Il governo Pelloux I fu in carica dal 29 giugno 1898 al 14 maggio 1899 per un totale di 319 giorni, ovvero 10 mesi e 15 giorni.
Fatti in breve Stato, Presidente del Consiglio ...
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- 4 febbraio 1899: la Camera approva, con 310 sì e 93 no, un disegno di legge presentato dal governo che di fatto concede all'esecutivo uno strumento legale per attuare una politica reazionaria[5]. Votano a favore i conservatori e la sinistra liberale di Zanardelli e Giolitti[5], si oppone l'estrema sinistra[5].
- 3 maggio 1899: l'ostilità dimostrata dal governo inglese e dalla stessa Camera riguardo alle velleità imperialistiche in Cina (affare di San-mun) paventate dal ministro degli Esteri Canevaro spingono Pelloux a presentare le dimissioni[6].
In cambio di posizioni esecutive, il partito decise di supportare saltuariamente il governo
Viene riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipino al processo di controllo del rapporto di fiducia con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo è la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva dei propri sottosegretari ministeriali.
Affiliato alla sinistra storica
Emilio Gentile, Le origini dell'Italia contemporanea - L'età giolittiana, pag. 6
- Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971