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fotografo italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Graziano Arici (Venezia, 13 aprile 1949) è un fotografo italiano, residente in Francia dal 2010.
Graziano Arici, nato a Venezia il 13 aprile 1949, è un fotografo italiano residente in Francia dal 2010[1][2]. Ha creato l’”Archivio Graziano Arici[3]”, archivio che è stato donato alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia nel settembre 2017[4][5][6]. Graziano Arici, dopo aver studiato sociologia, è diventato fotografo professionista nel 1978. È stato fotografo ufficiale per La Fenice a Venezia dal 1980 dove ha lavorato per più di vent'anni ; ha documentato l'architettura e le decorazioni del teatro, e le sue fotografie hanno permesso, dopo l'incendio della La Fenice nel 1996, attraverso il dono delle sue fotografie, di ricostruire l’intero apparato decorativo del Teatro[7].
Ha seguito l'attività artistica e culturale della città di Venezia (Biennali, mostre e spettacoli di artisti), dalla fine degli anni '70 ai primi anni del 2010. Dall'inizio della sua carriera, ha lavorato sul ritratto di artisti, di scrittori, musicisti, registi e attori, cercando di documentare il processo di creazione di un'opera d’arte.
Ha inoltre sviluppato un ampio lavoro attorno agli scavi archeologici e ai siti di restauro della laguna veneta e di Venezia, effettuando centinaia di ore di voli di elicottero sulla laguna di Venezia.
È stato membro delle agenzie fotografiche Sygma (dal 1989 fino alla sua acquisizione da parte di Corbis nel 1999) e l’Agenzia Grazia Neri (dal 1980 alla sua chiusura nel 2009).
Tra il 1981 e il 1986 ha documentato il lavoro artistico del pittore Emilio Vedova[8]; nel 1988, seguì Jim Dine durante il suo soggiorno veneziano e documentò la sua attività artistica. Nel 1984, è stato il fotografo personale del compositore Luigi Nono per la prima dell'Opera “Prometeo. Tragedia dell’ascolto” nella chiesa di San Lorenzo a Venezia[9]. Nel 1985, ha collaborato con il Palazzo Grassi come fotografo ufficiale per realizzare la documentazione dell’allestimento delle mostre, prima con la gestione della Fondazione Agnelli e successivamente con la Fondazione Pinault. Ha documentato inoltre i lavori di ristrutturazione della Punta della Dogana eseguiti da architetto Tadao Andō, per incarico di François Pinault.
Nel 1989 ha documentato, tra l'altro, la caduta del muro di Berlino e ha eseguito un vasto reportage sulla storia dell’eresia catara nel sud della Francia.
Ha prodotto molti reportages sul Ghetto di Venezia, che hanno dato vita a pubblicazioni[10] e mostre.
Tra il 1990-1992, è stato chiamato da Edgar Reitz per seguire la lavorazione del film “Heimat 2 - Cronaca di una giovinezza”[11]. Questo lavoro ha dato vita a un libro per l’editore Mondadori e a due mostre.
Nel 1991 Graziano Arici ha documentato la riunificazione della Germania in particolare modo sulle città della Germania orientale ; tra il 1995 e il 1996 ha, per mesi, anche documentato la guerra in Bosnia e l’assedio di Sarajevo.
Nel 1996, con i fotografi Marcello Mencarini e Francesco Gorup de Besanez, fonda l'agenzia fotografica Rosebud. Hanno quindi fondato, in seguito alla chiusura dell'agenzia Grazia Neri, nel 2009, l'agenzia Rosebud2.
Oltre al suo lavoro di fotogiornalista, ha sviluppato, fin dall’inizio, un lungo lavoro di creazione espressiva personale, producendo serie fotografiche come “Venetians” (1988-1992), serie descritta dallo storico della fotografia Italo Zannier come "post-neorealista[12]", Lady Lazarus (2012), “Irgendwo”, “Als Das Kind, Kind war”, “Monochrome” etc., o lavori dedicati a città come Mosca, Astana, Parigi, Berlino, Londra e Novosibirsk.
Nel 2011 Graziano Arici ha lasciato definitivamente la città di Venezia per stabilirsi ad Arles, nel sud della Francia. Si dedica a serie personali e le sue mostre sono esposte in tutto il mondo.
Graziano Arici è stato, nel 2012, il primo - e unico - fotografo membro eletto socio dell'Ateneo Veneto[13] a Venezia.
Il 2 giugno 2018, il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha nominato Graziano Arici Cavaliere dell'Ordine della Repubblica per meriti culturali[14].
È stato anche nominato dal sindaco di Arles, Hervé Schiavetti, "cittadino onorario della città di Arles" il 12 dicembre 2018[15].
Graziano Arici, dall'inizio della sua carriera, ha avuto come progetto la creazione di un archivio fotografico : questo archivio, che ora ha oltre un milione e mezzo di fotografie, è formato, per stragrande maggioranza, da proprie fotografie, ed è aumentato con acquisizioni di fotografie provenienti da altre origini, risalenti al XIX secolo o alla prima metà del XX secolo. Questo importante assieme fotografico[16][17]che potrebbe essere considerato, prima della sua donazione, come il più grande archivio fotografico privato messo insieme da un singolo fotografo, è stato donato da Graziano Arici alla Fondazione Querini Stampalia a Venezia, nel settembre 2017. Questo archivio rimane sotto la direzione di Graziano Arici, che lavora continuamente al suo ampliamento.
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