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vescovo, teologo e santo greco antico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gregorio di Nissa, noto anche come Gregorio Nisseno (Cesarea in Cappadocia, 335 – Nissa, 395 circa), è stato un vescovo e teologo greco antico; venerato dalle Chiese cristiane, è uno dei Padri cappadoci. La Chiesa cattolica lo riconosce come Padre della Chiesa.
San Gregorio di Nissa | |
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San Gregorio di Nissa: affresco nella chiesa di Chora, ora moschea, a Istanbul | |
Vescovo, teologo e Padre della Chiesa | |
Nascita | 335[1] |
Morte | 395 circa |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 10 gennaio[2] |
Si hanno poche informazioni circa la vita di Gregorio di Nissa, poiché il teologo fu sostanzialmente ignorato dagli storici del V secolo e il suo epistolario è di dimensioni drasticamente inferiori rispetto a quello di Gregorio Nazianzeno e di quello del fratello, san Basilio. Inoltre, diversamente da quest'ultimo, in occasione della sua morte non fu composto alcun panegirico, un genere letterario che generalmente rappresenta una fonte ricca di notizie biografiche.[3]
È noto che fu istruito dal fratello, san Basilio Magno, che gli diede una formazione religiosa.
Per un'improvvisa crisi spirituale, Gregorio decise di passare allo studio della retorica e di non consacrarsi. Successivamente si fece monaco nel monastero di Basilio.
Nel 371 divenne vescovo della città di Nissa (da cui prese l'epiteto di "Nisseno").
Avversario degli ariani, fu vittima delle persecuzioni dell'imperatore ariano Valente e dovette lasciare Nissa nel 376. Ritornatovi nel 379, divenne massimo difensore dell'ortodossia cattolica a sostegno dell'imperatore Teodosio I, che lo proclamò «difensore della fede».
Gregorio Nisseno, pur essendo il più giovane dei "Padri Cappadoci", è quello che più coerentemente ed organicamente opera un'assimilazione filosofica della letteratura pagana alla fede cristiana, improntando le sue opere all'affermazione del valore paideutico che la letteratura classica ha per instradare l'anima alla virtù.
Se è un merito questo suo atteggiamento "classicistico", gli manca però una robusta personalità che, come per Basilio e Gregorio Nazianzeno, sostenga la speculazione teologica. Il Nisseno è di certo un ottimo dialettico e speculatore e riprende in maniera organica e sistematica la dottrina trinitaria e teologica di Origene, innestandola sul tronco neoplatonico, ma non ha una capacità di trascinare il lettore, nonostante numerosi artifici retorici.
Composto da 30 lettere, mostra come anche Gregorio avesse una profonda conoscenza dello stile epistolare e i suoi intensi rapporti con Libanio, come già aveva mostrato Basilio.
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