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conflitto del 1804-1813 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La guerra russo-persiana del 1804-1813 fu una guerra tra l'Impero russo e quello persiano.
Guerra russo-persiana (1804-1813) parte delle guerre russo-persiane | |||
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Il dipinto raffigura un episodio della guerra, quando 493 russi respinsero per due settimane gli attacchi di 20.000 persiani; nella scena in questione i russi crearono un ponte umano, in maniera tale da poter trasportare due cannoni sopra i loro corpi. | |||
Data | 1804 - 1813 | ||
Luogo | Transcaucasia Iran settentrionale | ||
Esito | Vittoria russa; Trattato di Gulistan | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Voci di guerre presenti su Wikipedia | |||
Il conflitto ebbe per causa una disputa territoriale: il re persiano Fath Ali Shah voleva consolidare i territori settentrionali dell'impero, ovverosia le terre sulla sponda sud occidentale del Caspio (l'attuale Azerbaigian) e la Transcaucasia; analogamente alla sua controparte persiana, lo zar Alessandro I era anch'egli nuovo al trono ed egualmente determinato a controllare i territori contesi.
Nel 1779, dopo la morte di Karim Khan, il leader della tribù Qajar Agha Mohammad Khan aveva intenzione di riunificare la Persia; nel 1794, tutti i suoi rivali erano stati eliminati (incluso Lotf Ali Khan, l'ultimo della dinastia Zand) ed aveva riaffermato la sovranità persiana sugli ex dominii in Georgia e nel Caucaso. Agha Mohammad venne assassinato nel 1797 (dopo essere stato formalmente incoronato come shah l'anno precedente). A lui succedette il nipote Fath Ali Shah, che tentò di mantenere la sovranità acquisita, ma venne disastrosamente sconfitto dalla Russia in due guerre.
La Persia a quel tempo rivendicava i khanati di Karabakh, Shirvan, Talysh e Shaki (tutti situati nell'odierno Azerbaigian); tali rivendicazioni, però, apparivano traballanti dopo l'annessione della Georgia (a sua volta territorio conteso) da parte dell'Impero russo nel 1801. Quest'ultimo, bramoso di estendere e consolidare il suo vantaggio, si spinse avanti militarmente, pianificando di espandere i propri confini fino all'Aras, ai confini della moderna Turchia.
I russi erano impossibilitati a dedicare una consistente parte delle truppe al Caucaso, in virtù delle concomitanti guerre con la Francia, l'Impero ottomano, e la Svezia; di conseguenza, l'impero era costretto ad affidarsi su una superiore tecnologia, addestramento e strategia, vista anche la preponderante differenza numerica (alcune stime asseriscono che il rapporto tra le forze persiane e quelle russe fosse di cinque a uno). L'erede dello Shah Fath Ali, Abbas Mirza, provò a modernizzare l'esercito, cercando l'aiuto di esperti francesi (attraverso l'alleanza franco-persiana) e successivamente inglesi, ma questo servì solamente a ritardare la sconfitta persiana.
I comandanti russi Gudovič e Čičagov provocarono lo scoppio della guerra attaccando l'insediamento persiano di Echmiadzin, celebre per essere la città più sacra dell'Armenia; Gudovič però non ebbe successo nell'impresa, stante la mancanza di truppe, e si ritirò a Erevan dove proseguì un altro assedio, anch'esso poi rivelatosi fallimentare. Malgrado questi insuccessi, i russi mantennero il vantaggio per la maggior parte del conflitto, grazie alla superiore qualità strategica e delle truppe; l'incapacità di schierare più di 10.000 uomini, però, consentì ai persiani di allestire una discreta resistenza, seppur composta da cavalleria irregolare di bassa qualità.
Col proseguire delle ostilità i persiani aumentarono i loro sforzi, proclamando una guerra santa contro la Russia imperiale nel 1810, ma la cosa non sortì risultati apprezzabili; la situazione non cambiò nemmeno con l'invasione russa di Napoleone (alleato del persiano Abbas Mirza, ma che fornì poco aiuto concreto): persino con Mosca occupata dai francesi, le truppe non vennero ritirate ma continuarono la loro offensiva, che culminò con le vittorie del generale Kotljarevskij ad Aslanduz e Lankaran, rispettivamente nel 1812 e 1813. La guerra si concluse con il trattato di Gulistan, che cedeva la maggioranza dei territori contesi all'Impero russo; questo portò alla decimazione dei khan che si ritrovarono impoveriti e costretti a dover pagare tributi alla Russia.
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