via Stabu, ma solo dopo aver trascinato gli ebrei fuori dalle case vicine e averli rinchiusi al suo interno:
«I testimoni oculari hanno sentito le persone che erano rinchiuse all'interno gridare aiuto e le hanno viste rompere le finestre della sinagoga dall'interno e cercare, come torce viventi, di uscire. Cukurs li ha finiti con il suo revolver.[16]»
La rivista Time riferì che, al momento della morte di Cukurs nel 1965, i suoi crimini includevano l'incendio delle sinagoghe di Riga, l'annegamento di 1200 ebrei in un lago e la sua partecipazione all'omicidio di 10'600 persone il 30 novembre 1941 in una foresta vicino a Riga.[17]
Cukurs si ritirò in Germania con le forze tedesche.[17] Dopo la guerra, Cukurs emigrò nel Brasile retto dal dittatore Getúlio Vargas attraverso le ratlines. Il 18 dicembre 1945 il Consolato brasiliano a Marsiglia rilasciò il visto per la residenza permanente. Il visto non riportò il nome della moglie, ma identificò tre figli minori: Gunārs, Antinea e Herberts.[18] Una volta in Brasile, Cukurs stabilì un'attività a San Paolo, pilotando il Republic RC-3 Seabee per voli panoramici. Mentre viveva in Sud America, non si nascose né cercò di occultare la sua vera identità.
Nel 1965 Cukurs fu raggiunto e assassinato dagli agenti del Mossad:[19] alcuni di essi lo persuasero a recarsi in Uruguay, dove era più facile prenderlo di mira secondo i calcoli dell'intelligence (in Brasile era protetto dal governo e dalla comunità tedesca, avendo anche detto ai suoi famigliari di essere innocente, come risulta da un articolo di Folha di San Paolo), con la scusa di avviare un'attività imprenditoriale di aviazione.[20] Dopo che si seppe che non sarebbe mai stato processato per la sua partecipazione all'Olocausto, dato che né il nuovo Brasile della dittatura militare né l'Uruguay democratico avevano l'estradizione o avrebbero collaborato, il Mossad fu autorizzato dal governo israeliano a ucciderlo (visto anche il clamore e le polemiche del rapimento illegale di Eichmann per processarlo e giustiziarlo a Gerusalemme pochi anni prima).[19]
Un conoscente di nome "Anton Künzle",[19] in realtà l'agente israeliano Yaakov Meidad (che in precedenza aveva preso parte alla cattura di Adolf Eichmann in Argentina nel 1960),[21], dopo averlo avvicinato già in Brasile, telegrafò a Cukurs da Montevideo. Una volta giunto lì, fu invitato in una casa in un remoto sobborgo della città, casa appena affittata da un uomo viennese e oggi parte di Ciudad de la Costa. Cukurs fu qui aggredito in un magazzino dagli uomini del Mossad armati di pistola e martelli; l'ex aviatore si difese con vigore ma fu infine colpito alla testa due volte con una pistola automatica, dopo una breve ma violenta lotta che non fu sentita dai vicini.[17] Il suo corpo, trovato in un baule il 6 marzo successivo, presentava diverse ferite da arma da fuoco e il cranio fracassato. Accanto al suo corpo furono lasciati diversi documenti relativi al suo coinvolgimento nell'omicidio degli ebrei nel ghetto di Riga.[1]
I media in Sud America e Germania ricevettero una nota in cui si afferma:
«Tenuto conto della gravità dell'accusa mossa contro l'imputato, ovvero di aver supervisionato personalmente l'uccisione di più di 30000 uomini, donne e bambini, e considerata l'estrema esibizione di crudeltà che il soggetto ha mostrato nello svolgimento dei suoi compiti, l'imputato Herberts Cukurs è condannato a morte. L'accusato fu giustiziato da chi non potrà mai dimenticare, il 23 febbraio 1965. Il suo corpo si trova a Casa Cubertini Calle Colombia, Séptima Sección del Departamento de Canelones, Montevideo, Uruguay.[17]»
La nota fu inizialmente considerata come uno scherzo, ma poi fu avvisata la polizia e il corpo fu scoperto e infine consegnato alla famiglia. Si pensò ad una vendetta, ma alcuni anni dopo Israele ammise ufficialmente di aver autorizzato l'omicidio mirato di Cukurs per mano del Mossad.[17]
Lo storico israeliano di origine americana e cacciatore di nazisti Efraim Zuroff, del Simon Wiesenthal Center, ha sottolineato che il fatto che Cukurs non sia stato perseguito ha consentito quelli che crede siano "tentativi da parte dei nazionalisti di destra e della sua famiglia di scagionare completamente Cukurs e altri lettoni per mettere in discussione o diminuire la sua colpevolezza individuale" e "riportarlo allo status di eroe in Lettonia e mascherare la sua enorme colpa".[22]
Nel 2004 sono state emesse delle buste postali con l'immagine di Cukurs e distribuite da Nacionālā Savienība Taisnīgums (NST), un partito politico nazionalista di estrema destra in Lettonia. L'atto fu condannato da Yad Vashem,[23] e dal ministro degli Affari esteri della Lettonia Artis Pabriks in una dichiarazione in cui si afferma che "coloro che hanno prodotto tali buste in Lettonia evidentemente non capiscono la tragica storia della seconda guerra mondiale in Lettonia o in Europa". Il ministero degli affari esteri ha dichiarato che Cukurs era "colpevole di crimini di guerra" e che "ha preso parte alle attività del famigerato Commando Arājs, che ha partecipato all'Olocausto ed è stato responsabile dell'uccisione di civili innocenti. L'ufficio del procuratore generale della Lettonia ha respinto due volte l'esonero di Herberts Cukurs da responsabilità".[24]
Nell'estate del 2005 una mostra intitolata Herberts Cukurs: The Presumption of Innocence è stata organizzata a Liepāja da K@2, una ONG culturale e artistica gestita dal regista svedese di documentari Carl Biorsmark. Una delle sale espositive conteneva testimonianze e resoconti di testimoni che accusavano e scagionavano Cukurs, mentre un'altra mostrava il ritratto di Cukurs, il suo presunto assassino Anton Künzle e una foto del cadavere di Cukurs. Biorsmark ha commentato la mostra dicendo:"Questo è ciò che gli artisti devono fare: stare nel mezzo e sollevare punti interrogativi". La mostra ha affrontato pesanti critiche da vari esperti, così come dalla comunità ebraica lettone che l'ha definita un tentativo di riabilitare un criminale di guerra.[25]
L'episodio 1 della serie Nazi Hunters del National Geographic del 2009 ha ricostruito l'operazione dell'assassinio di Cukurs da parte del Mossad.[26]
L'11 ottobre 2014, il musical Cukurs. Herberts Cukurs, prodotto da Juris Millers, è stato presentato in anteprima a Liepāja.[27] "Non siamo i sostenitori di Herberts Cukurs e non siamo i suoi giudici", ha detto Millers al premier, "spero che questa performance la faccia pensare".[28] Un'altra rappresentazione inizialmente prevista per il 17 marzo, all'indomani della Giornata della Memoria dei legionari lettoni, è stata posticipata per paura di "gravi provocazioni".[29] Il musical è stato criticato da Zuroff[30] su Twitter che ne era "completamente disgustato".[31] Il presidente russo Vladimir Putin ha definito il musical un "vivido esempio" di manifestazioni aperte di neonazismo che secondo lui erano diventate "routine" in Lettonia e in altri paesi baltici. Il ministro degli Affari esteri della Lettonia Edgars Rinkēvičs ha affermato che la produzione "non è di buon gusto" e "non può in alcun modo essere sostenuta", ma ha difeso il diritto del produttore alla libertà di parola.[32]
Nel 2020, Stephan Talty ha pubblicato un resoconto della caccia a Cukurs da parte del Mossad, intitolato The Good Assassin: How a Mossad Agent and a Band of Survivors Hunted Down the Butcher of Latvia.[33]
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